vendredi 24 mai 2013

Su La Testa!: TERREMOTI? GUERRA NEL MAR JONIO

Su La Testa!: TERREMOTI? GUERRA NEL MAR JONIO: foto NATO        


TERREMOTI? GUERRA NEL MAR JONIO



foto NATO


 di Gianni Lannes

Corre l'anno 2013 in attesa del disastro nucleare e dell'ecatombe finale. Il conflitto bellico in Italia non è mai stato dichiarato ufficialmente, eppure è in atto, in sordina, ed i suoi effetti nefasti si avvertono a pelle. In passato (2003) come nel caso del sommergibile inglese Tireless (che ha perso liquidi radioattivi refrigeranti nel Mare di Sicilia) le Autorità militari e civili italiane non hanno dato alcuna notizia. Eppure la contaminazione radioattiva è irreversibile: ha forse investito gli ecosistemi marini interessati dal fenomeno ed anche gli umani che vivono nel Mediterraneo?

Uss Emory S. Land (nave balia sommeribili nucleari sesta Flotta USA nel Mediterraneo di stanza in Italia) - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati)


Ecco cosa accade ai giorni nostri. Sommergibili a propulsione ed armamento atomico della NATO che entrano ed escono dai porti civili delle principali città costiere italiane e non risultano disponibili per la popolazione gli obbligatori piani di emergenza. Prendete il caso del porto industriale di Augusta, dove transitano e sostano quotidianamente navi chimichiere, gasiere, petroliere e quant’altro. Proprio qui, si fermano costantemente unità militari a propulsione ed armamento nucleare degli Stati Uniti d’America, della Gran Bretagna e della Francia. 



E’ quanto si apprende dalla lettura dell’Ordinanza numero 37 dell’anno 2013: «VISTO il vigente Piano di Emergenza e norme per la sosta di unità militari a propulsione non convenzionale nel porto di Augusta emanato dal Comando Militare Autonomo in Sicilia… RENDE NOTO che l’area centrata sul punto di coordinate… in data 07 maggio 2013, dalle ore 0600z alle ore 1000z sarà interessata da operazioni militari».




I nostri "Alleati" del Patto Atlantico sparano ordigni devastanti sulla faglia sismica più pericolosa d'Italia. E le conseguenze? Mai valutate dalle autorità dello Stato e del Governo italiano.

A prima vista sembra un gioco, ma in realtà è un atto bellico (o meglio una serie infinita), definito in gergo militare, esercitazione. Ce ne sono di tutte le varianti con ordigni veri, nel tratto di Mare della Sicilia orientale e della Calabria meridionale. Date un’occhiata alle ordinanze della capitaneria di porto di Augusta

Ancora l’Ordinanza numero del 20 maggio 2013 avverte l’area di mare indicata «Dalle ore 001z alle ore 2359z del 23 maggio 2013 sarà interessata da manovre con unità in immersione».



L’Ordinanza numero 48 del 21 maggio 2013, invece, indica che la zona di mare «Sarà interessata da tiri a caldo da parte di unità navali dall’alba al tramonto del girono 21 maggio 2013».

L’Ordinanza numero 44 del 14 maggio 2013 rende noto che «la zona di mare sarà interessata da lancio siluro MK 46 da elicottero».

L’Ordinanza numero 118 del 16 maggio 2013 rende noto un’esercitazione bellica con «tiri a caldo di unità navali».

E così via: questi documenti istituzionali attestano la grave situazione in atto. Singolari e preoccupanti coincidenze, registrate, verificate e segnalate anche nel 2012, in più occasioni, in concomitanza del terremoto ad Ustica il 13 aprile 2012, avvertito distintamente a Palermo, ed in seguito i terremoti distruttivi dal 20 maggio e a seguire, in Emilia Romagna e regioni limitrofe (Veneto e Lombardia). 

Ebbene, è sufficiente scorrere il bollettino sismico dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, per rendersi conto  di una semplice evidenza: le aree di sperimentazioni belliche coincidono con i terremoti recenti, tutti superficiali, con ipocentro che arriva a addirittura a 3,5 chilometri, come è accaduto stamani (ora locale 02:47:00) nel distretto sismico dell’Etna, oppure qualche giorno fa nello Jonio (16 maggio 2013), o nel Pollino (18 maggio 2013), oppure nella Costa Calabra meridionale (19 maggio 2013) e nella Valle del Crati (19 maggio 2013).


Sempre oggi (alle ore 04:37:00) un'altra scossa con epicentro nella Costa calabra meridionale ed ipocentro di soli 10,6 chilometri (una firma inconfondibile di un meccanismo artificiale che interagisce sulle faglie attive che poi sprigionano energia distruttiva). Il sistema criminale è "ingegnoso": sfruttare la natura con azioni di sollecitazione diretta sulle aree notoriamente sensibili.

Da non crederci, se non fosse la realtà. Come sempre, la NATO sperimenta la guerra sulla faglia sismica più pericolosa d’Italia. Insomma, oltre ogni limite di ragionevolezza, a parte l’inquinamento bellico senza fine e senza alcun tipo di controllo. Addirittura le unità navali sparano “tiri a caldo” ad un soffio dall’area marina “protetta” del Plemmirio, a ridosso della città tuttora abitata di Siracusa.

Domanda semplice al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ed al pimo ministro Enrico Letta: per caso le forze armate statunitensi stanno sperimentando ordigni nucleari miniaturizzati nei mari italiani e/o dispositivi ionosferici (modello H.A.A.R.P.)? 

In virtù della Costituzione (articolo 32) e della convenzione europea di Aahrus, si attendono dai vertici dello Stato esaurienti informazioni in merito, perché è in gioco la salute di un intero popolo, della sua terra e del suo mare, nonché l'ecosistema del Mar Mediterraneo con tutte la sue creature viventi.

Nel frattempo va in onda l'aerosolterapia bellica su tutta la Penisola, in particolare sul Pollino, dove si registrano anomalie sismiche.

Se qualcuno non l'avesse cancora capito: è in preparazione una castrofe. Dopo non strappatevi i capelli e risparmiate finte lacrime di cordoglio per le vittime. La Protezione Civile è già pronta al peggio!


riferimenti: