lundi 18 février 2013

Su La Testa!: TERREMOTI SCIENTIFICI di Gianni Lannes

       

 


di Gianni Lannes

La scienza assoggettata al potere dominante. Oltre agli esperimenti militari coperti dal segreto di Stati, c'è qualcos'altro di inquietante. Provocare onde sismiche con enormi quantità di dinamite, collocata in mare e nel sottosuolo, solo per vedere l’effetto che fa. In un'area notoriamente sismica non desta sospetti: male che vada è stata la natura. L'ignoranza spesso prevale nel senso comune. Chi osa mettere in dubbio le attività scientifiche? Anonimi ed ignoti mi hanno invitato a tenere la bocca chiusa e ad occuparmi di altro, mentre qualche noto esperto illuminato all’ultimo momento ha ritrattato dichiarazioni rivelatrici dell’andazzo, ma compromettenti  (registrate con il suo consenso ed a me offerte spontaneamente) e qualcun altro mi ha perfino ha minacciato di chissà quali conseguenze se solo avessi osato parlarne pubblicamente. Bene, hanno fatto male i loro calcoli e non mi hanno impressionato. Ho rotto anche qualche “amicizia”, ma questa verità indicibile va raccontata, non è possibile occultarla. Sono un uomo, prima di essere un giornalista ed uno scrittore: non posso tacere. Ecco le premesse.

ESC è l’acronimo di European Seismological Commission. La Commissione Sismologica Europea è nata a metà degli anni ’50 sotto l’impulso del Governo degli Stati Uniti d’America, usufruendo di finanziamenti a stelle e strisce ed unità navali della Nato (alla voce Saclant). Inizialmente furono usati i residuati bellici messi a disposizione dai governi anglo-americani. A quel tempo in Italia fu creato il Gruppo Grandi Esplosioni, che appunto, ha utilizzato enormi cariche di esplosivi - dal 1968 al 1998 - per portare a termine le esplorazioni sismiche in mare e sulla terraferma e tracciare profili. Tale attività ha provocato sismi artificiali. In ragione della perdurante congiura corporativa l’opinione pubblica non ha mai saputo niente. Nell’ambito della ESC per decenni è stata attiva la sottocommissione SC-D (Deep Seismic Sounding), coordinata a livello nazionale dal Gruppo Italiano Grandi profili, che comprendeva le seguenti istituzioni: Osservatorio Geofisico Sperimentale di Trieste, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituti di Fisica Terrestre delle Università di Milano, Trieste, Genova, Napoli, lecce, Cosenza, Catania, Palermo, Osservatorio Vesuviano di Napoli. Le attività sperimentali sono state riportate in appositi Activity Reports Ecco cosa si legge a firma del professor Carlo Morelli, in un rapporto intitolato “An historical perspective to the CROP Project” (Una rassegna storica del Progetto CROP):

«Per l’attività promozionale ed operativa del neo-costituito (1958) OGS e con la partecipazione attiva degli Istituti universitari e CNR (dal 1968), si è sviluppata in Italia nell’immediato dopoguerra un’attività di ricerca coordinata per lo studio della crosta intermedia e profonda, con i metodi della sismica attiva. Dal 1956, per rispondere anzitutto alla richiesta di collaborazione internazionale, le ricerche hanno interessato dapprima le Alpi, estendendosi poi a tutta la Penisola ed ai mari circostanti, ed integrate con gli altri metodi geofisici pertinenti (gravità, geomagnetismo, flusso di calore). Fino al 1986 sono stati così osservati in terra 21.160 km di profili di Sismica a Rifrazione Profonda (DSS) ed in mare 40.000 km di Sismica a Riflessione (MS), che hanno consentito una prima conoscenza regionale della crosta. Lo sviluppo a cura di un Consorzio di Università americane negli anni ’70 dei metodi della sismica a riflessione in terra per renderli idonei anche alle grandi profondità con i dettagli necessari (COCORP; BARAZANGI & BROWN, 1986), ha indotto il Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida (GNGTS) del CNR a proporre (1985) il Progetto CROsta Profonda (CROP), indicato in figura 3 e realizzato dal 1986 al 1991, con la partecipazione anche dell’ENI e dell’ENEL».
Attualmente le tecniche esplorative si sono raffinate: oltre agli esplosivi utilizzano in mare i cannoni Air Gun che qualche anno fa hanno provocato la morte per “embolia gassosa a livello coronarico” di ben sette capodogli nel Mare Adriatico.
Ho cominciato a scavare ed scovato il coinvolgimento diretto in queste imprese addirittura di una delle più potenti multinazionali degli armamenti: si tratta della Raytheon.

Ricostruendo le numerose campagne di sismica crostale in Italia ho rilevato alcune particolari coincidenze con eventi sismici che hanno provocato la morte di migliaia di persone ignare. Qualche documentato esempio: Friuli Venezia Giulia (1976) ed Irpinia (1980). Nel rapporto denominato L’esplorazione sismica profonda in Italia: dati “Deep Seismic Sounding” (autori: Ferrari R., Miglioli P.L., Maistrello M., de Franco R., Corsi A.) sono presenti due mappe della Penisola italiana che evidenziano parecchi esperimenti: con linee e punti di scoppio in mare e sulla terraferma. Recenti ricerche di biologia marina hanno evidenziato la presenza di TNT nella fauna del mare.

Se i terremoti sono imprevedibili, come sostiene a spron battuto la scienza in materia, allora come ha fatto il professor Enzo Boschi (padrone per decenni dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, condannato recentemente dal Tribunale di L'Aquila per la strage del 6 aprile 2009) a prevedere quello disastroso in Sicilia il 13 dicembre 1990?

E’ doveroso che la magistratura apra un’inchiesta su tutte queste attività coperte dal pretesto scientifico, perché le conseguenze non sono mai state valutate. E come disse il Presidente della Repubblica Sandro Pertini il 25 novembre 1980, sulle rovine del terremoto in Campania, «il modo migliore per ricordare i morti è quello di pensare ai vivi». Va da sè che è preferibile tutelare la popolazione preventivamente.




http://www.isprambiente.gov.it/files/pubblicazioni/periodicitecnici/memorie/memorielxii/crop-1-morelli.pdf