L'Aquila: la strage nella casa dello studete - foto Gianni Lannes (6 aprile 2009) |
di Gianni Lannes
Non sono un depositario di verità, bensì un ricercatore. Non ho verità rivelate da dispensare né risposte nei cassetti da propinare alla gente, ma coltivo il dubbio e combatto i luoghi comuni. Attualmente non ho più alcuna fiducia nella magistratura italiana. Ho seguito gli eventi conseguenti alla strage aquilana in prima battuta. 4 anni fa ero inviato a L'Aquila del quotidiano La Stampa. In seguito ho realizzato due inchieste sul campo per il quotidiano L'Unità. Chiunque può verificare cosa ho scritto e pubblicato nel 2009 su importanti organi di informazione nazionale. All'epoca non immaginavo che si fosse trattato di un esperimento bellico di sollecitazione delle faglie sismiche con riscaldatori ionosferici (brevetto Eastlund), previa dispersione nell'aria (a bassa quota) di aerosol contenenti alluminio, bario e stronzio che rendono l'atmosfera elettroconduttiva in modo tale da consentire all'energia elettromagnetica di penetrare superficialmente la crosta terrestre, sollecitando il risveglio delle faglie primarie. Ho indagato da allora sul fenomeno del "terrorismo tellurico". Tra l'altro, sono stati pubblicati alcuni studi scientifici di caratura internazionale sulle gigantesche anomalie elettromagnetiche registrate proprio a l'Aquila, esattamente nella primavera dell'anno 2009.
Con Enzo Boschi non sono mai stato tenero, ma decisamente critico. Ho seguito il processo. Ho letto e studiato gli atti giudiziari, ho commentato la sentenza e le relative motivazioni. E tutto questo bailamme non mi convince. A mio avviso, ci sono altre, ovvero alte responsabilità istituzionali. E' in atto una guerra ambientale clandestina che sfrutta le forze della natura. L'Italia è notoriamente un'area sismica. Il Pentagono ha pensato bene di utilizzare lo Stivale proprio per queste ragioni fisiche: insomma, un comodo paravento.
Lo Stato italiano, vale a dire il Governo Berlusconi e mister Guido Bertolaso (riuscito a scansare il processo) dovrebbero spiegare, per esempio, per quale ragione fu evacuata qualche giorno prima la sede della prefettura, sede di coordinamento in loco della cosiddetta Protezione Civile; ed al contempo le istituzioni preposte tranquillizzavano la gente, a restare nelle proprie case? Anche il ruolo dei servizi segreti nostrani in merito andrebbe chiarito. Per caso le indagini giudiziarie sono state orientate in un'unica direzione predeterminata? Perché la Presidenza del Consiglio dei ministri non ha messo al corrente i magistrati delle attività segrete di geoingegneria ambientale della NATO? Tutto questi elementi informativi e tanto altro ai pm non sono stati forniti.
L'Aquila, 6 aprtile 2009: scie chimiche - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
A mio avviso, i condannati in primo grado come il professor Boschi sono stati usati come un comodo capro espiatorio da dare in pasto all'opinione pubblica; in ogni caso anche loro hanno delle responsabilità, ma non tali da giustificare una simile condanna penale. I responsabili diretti della strage non sono stati proprio sfiorati. come al solito. A proposito l'esperto del "radon come fondamentale precursore sismico", tale Giuliani, ha qualche rapporto con la Nasa? Ha per caso lavorato all'Istituto nazionale di fisica nucleare?
Qualcosa di personale. Ho informato 4 mesi fa la senatrice Stefania Pezzopane (Pd) della situazione, all'epoca presidente dell'ente provincia, ma non si è fatta più sentire, mentre prima era sempre sollecita ad informarmi delle sue iniziative politiche.
La verità, indicibile, è un'altra. Se Boschi e i suoi colleghi conoscono la vera genesi di quel sisma indotto, è ora che parlino pubblicamente per il loro stesso bene, per affermare la verità e anche per la scienza, sempre più asservita dal sistema di potere dominante e dagli interessi economici.
Ho letto stamani le riflessioni aperte di Enzo Boschi e così le ri-pubblico.
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/07/laquila-6-aprile-2009-prove.html
Il Processo alla Commissione Grandi Rischi
di Enzo Boschi
Qualcuno doveva aver diffamato Josef K. perché , senza che avesse fatto nulla di male, una mattina venne arrestato.
Da Il Processo di Kafka.
Sono stato condannato a sei anni di reclusione per non aver comunicato bene il rischio sismico cui erano sottoposti gli abitanti de L’Aquila nel 2009. È quanto ho capito dalla lettura delle 946 pagine della sentenza. Vi è scritto che gli Aquilani, quando avvertivano una scossa sismica, avevano l’abitudine di uscire di casa. Nel terremoto del 6 Aprile 2009 un certo numero non l’avrebbe fatto proprio quella notte perché rassicurati dalla Commissione Grandi Rischi (CGR) riunitasi all’Aquila una settimana prima. Testimoniato, questo, dai parenti delle vittime, considerati depositari del loro pensiero. Le rassicurazioni, secondo i testimoni, erano giunte attraverso i normali mezzi di comunicazione: giornali, radio e televisione. È assodato che non ho mai parlato con giornali, radio e televisioni della sismicità aquilana.
Dopo la riunione della CGR ci fu una conferenza stampa organizzata dall’Assessore regionale alla Protezione Civile (PC) e dal ViceCapo della PC nazionale. Non fui invitato e non vi partecipai. Non è dato sapere cosa vi fu detto. Non esiste una registrazione dell’evento. Sembra incredibile ma esistono solo immagini senza audio. Immagini dove non appaio.
Non esiste assolutamente alcun nesso fra la scelta degli Aquilani che quella notte non abbandonarono le abitazioni e quanto discusso durante la riunione della CGR benché il Giudice abbia utilizzato quasi mille pagine per cercare di dimostrarlo. Ma per arrivare alla sentenza storica, di cui si è cominciato a favoleggiare ben prima dell’inizio del processo, si è passati sopra le più banali questioni di buonsenso.
L’accordo ufficiale tra l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e la PC prevedeva che esclusivamente a quest’ultima spettasse ogni tipo di comunicazione del rischio. Ed è normale che sia così: la PC è un organo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il potere esecutivo più elevato. A questa disposizione tutto l’Istituto si è sempre attenuto.
La “prova” usata dal Pubblico Ministero (PM) è il verbale della riunione della CGR. Scritto, senza che noi ne venissimo informati, da una funzionaria della PC e corretto dal Capo dell’Ufficio Rischio Sismico della PC . Vidi il verbale dopo il terremoto e lo firmai come atto dovuto. Gli Aquilani hanno potuto leggerlo solo successivamente, sul quotidiano “la Repubblica”.
Il contenuto è sostanzialmente corretto. Si divide in due parti. Nella prima, succinta, dopo aver ricordato le caratteristiche della sequenza in atto, si ribadisce che l’Abruzzo e in particolare L’Aquila è fra le zone a maggior pericolosità sismica in Italia. Nella seconda si risponde a un quesito sulla prevedibilità dei terremoti. A questa parte viene dedicata molta più attenzione. Si afferma che i terremoti non sono prevedibili spiegandone il perché su basi scientifiche. Spiego la difficoltà di capire fino in fondo la meccanica della sorgente sismica, quindi l’impossibilità di arrivare alla previsione, visto che terremoti forti su una stessa faglia sono rarissimi: possono passare anche migliaia di anni affinché si ricreino le condizioni per avere un altro terremoto forte sulla stessa faglia. Sulla stessa faglia, non nella stessa regione come ha voluto intendere il PM ironizzando sulla mia affermazione. È evidente che se si amplia la regione che si considera si troverà un maggior numero di faglie e quindi un maggior numero d scosse e quindi periodi di ritorno molto più brevi. Se consideriamo tutto il territorio nazionale abbiamo un evento importante ogni 4 o 5 anni. Il ripetersi del temuto terremoto del 1703 appariva quindi poco probabile non solo perché riguarda una struttura diversa da quelle dove si stava sviluppando lo sciame ma anche perché è da considerarsi troppo recente; la stessa affermazione vale per la terribile scossa del 1915.
All’inizio della riunione della CGR fu fatto l’elenco dei partecipanti: circolò un foglio che tutti firmammo. Al processo questo foglio comparve cucito a una versione del verbale ben diversa da quello ufficiale, versione che il Giudice ha utilizzato nella sua sentenza.
Per dimostrare la mia colpevolezza il PM si è servito di un mio lavoro, pubblicato nel 1995 su una prestigiosa rivista di Sismologia, stravolgendone completamente il significato. Ha di fatto processato i metodi della Ricerca. Rivendico la validità del metodo scientific e sono pronto a sostenere le mie affermazioni fino a subirne anche pesanti conseguenze, come di fatto già mi sta accadendo. Intendo difendere un principio per me e per qualunque Scienziato non negoziabile: quello della assoluta indipendenza della Ricerca, sopratutto dalla Magistratura Il lavoro del 1995 evidenzia l’importanza nelle trattazioni statistiche del cosiddetto “clustering” temporale: cioè un certo numero di forti terremoti in un breve, in senso geologico, intervallo di tempo Il lavoro si conclude avvertendo che l’elevata probabilità calcolata per l’Aquilano è da considerare non significativa, come è chiaramente scritto nelle conclusioni, perché basata solo su tre eventi verificatisi tra il ‘600 e il ‘700 che non possono costituire una base sufficiente per descrivere quello che succederà nei secoli successivi. Comunque si tratta di considerazioni specialistiche che non riguardano direttamente la difesa dei cittadini dai terremoti. Nel 2003, sei anni prima del terremoto, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Mappa Sismica che contiene tutte le necessarie indicazioni per conseguire un adeguato livello di sicurezza, se presa nella dovuta considerazione.
Le interpretazioni superficiali date dal PM di valutazioni e risultati scientifici per sostenere le sue tesi costituiscono un precedente gravissimo non solo per la Sismologia ma per molte altre discipline. Si pensi solo alla Biologia e alla Medicina! La Scienza è in continua evoluzione: risultati, validi nel passato, possono venir considerati del tutto obsoleti o errati alla luce di nuove evidenze. Ma gli autori di quei risultati non possono certo essere perseguiti dalla Legge. La Ricerca progredisce anche con tentativi che si rivelano, con il procedere delle conoscenze, inappropriati. Quando nel 1995 scrissi in lingua inglese il lavoro “incriminato” mi rivolgevo ai colleghi di tutto il mondo affinché ne potessero eventualmente verificare i risultati come deve avvenire nella moderna Ricerca Scientifica se non si vuol tornare all’”ipse dixit” pre-galileiano.
Il PM mi ha interrogato due volte chiedendomi alcune spiegazioni senza contestarmi alcunché non dandomi perciò la possibilità di spiegare le mie ragioni. Ho interpretato erroneamente questo suo comportamento tanto da rinunciare ingenuamente a tutti i miei testimoni, convinto di essere assolto e di esserlo, così facendo, più rapidamente.
Il Sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, ha testimoniato con decisione che era rimasto talmente impressionato dalle mie dichiarazioni sul rischio sismico della sua città, fatte durante la riunione della CGR, che decise di chiudere alcune scuole e di chiedere lo stato di emergenza. Questa testimonianza è stata ignorata dal PM e dal Giudice. Allora o Cialente ha commesso falsa testimonianza o io non posso essere accusato di aver tranquillizzato. Non vi è una terza possibilità. Non ho tranquillizzato durante la riunione, non ho tranquillizzato prima della riunione non ho tranquillizzato dopo. Normalmente non tranquillizzo mai se non altro perché in Italia gli edifici crollano anche senza scosse sismiche. Figurarsi con un terremoto! Potrei inoltre dimostrare che ho ricordato pubblicamente e frequentemente il rischio sismico abruzzese e aquilano per almeno 30 anni, senza venir mai considerato.
Come già accennato, nel 2003 fu pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in cui venne ufficializzata la Mappa Sismica prodotta principalmente dall’INGV di cui ero allora Presidente. Si vede chiaramente che l’Abruzzo è la zona a massima pericolosità. Uno degli scopi della pubblicazione era informare gli Amministratori delle azioni da intraprendere per ridurre il rischio sismico nelle regioni, province o comuni di loro competenza. Agli Amministratori era stata precedentemente fornita dalla PC anche una poderosa pubblicazione in tre volumi con la lista degli edifici pubblici a rischio, Comune per Comune, di tutte le regioni più sismiche, Abruzzo compreso. Questo perché l’unico modo per difendersi dai terremoti è vivere in edifici sicuri: non vi e’ altra strada.
Con la pubblicazione ufficiale della Mappa si giunge, allo stato attuale delle conoscenze, al massimo contributo possibile che la Sismologia possa fornire alla Società per la difesa dai terremoti. Essa e altre mappe molto dettagliate, ove appare con grande evidenza la pericolosità dell’Aquila, vennero mostrate e fornite durante la riunione della CGR ma, come scoprii successivamente, non furono annesse al verbale della riunione. Furono mostrate al PM che, però, le ha ignorate come ha ignorato la testimonianza di Cialente. Queste dimenticanze insieme al tentativo di utilizzare un mio lavoro scientifico per arrivare a un verdetto di colpevolezza dimostrano l’insostenibilità della formulazione dell’accusa: una totale mancanza di argomenti!
Infine ricordo che quella che il PM considera tranquillizzazione è riconducibile esclusivamente a una dichiarazione del ViceCapo della PC fatta prima della riunione della CGR ed estratta da un’intervista da lui rilasciata a una TV e poi riportata da tutti gli organi di informazione locali. Vi si affermerebbe che tanti piccoli terremoti impediscono il verificarsi di scosse più forti. Cosa che ovviamente nessuno può prendere seriamente in considerazione visto che in Italia abbiamo ogni anno migliaia e migliaia di piccole scosse e quindi non avremmo mai dovuto avere scosse forti nel passato. Ebbene il PM ha stabilito che questa affermazione fatta PRIMA della riunione della CGR fu una conseguenza di quanto dichiarato DOPO, durante la riunione stessa!
Il PM e il Giudice hanno insistito nel dire che NON sono stato condannato per una “mancata previsione”. E allora, per quale ragione sono stato condannato? Non mi si può imputare la pessima qualità delle costruzioni: non le ho certo progettate e costruite io! Non mi si può imputare il mancato controllo del rispetto delle leggi antisismiche: compito che spetta a ben altra Autorità. Non mi si può imputare la mancanza di un’efficace organizzazione per la gestione di situazioni di emergenza: compito delle strutture di PC locali. Non mi si può imputare un’ errata comunicazione del rischio: compito della PC, come già ricordato. Non mi si può imputare di aver diffuso informazioni sbagliate o imprudenti perché ne sarebbe rimasta traccia… Mi domando: che cosa avrei dovuto fare per non incorrere nella severità della Giustizia? A questa domanda ho trovato soltanto una risposta ragionevole: avrei dovuto prevedere il terremoto.
Posso quindi concludere che sono stato condannato per la”mancata previsione” del terremoto dell’Aquila del 2009.
“Come un cane” disse e gli parve che la vergogna gli dovesse sopravvivere.
Da Il Processo di Kafka.
Ringraziamenti
Alcuni colleghi, amici a me cari, hanno letto e contribuito a un netto miglioramento del testo:
Alessandro Amato, Simone Atzori, Paolo Baldi, Maria Elina Belardinelli, Sandro Bonaccorso, Maurizio Bonafede, Giorgio Cassiani, Massimo Cocco, Sonia Calvari, Giovanna Cultrera, Raffaele DiStefano, Michele Dragoni, Fabrizio Galadini, Paolo Gasperini, Augusto Neri, Daniela Pantosti, Tullio Pepe, Davide Piccinini, Fedora Quattrocchi, Antonio Rovelli, Quintilio Taccetti
Dedicato al mio amico e fratello (minore) di sventura che un giorno accettò serenamente un mio invito… a Giulio Selvaggi
fonte:
http://cattaneo-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2013/07/25/le-riflessioni-di-boschi-sul-processo-dellaquila/