Da ormai due anni a questa parte, la parola d’ordine della politica italiana è “sacrificio”. Occorre fare sacrifici per salvare l’Italia, ci ricorda continuamente il capo dello Stato Napolitano. Sacrifici che naturalmente non riguardano la classe politica (un parlamentare continua a guadagnare 20mila euro al mese, il Quirinale costa circa 250 milioni), né i cosiddetti manager pubblici, né tanto meno le altre caste, bensì i soliti noti: operai, pensionati (non quelli d’oro) e impiegati.
Uno potrebbe essere portato a pensare: “Speriamo che grazie a tutti questi sacrifici, almeno, prima o poi il paese si risolleverà”. Nulla di più sbagliato. Tasse, imposte e tagli ai servizi e ai diritti con cui i governi Berlusconi-Monti-Letta ci stanno massacrando, infatti, caratterizzano anche l’azione di governo degli anni a seguire.
Già oggi stiamo pagando gli effetti della cossidetta politica di austerity imposta da Bce, Ue ed Fmi, ma da tra un anno e qualche mese, cioè dal 2015, la situazione sarà castrofica.
No, non stiamo cercando di rubare il mestiere ai tromboni del giornalismo e delle accademie, stiamo semplicemente citando un dato di fatto: dal 2015 entrerà in vigore il Fiscal Compact.
Approvato nel luglio 2012 dal Pd-Pdl-Udc, il Fiscal Compact prevede l’obbligo per i Paesi con un debito pubblico superiore al 60% del Pil di rientrare entro tale soglia nel giro di 20 anni, ad un ritmo pari ad un ventesimo dell’eccedenza ogni anno.
Cosa vuol dire in parole più semplici? Che l’Italia deve ridurre il suo enorme debito pubblico di circa 45 miliardi di euro ogni anno! Una cifra mostruosa, se pensate al semplice fatto che l’Imu sulla prima casa – sulla quale ci stanno fracassando i neuroni da anni – vale “appena” 4 miliardi di euro. Imu che, per inciso, non è stata abolita, ma vale ancora per le seconde e terze case e cambierà nome per la prima casa, chiamandosi Service Tax.
Può, un paese che non riesce a trovare 4 miliardi di euro l’anno (basterebbe tagliare le super pensioni d’oro, ma la Corte Costituzionale – e ora c’è anche Amato – non vuole…), trovarne ogni anno 45? Visto il livello della classe politica e visto che non ci sono le condizioni perché il Pd-Pdl-Scelta Civica perda la maggioranza, le conseguenze sono matematicamente prevedibili.
Ci sarà un ulteriore aumento di tasse e imposte, i servizi saranno ridotti all’osso, aziende e patrimonio dello Stato verranno svendute ai privati. Di questo, ovviamente, giornali e telegiornali non parlano. Meglio discutere della Costa Concordia, delle primarie del Pd, del videomessaggio del 77enne Berlusconi, dei moniti di Napolitano, delle minacce di Letta.