dimanche 11 août 2013

L'azzardo, in tempo di ferie agostane

 POST PUBBLICATO DA http://www.contropiano.org/archivio-news/documenti/item/18446-l-azzardo-in-tempo-di-ferie-agostane


(Questa fa il paio con con la tassa sulla Morte (chissà perchè mi viene in mente Totò...). Rubano le monetine delle offerte in chiesa con spago e calamita. Semprechè la calamita non perda le sue proprietà, immersa com'è in un forno a microonde e quintalate di onde elettromagnetiche varie, tutto insieme.Chi si ricorda la figura barbina che fa Topolino "Apprendista Stregone" nel film "Fantasia" di Disney del '40? - nota di chi diffonde l'articolo)


L'azzardo, in tempo di ferie agostane
Prosegue e si arricchisce di presenze nuove e importanti, l’inchiesta iniziata nel giugno dello scorso anno da Contropiano sul business del gioco d'azzardo e delle slot machine. Abbiamo voluto sentire l'esperienza del collettivo Senza Slot di Pavia che anima l'omonimo sito e varie iniziative.
Si tratta di una novità, in un orizzonte abbastanza “arido”, e in assenza di un solido movimento concreto, data dall’entrata nella scena attuale di un’iniziativa considerevole, se non altro, nella messa in atto di concreti comportamenti di rifiuto, denuncia e contrasto del “penoso” fenomeno presente nell’attuale situazione economica e sociale, rappresentato dal problema del gioco d’azzardo legalizzato e delle sue ricadute e contraddizioni che ciò sta comportando, con situazioni al limite del collasso sia economico sia sociale sia sempre più si trasforma in “tragedia violenta” e autolesionista.
Il problema della forte dipendenza di carattere psicologico (definita ludopatia o ludomania), dovuta dall’illusione (non solo ottica) monetaria che il settore del gioco d’azzardo, le slot-machine, i videopoker e quant’altro, sono in grado di produrre attraverso “facili e futili” vincite che possano così alleviare le sempre più fragili e miserabili condizioni economiche.
Tutto ciò ha come effetto quello di nascondere gli enormi profitti che le aziende e le società concessionarie delle licenze per l’installazione di migliaia di macchinette mangia soldi, collocate in quasi tutti i luoghi del nostro paese.
Negli ultimi mesi si è costituita, grazie soprattutto ad alcune soggettività ancora reattive di fronte a tale sopruso dovuto alla pervasiva presenza del gioco d’azzardo “legalizzato”, e anche per una reazione di settori sociali, soprattutto a Pavia (che detiene un negativo primato dovuto alla presenza di 1 slot mangiasoldi per ogni 100 abitanti (?)..), una esperienza che denominandosi “noslot”, ha dato inizio ad un movimento di monitoraggio e mappatura su scala (possibilmente nazionale), di locali e bar che rifiutano la presenza nel loro locale di slot machine.
I diretti interessati, al quale Contropiano ha chiesto un’intervista per meglio specificare la funzione e le prospettive di tale proposta, si sono, di fatto, auto intervistati: quella che segue è l’intervista (www.senzaslot.it). Nel loro sito sono presenti (per chi lo desidera) contatti e collegamenti con esperienze e iniziative simili.

L'intervista a Senzaslot
Perché ce l’avete tanto con le macchinette mangiasoldi?
Perché in un periodo di crisi come questo, a mangiare i soldi ci sono già le banche e i governi. A cascare nella trappola delle macchinette è quasi sempre la “povera gente”, sono gli indifesi ed i più deboli. Questo sito certamente non risolverà il problema ma forse riuscirà ad essere un deterrente per i gestori dei bar e soprattutto un incoraggiamento per chi resiste.
Siete moralisti?
No. Il nostro non è un giudizio morale sul gioco, è un giudizio sociale e politico sul meccanismo delle macchinette mangiasoldi. Ci rifacciamo alla tradizione di lotta della sinistra anticapitalista contro l’alcoolismo, l’eroina (“Eroina, fascisti e polizia / dai nostri quartieri vi spazzeremo via”) ecc. Chi è schiavo delle macchinette non potrà ribellarsi dalle altre schiavitù di cui è vittima in questa società. Non condanniamo e non giudichiamo le vittime della dipendenza, ma i padroni delle macchinette che si arricchiscono sulla miseria e sul degrado psicologico che creano.
Non state mettendola giù troppo dura?
La ludomania (problem gambling, gioco d’azzardo patologico/problematico/compulsivo) è una dipendenza pericolosa con minacciosi risvolti economici e culturali.
Quali sono i minacciosi risvolti economici del gioco d’azzardo compulsivo?
Il popolo si impoverisce, mentre si arricchiscono coloro che detengono la proprietà delle macchinette. Obbligare giovani, lavoratori e pensionati a dilapidare il proprio scarso reddito, rendendoli dei “drogati” delle macchinette, è una forma estrema di consumismo utile a far circolare a forza il denaro negli interessi di chi controlla l’economia: non si spende neanche più per avere merci poco utili, si spende per non avere in cambio niente. È l’acquisto senza consumo, il sogno di ogni capitalista.
Spesso i padroni delle macchinette sono le grandi organizzazioni criminali di stampo mafioso, che gestiscono il racket delle slot illegali. Anche le macchinette a norma sono imposte ai bar sia offrendo una piccola parte dei guadagni, trasformando i gestori dei bar in pusher e complici, sia con atteggiamenti ricattatori o vere e proprie intimidazioni mafiose.
Quali sono i minacciosi risvolti culturali del gioco d’azzardo compulsivo?
Indurre il popolo a buttare il reddito che ha faticosamente ottenuto col lavoro in un investimento ad altissimo rischio incoraggia un’ideologia per cui salari e pensioni possono essere cancellati in un istante e attribuisce un valore positivo al guadagno ottenuto senza lavorare, con la fortuna o con l’imbroglio. I videopoker sono “capitalismo finanziario per sfigati”. Le macchinette mangiasoldi mangiano anche il valore della socialità, dell’ozio, della pausa dalla corsa al guadagno, dello scambio di idee che in Italia come in molti altri Paesi sono associati al caffè (“caffè e giornale”, “prendiamoci un caffè”).
Il boicottaggio può risolvere il problema?
No. Vogliamo semplicemente aiutare una riflessione, esprimere un fastidio, tentare una riconquista di spazi che ci sono stati sottratti. Le persone con una dipendenza dalle macchinette non ne usciranno soltanto perché noi non prendiamo il caffè nei luoghi dove si drogano, hanno bisogno di un aiuto competente e di una prospettiva diversa per la loro vita. Quello che vogliamo fare rifiutando le macchinette è non contribuire al senso di “normalità” che circonda questo fenomeno; non vogliamo essere il sottofondo rassicurante del pusher. Anche la caffeina è una sostanza che dà dipendenza, ma è una dipendenza leggera attorno alla quale si è costruita nei secoli una cultura positiva che la modera e la sorregge. Questo non è possibile con le macchinette, e non vogliamo contribuire a costruire l’illusione che giocare alle macchinette possa diventare un piccolo vizio innocuo come prendere un caffè.
Ce l’avete con chi lavora nei locali che hanno le macchinette?
Assolutamente no. Vogliamo fare una pubblicità positiva ai proprietari dei locali che rinunciano ad avere delle macchinette, ma sappiamo che ci sono molti piccoli proprietari di bar che vorrebbero rinunciare ma per vari motivi non riescono; talvolta sono obbligati a farlo dalle mafie che controllano il racket dei videopoker non a norma.
Quelli che ci interessano più dei proprietari, tuttavia, sono i dipendenti (spesso precari o in nero) che lavorano nei locali con le macchinette. Loro hanno ancora meno colpe e a causa delle macchinette si trovano costretti a stare fianco a fianco con persone che hanno problemi di dipendenza dal gioco, che possono essere difficili da gestire e in alcuni casi pericolose. Pensiamo anche alla difficoltà psicologica che può avere la cassiera di un bar nel trovare la risposta giusta da dare a un minorenne, a un anziano o a un povero che le chiedono di cambiare dei soldi per giocare al videopoker. Pensiamo a che tipo di ambiente si crea in un locale in cui la zona coi tavolini per il caffè viene gradualmente invasa dalla “zona casinò” e in cui magari cominciano a comparire figure squallide come l’usuraio. I locali con macchinette, inoltre, subiscono rapine molto più frequentemente, esponendo i loro lavoratori a rischi fisici e psicologici. Sono un ambiente malsano in cui lavorare.
Alcune domande tecniche
Quali locali considerate come “senza slot”?
Per essere considerato “senza slot”, un locale deve essere privo di videopoker o slot machine e ovviamente non deve essere un bingo o un casinò. Non ha importanza quale sia il tema della macchinetta (carte da gioco, combinazioni di simboli su dischi rotanti ecc.), quel che conta è che siano macchine che in un tempo breve permettono di spendere cifre molto elevate, che richiedono un’abilità minima in confronto alla fortuna e che attraggono giocatori sulla base della prospettiva (irrealistica) di facili guadagni.
I videogiochi tradizionali, che non permettono di vincere niente, così come i flipper, non sono un problema. Esistono anche dei giochi di abilità a premi o dei distributori di regali che hanno delle lontane analogie con le slot, ma che per come sono costruiti e per l’entità scarsissima del guadagno possibile non inducono al gioco ossessivo. Vogliamo tenere una definizione piuttosto stretta per evitare di fare di tutta l’erba un fascio e non riuscire più a riconoscere i contorni di un fenomeno ben preciso che è esploso negli ultimi anni.
Questo sito riguarda solo i bar o anche i ristoranti?
La risposta breve è: solo i bar. La risposta lunga è: su questo sito raccogliamo gli indirizzi di locali che hanno almeno una macchina del caffè e un bancone, o in ogni caso un servizio caffetteria. Il motivo è che per fortuna i ristoranti sono quasi tutti senza slot, quindi sarebbe poco utile elencarli.
Avete controllato tutti i locali uno ad uno?
Per ora sì, i primi locali che abbiamo inserito sono stati controllati da noi stessi. Per quanto riguarda i prossimi, cercheremo di controllarli finché ci sarà possibile. Speriamo che con il crescere del numero dei locali anche la comunità dei segnalatori possa aumentare. A quel punto ci inventeremo qualcosa per certificare i segnalatori!
Ho visto che avete segnalato come senza slot un locale che ha le slot, cosa devo fare?
Se hai scoperto che un locale, dopo la nostra visita, ha messo in bella mostra delle slot, scrivici un’email a info@senzaslot.it, allegando se possibile una foto: provvederemo a rimuoverlo!
Ho scoperto che c’è un errore nell’indirizzo di un locale, cosa devo fare?
Bravo! Segnalaci l’errore via mail a info@senzaslot.it, correggeremo prontamente l’errore!
Rispettate la privacy degli utenti?
Noi non memorizziamo in nessun modo la vostra posizione o il vostro indirizzo IP, che sono utilizzati dal vostro stesso browser, non dal nostro sito, per mostrarvi la mappa centrata sulla vostra posizione attuale.
Perché la mappa non è centrata sulla mia posizione attuale?
Probabilmente perché non hai autorizzato il browser a fornirci la tua posizione. In tale caso, la tua posizione viene indovinata in modo molto approssimato sulla base del tuo indirizzo IP; in alcuni casi questo sistema può dare errori anche molto grandi. Puoi sempre scrivere esplicitamente dove ti trovi e cliccare su Cerca.
Perché non vedo nessun bar in un luogo molto lontano dalla mia posizione?
Perché per evitare di rallentare troppo il caricamento del sito e di mettere troppo carico sul nostro database mostriamo solamente i 250 bar più vicini a quella che consideriamo la tua posizione attuale. Hai comunque una bella sfilza di locali senza slot tra cui scegliere, no?
Alcune domande impertinenti
Voglio farvi una domanda alla quale non avete risposto nelle FAQ, voglio darvi qualche suggerimento oppure voglio insultarvi, come faccio?
Per tutte le richieste scriveteci a info@senzaslot.it, per gli insulti c’è una casella specifica:insulti@senzaslot.it!
Chi vi paga?
Nessuno. Anche perché la spesa per ora è solo 10 euro all’anno per il sito.
Per una migliore conoscenza dei pensieri e e delle strategie che orientano i “padroni” delle aziende che sono in posseso delle licenze per la installazione delle slot-machine, riportiamo una dichiarazione di: Bob Stupak, amministratore delegato di Las Vegas Stratosphere: "Quando installiamo 50 slot machine, le considero sempre come altre 50 trappole per topi. Per prendere un topo qualcosa va pur fatto. Il nostro compito è estrarre quanto più denaro possibile dai nostri clienti."