Adriatico: bombe U.S.A. |
di Gianni Lannes
Nonostante le promesse dei Governi italiani e dei padroni NATO, le bonifiche reali non state effettuate in fondo ai mari d'Italia, inquinati da un numero incalcolabile di ordigni d'ogni genere, con targa anglo-americana.
A distanza di 12 anni, purtroppo, sono costretto a porre in evidenza un'inchiesta, già pubblicata dal settimanale Diario della settimana.
Questo genere di attualità non passa mai, se non in modo tragico sulla pelle dei pescatori. Ancora oggi le cartelle cliniche del lavoratori del mare sono sottoposte a segreto di Stato, come nel caso accaduto recentemente a Molfetta, che ha visto protagonisti involontari alcuni pescatori di una piccola cooperativa, ed il Policlinico di Bari che ha negato il rilascio delle cartelle cliniche agli infortunati in mare, a causa dell'involontario ripescaggio di bombe caricate con aggressivi chimici proibiti dalla Convenzione di Ginevra del 1925.
A parte le bombe all'iprite trasportate a Bari già nel 1943 a bordo di numerose mavi militarizzate, il grosso dell'arsenale è stato affondato al termine della seconda guerra mondiale per occultare le prove di una presenza proibita dalla Convenzione di Ginevra sulle armci chimiche - così attestano gli archivi segreti di U.S.A. e Gran Bretagna - al largo di Manfredonia. Ulteriori riscontri diretti in mare, grazie anche all'ausilio di tanti pescatori locali mi ha consentito di individuare l'ampio cimitero subacqueo che si estende fino a Margherita di Savoia.
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/04/armi-chimiche-in-mare.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=pianosa