mardi 24 septembre 2013

IL WI-FI UCCIDE LA VITA - L'obbedienza e' la piu' subdola delle tentazioni:

L'obbedienza e' la piu' subdola delle tentazioni: IL WI-FI UCCIDE LA VITA: a cura di  Gianni Lannes





a cura di Gianni Lannes



Giganteschi conflitti di interesse, ben occultati, dal WHO, ovvero da chi dovrebbe tutelare la salute della popolazione mondiale.

Gli effetti letali delle microonde sono noti all'Organizzazione Mondiale della Sanità almeno dal 1973 e ai cosiddetti "scienziati"della materia venduti all'industria del settore, ma sono stati nascosti per 40 anni al fine di preservare gli interessi economici delle multinazionali del settore. 

Ecco la prova ufficiale dell'Oms: (International Symposium Research Agreement No. 05-609-04), lo studio è intitolato BIOLOGIC EFFECTS AND HEALTH HAZARDS OF MICROWAVE RADIATION.











http://www.next-up.org/pdf/Biologic_effects_and_health_hazards_of_microwave_radiation_23_04_2010.pdf 


Recentemente un esperto in materia, il dottor Barrie Trower ha pubblicato una nuova relazione sul rovente argomento.




Ecco uno stralcio:

Avvertenza per i colleghi Scienziati: ho scritto questa relazione in modo da farmi capire anche da studenti e più in generale da persone che non abbiano formazione tecnica.



Sommario



Come affermato da ricercatori universitari, scienziati governativi e consulenti scientifici internazionali, almeno il 57,7% delle studentesse esposte a radiazioni a microonde di basso livello (Wi-fi) sono a rischio di avere aborti, malformazioni fetali o bambini con tare genetiche. I danni genetici possono essere trasmessi alle generazioni successive.




Wi-fi, un caso Talidomide in divenire: chi se ne preoccupa? 


Il professore John R Goldsmith è consulente internazionale per le comunicazioni in R.F., consulente per l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Epidemiologia e Scienze della Comunicazione, consulente militare e universitario nonché ricercatore. A proposito dei bassi livelli di esposizione (sotto il livello termico) all’irraggiamento da microonde aventi le donne come bersaglio ha scritto:



“Nelle donne esposte a radiazioni di microonde, nel 47.7% dei casi ci sono stati aborti prima della settima settimana di gravidanza....”(1)



Il livello di irraggiamento incidente sulle donne in esame partiva da cinque microwatt per centimetro quadrato. Un tale livello può sembrare privo di senso per un non scienziato, diventa però più significativo se diciamo che è al di sotto di quello che la maggior parte delle studentesse riceve in un'aula dotata di trasmettitori wi-fi, a partire dall'età di circa cinque anni in su.



Si deve fare una distinzione molto importante: le studentesse non sono ancora donne, sono bambine e i bambini sia neurologicamente che fisiologicamente sono diversi dagli adulti. Il tessuto cerebrale e il midollo osseo di un bambino ha proprietà di conducibilità elettrica diverse rispetto agli adulti a causa del maggior contenuto di acqua (2) (questo rende il SAR, Specific Absorption Rate, obsoleto). L’assorbimento della radiazione a microonde nei bambini può essere dieci volte superiore rispetto agli adulti. L’esposizione a microonde a basso livello permanente può indurre ‘stress’ cronico ossidativo e nitrosativo e quindi danneggiare i mitocondri cellulari (mitocondriopatia). Questo 'stress' può causare danni irreversibili al DNA mitocondriale (esso è dieci volte più sensibile allo stress ossidativo e nitrosativo del DNA nel nucleo della cellula). Il DNA mitocondriale non è riparabile a causa del suo basso contenuto di proteine istoniche, pertanto eventuali danni (genetici o altro) si possono trasmettere a tutte le generazioni successive attraverso la linea materna. (3)



Quindi, stiamo danneggiando non solo questa ma anche tutte le future generazioni femminili. Se questi due aumenti di dieci volte si 'combinino' per diventare 57,7% o siano addizionali, quindi pari al 67,7% di chi è danneggiato, non è chiaro. Ma in entrambi i casi ci troviamo di fronte all'equivalente di una vera pandemia. Di recente sono stato invitato a presentare una lezione all'Università di Brighton e un medico ha commentato un danno fetale tasso di natalità +60% in animali da fattoria. In effetti, tutte le specie di mammiferi subiscono ovviamente le stesse conseguenze dovute a bassi livelli di irradiazione a microonde in quanto 'biologicamente' c'è poca differenza tra le nostre cellule embrionali e le loro.



Invito il lettore a esaminare il mio diagramma e a leggere la mia semplice spiegazione relativa alla cottura a microonde dei follicoli ovarici delle studentesse.



Una Spiegazione Semplice



Immaginate di essere una bambina di cinque anni e di essere a scuola, seduta con un computer portatile wi-fi vicino al vostro addome. Teoricamente, le ovaie possono essere irradiate fino a quando lascerete la scuola all’età di 16-18 anni. Quando poi rimarrete incinta, ognuno dei vostri follicoli (che poi diventeranno uova) sarà stato esposto alle microonde. Quindi, potreste avere un bambino sano oppure no.



Se rimaneste incinta da studentessa, il vostro embrione (per i suoi primi 100 giorni, se è femmina) produrrà circa 400.000 follicoli (nelle sue ovaie) per la futura neonata.



Il problema è che queste cellule follicolari in sviluppo non hanno la protezione cellulare delle cellule adulte mature. Di conseguenza le vostre 'nipotine' potrebbero aver avuto ogni singola cellula follicolare irradiata e danneggiata ancor prima del concepimento. Pertanto quando la bambina diverrà una donna adulta (con i suoi follicoli irradiati) vi sarà una maggiore probabilità che il suo bambino (vostro nipote) soffra dei disturbi menzionati in precedenza, durante il concepimento o le fasi di sviluppo embrionale e fetale.



Oltre Ogni Immaginazione



La sconvolgente verità è che non solo tutto questo era noto e documentato molto prima che il wi-fi fosse messo in prossimità dei bambini, ma addirittura gli effetti biologici pericolosi sono stati nascosti al pubblico (com’è tutt’ora), per preservare i profitti delle industrie...





suggerimenti di lettura:




fonte: http://sulatestagiannilannes.blogspot.it