mardi 23 juillet 2013

Su La Testa!: KOREA DEL NORD: SCHIAVI DEPORTATI IN SIBERIA

Su La Testa!: KOREA DEL NORD: SCHIAVI DEPORTATI IN SIBERIA:





di Gianni Lannes

Persone usa e getta: materiale di consumo. La schiavitù oggi esiste ed è un affare in espansione. Non contempla la proprietà, ma si regge sul diritto inappellabile al sopruso, fino all’uccisione. 

Ecco un esempio poco visibile. La Nord Corea ha tresferito nuovi lavoratori coatti in Siberia per ripagare i prestiti in denaro della federazione russa. Un accordo - stipulato un decennio fa tra il dittatore rosso Kim Jong Il e il premier nero Putin - ha rinnovato per 30 anni lo “scambio” tra cittadini coreani e prestiti russi. La Duma (il Parlamento russo) ha ammesso candidamente: «La Corea del Nord sta ripagando la Russia del suo debito, contratto ai tempi dell’Urss, attraverso l’invio di lavoratori non pagati in speciali campi in Siberia». 

Le denunce di Amnesty International - (Rapporti e missioni di AI: Justice for everybody: Human rights in the Russian Federation, Russian Federation: Denial of justice - rivelano: «Lavorano gratis o in cambio di un salario insignificante». Sono migliaia i nordcoreani disseminati nelle profondità imperscrutabili della Siberia che lavorano alla stregua di schiavi. Di questi individui si tiene regolarmente conto nelle statistiche del governo moscovita: solo che sono classificati alla voce “esportazioni della Corea del Nord”. 

Le Nazioni Unite calcolano che essi rappresentino il 90 per cento dei beni esportati ogni anno in Russia dal paese asiatico. In tal modo Pyongyang ha ridotto di 51 milioni di dollari il suo debito verso Mosca, che ammontava a circa 4 miliardi di dollari. «La forza-lavoro nordcoreana è un tipo speciale di prodotto di massa che viene incontro a una domanda reale in Russia» recita il testo dell’accordo di cooperazione economica attualmente in vigore fra i due Paesi. Non è un segreto che simili campi per lavoratori forzati esistessero in epoca sovietica. Ma gli attivisti russi per i diritti umani, che avevano condotto campagne per la loro chiusura nei primi anni ’90, erano convinti che fossero stati aboliti nel 1993, quando venne a scadenza un patto di cooperazione economica stipulato con Pyongyang nel 1967. Invece Amnesty International ha documentato che l’accordo venne rinnovato nel ’95. Infine è stato perfezionato, ed ora è rispettatoto dal nuovo dittatore Kom Jong Un. 

I campi di lavoro continuano a esistere sotto la sorveglianza diretta della polizia segreta nordcoreana. Secondo Amnesty «il numero di lavoratori forzati coreani disseminati negli anni Settanta e Ottanta attraverso la Siberia e l’Estremo Oriente sovietico toccava i ventimila individui». Una cifra ridottasi poi a circa seimila nei primi anni ’90 ed ora nuovamente lievitata. I campi di lavoro hanno le loro prigioni interne dove gli schiavi possono venire incarcerati per ogni sorta di infrazione, inclusa la critica al sistema politico nordcoreano. La tortura è pratica comune: i prigionieri vengono spesso immobilizzati con attrezzi di gesso o di metallo posti lungo tutta la lunghezza delle gambe. Amnesty ha anche raccolto resoconti di esecuzioni: i campi di lavoro costituiscono una sorta di Stato nello Stato, con la polizia segreta nordcoreana incaricata di mantenere l’ordine e fornire gli approvvigionamenti. 

Amnesty International ha denunciato: «Il governo della Repubblica democratica popolare di Corea (Corea del Nord) ha continuato a rifiutare l’accesso degli osservatori indipendenti per i diritti umani. Continuano a essere segnalati episodi di repressione delle libertà fondamentali, maltrattamenti nei campi di prigionia, esecuzioni pubbliche e repressione religiosa. Chiunque esprima un’opinione contraria alla posizione del partito di governo nordcoreano è sottoposto a gravi punizioni, spesso condivise dai familiari». Nel nuovo accordo tra Russia e Corea del Nord si parla di miglioramenti nelle condizioni di vita dei lavoratori, ma al contempo è stabilito che i dissidenti politici vengano riportati in patria per essere puniti. Il testo fa esplicito riferimento a «competenti organi coreani» incaricati di assistere la polizia russa nel mantenere l’ordine. Proprio il modo in cui i nordcoreani sono descritti nel documento del ministero per il Commercio e lo sviluppo economico, dove la maggior parte delle esportazioni è classificata come “forza-lavoro”, potrebbe effettivamente essere qualificato come tratta degli schiavi. E il fatto che la polizia russa cooperi con i servizi di sicurezza nordcoreani nel dare la caccia ai fuggitivi «è una violazione degli obblighi della Russia nei confronti del diritto internazionale» secondo Human Rights Watch per l’Europa e l’Asia centrale. Secondo le organizzazioni per i diritti umani, col suo comportamento Mosca sta violando le leggi internazionali. Per esempio: col negare asilo ai nordcoreani che fuggono dai campi di lavoro viola la Convenzione per i Rifugiati del 1951. E la stessa esistenza di questi campi prova che la Russia sta violando la Convenzione Internazionale sulla schiavitù del 1927.  

Il più "pulito" degli Stati ha la rogna. Prendete gli Stati Uniti d'America: sterminio degli Indiani, segregazione razziale, mafie di Stato, guerre in mezzo mondo (bombardamenti batteriologici vietati dalle norme internazionali proprio in Corea del Nord negli '50), vale a dire esattamente il contrario di una democrazia. Anche la Russia al pari degli USA è dotata di armi geofisiche.



Schiavitù nel mondo



Sarebbero più di 200 mila i detenuti nei gulag della Corea del Nord.  “Sono almeno 27 milioni gli schiavi viventi”, attesta Anti-Slavery International, organizzazione con sede a Londra; più di quanti furono incatenati nella tratta dall’Africa tra il 1650 e il 1850. Una volta il diritto di proprietà si basava su un principio legale, oggi sulla violenza e sulle minacce ai familiari. Risultato: lavori forzati in Africa occidentale, bambini pakistani venduti a 6 anni per fare i fantini nelle corse di cammelli, schiavi tagliatori di alberi in Amazzonia, braccianti che hanno ereditato la schiavitù per debiti dai loro genitori in India. Prostitute in Bosnia che cambiano proprietario al prezzo di 1500 dollari.  Per l’organizzazione Free the Slaves, oggi in Italia, fra prostitute africane e dell'Europa dell'Est, nonché lavoratori forzati cinesi, sopravvivono in stato di schiavitù circa 100 mila persone.


Post scriptum 1

In Russia ai tempi di Stalin sono stati assassinati più italiani che sotto il fascismo di Mussolini, grazie soprattutto ed in particolare all'opera delittuosa di Palmiro Togliatti. Il compagno di Nilde Iotti aveva tradito anche Antonio Gramsci. Comunismo e fascismo, due facce della stessa medaglia totalitaria. 


Post scriptum 2

Non sono di destra né di sinistra o centro. Si tratta di etichette prive di senso!  Gaber docet.