lundi 25 mars 2013

nocensura.com: L'articolo di 'El Pais' sulla Merkel censurato (originale e traduzione di Gigi Pieri)

nocensura.com: L'articolo sulla Merkel censurato di 'El Pais':
In merito all'articolo El País censura articolo che paragona Merkel a Hitler




Ciao nocensura, non è per spammare, ma non so come comunicare privatamente con voi. Ho tradotto l'articolo censurato da El País perchè spero lo possiate far girare. Grazie!
Questo è l'originale, che è stato salvato dalla censura:
http://www.twitlonger.com/show/n_1rjd7vo


L’articolo di Juan Torres censurato da El país:
“È molto significativo che abitualmente si parli di “castigo” per riferirsi alle misure che la Merkel e i suoi ministri impongono ai paesi più colpiti dalla crisi.
Dicono ai propri compatrioti che devono castigare le nostre irresponsabilità affinchè il nostro scialacquamento e i nostri debiti non li debbano pagare adesso i cittadini tedeschi. Però il ragionamento è falso perchè gli irresponsabili non sono stati i popoli ai quali adesso la Merkel si impegna a castigare, ma le banche tedesche che sta proteggendo e quelle degl’altri paesi alle quali prestarono capitali, in questo caso si che irresponsabilmente, per ottenere guadagni multimilionari.
I grandi gruppi economici europei riuscirono a stabilire un modelo di unione monetaria molto imperfetto e asimmetrico che da subito ha riprodotto e ingrandito le differenze originarie tra le economie integranti. Inoltre, grazie alla sua enorme capacità d’investimento e il gran potere dei suoi governi, le grandi compagnie dei paesi del nord riuscirono ad appropiarsi di una grande quantità di aziende, o addirittura interi settori economici, dei paesi periferici come la Spagna. Tutto ciò ha provocato grandi deficit commerciali in questi ultimi paesi e un forte surplus in Germania e in forma minore in altri paesi.


Parallelamente le politiche dei successivi governi tedeschi concentrarono ancora di più i redditi verso la cima della piramide sociale, aumentando quindi il loro già alto livello di risparmio. Dal 1998 al 2008 la ricchezza del 10% della popolazione tedesca più ricca, passò dal 45% al 53% del totale; quella del 40% (classe media) dal 46% al 40% e quella del 50% della popolazione più povera dal 4% all’1%.
Queste circostanze misero a disposizione delle banche tedesche ingenti quantità di liquidità. Però invece di dedicarla a migliorare il mercato interno tedesco e la situazione della popolazione con un reddito più basso, la usarono (circa 704000 milioni di euro fino al 2009, secondo la Banca dei Regolamenti Internazionali ) per finanziare i debiti delle banche irlandesi, la bolla immobiliaria spagnola, l’indebitamento delle aziende greche o per speculare, facendo in modo che il debito privato nella periferia europea s’impennasse e che le banche tedesche si riempissero di attivi tossici (900000 milioni di euro nel 2009).
Allo scoppiare della crisi si risentirono gravemente però riuscirono a fare in modo che la propia insolvenza, invece di manifestarsi come il risultato della loro grande imprudenza e irresponsabilità (alla quale non si riferisce mai la Markel), si presentasse come il risultato dello scialacquaggio e del debito pubblico dei paesi alle cui banche avevano prestato i propri capitali. I tedeschi ritirarono rapidamente il proprio denaro da questi paesi, però il debito rimaneva nei bilanci delle banche debitrici. Merkel si eresse come la difensora delle banche tedesche e per aiutarle mise in atto due strategie. Una, i salvataggi, venduti come se fossero diretti a salvare i paesi, però che realmente consistono nel dare ai governi denaro sotto forma di prestiti, pagati dalla popolazione e che vengono passati alle banche nazionali affinchè queste si recuperino quanto prima per pagare i tedeschi. L’altra, impedire che la BCE tagli dalla radice gli attacchi speculativi contro i debiti dei paesi periferici affinchè, aumentando lo spread, si abbassi il costo di finanziazione per la Germania.
Merkel, come Hitler, ha dichiarato guerra al resto dell’Europa, oggi per garantirsi il suo spazio vitale economico. Ci castiga per proteggere le sue grandi aziende e banche, ma anche per nascondere al suo elettorato la vergogna di un modelo che ha fatto in modo che il livello di povertà nel suo paese sia il più alto degl’ultimi 20 anni, che il 25% dei suoi impiegati guadagni meno di 9,15 euro l’ora, o che alla metà della popolazione corrisponda, come ho detto prima, un misero 1% di tutta la ricchezza nazionale.
La tragedia è l’enorme connivenza tra i poteri finanziari paneuropei che dominano i nostri governi, e che questi, invece di difenderci con patriotismo e dignità, ci tradiscano attuando come vere e proprie comparse agl’ordini della Merkel.”

Gigi Pieri





El artículo de Juan Torres censurado:

"Es muy significativo que habitualmente se hable de “castigo” para referirse a las medidas que Merkel y sus ministros imponen a los países más afectados por la crisis.

Dicen a sus compatriotas que tienen que castigar nuestra irresponsabilidad para que nuestro despilfarro y nuestras deudas no los paguen ahora los alemanes. Pero el razonamiento es falso pues los irresponsables no han sido los pueblos a los que Merkel se empeña en castigar sino los bancos alemanes a quienes protege y los de otros países a los que prestaron, ellos sí con irresponsabilidad, para obtener ganancias multimillonarias.

Los grandes grupos económicos europeos consiguieron establecer un modelo de unión monetaria muy imperfecto y asimétrico que enseguida reprodujo y agrandó las desigualdades originales entre las economías que la integraban. Además, gracias a su enorme capacidad inversora y al gran poder de sus gobiernos las grandes compañías del norte lograron quedarse con gran cantidad de empresas e incluso sectores enteros de los países de la periferia, como España. Eso provocó grandes déficit comerciales en éstos últimos y superávit sobre todo en Alemania y en menor medida en otros países.

Paralelamente, las políticas de los sucesivos gobiernos alemanes concentraron aún más la renta en la cima de la pirámide social, lo que aumentó su ya alto nivel de ahorro. De 1998 a 2008 la riqueza del 10% más rico de Alemania pasó del 45% al 53% del total, la del 40% siguiente del 46% al 40% y la del 50% más pobre del 4% al 1%.

Esas circunstancias pusieron a disposición de los bancos alemanes ingentes cantidades de dinero. Pero en lugar de dedicarlo a mejorar el mercado interno alemán y la situación de los niveles de renta más bajos, lo usaron (unos 704.000 millones de euros hasta 2009, según el Banco Internacional de Pagos) para financiar la deuda de los bancos irlandeses, la burbuja inmobiliaria española, el endeudamiento de las empresas griegas o para especular, lo que hizo que la deuda privada en la periferia europea se disparase y que los bancos alemanes se cargaran de activos tóxicos (900.000 millones de euros en 2009).

Al estallar la crisis se resintieron gravemente pero consiguieron que su insolvencia, en lugar de manifestarse como el resultado de su gran imprudencia e irresponsabilidad (a la que nunca se refiere Merkel), se presentara como el resultado del despilfarro y de la deuda pública de los países donde estaban los bancos a quienes habían prestado. Los alemanes retiraron rápidamente su dinero de estos países, pero la deuda quedaba en los balances de los bancos deudores. Merkel se erigió en la defensora de los banqueros alemanes y para ayudarles puso en marcha dos estrategias. Una, los rescates, que vendieron como si estuvieran dirigidos a salvar a los países, pero que en realidad consisten en darle a los gobiernos dinero en préstamos que pagan los pueblos para traspasarlo a los bancos nacionales para que éstos se recuperen cuanto antes y paguen enseguida a los alemanes. Otra, impedir que el BCE cortase de raíz los ataques especulativos contra la deuda de la periferia para que al subir las primas de riesgo de los demás bajara el coste con que se financia Alemania.

Merkel, como Hitler, ha declarado la guerra al resto de Europa, ahora para garantizarse su espacio vital económico. Nos castiga para proteger a sus grandes empresas y bancos y también para ocultar ante su electorado la vergüenza de un modelo que ha hecho que el nivel de pobreza en su país sea el más alto de los últimos 20 años, que el 25% de sus empleados gane menos de 9,15 euros/hora, o que a la mitad de su población le corresponda, como he dicho, un miserable 1% de toda la riqueza nacional.

La tragedia es la enorme connivencia entre los intereses financieros paneuropeos que dominan a nuestros gobiernos, y que estos, en lugar de defendernos con patriotismo y dignidad, nos traicionen para actuar como meras comparsas de Merkel."

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