" C’è una parola che riecheggia intorno e quella parola è umiliazione. Per gli studenti intimiditi da docenti retrocessi a vigilantes, costretti alla rinuncia di ogni rivendicazione nel timore del cattivo voto alla maturità.
Per i professori convertiti in erogatori di test e quiz come a scuola guida. Per le famiglie esposte alle richieste ricattatorie e divisive di “contributi” per il funzionamento della macchina-scuola, dalla carta igienica ai pc, dalle gite diventate il business di un opaco turismo scolastico obbligatorio, al “sostegno” raccomandato per i ragazzi meno “motivati” e per il mercato largamente illegale delle ripetizioni. "