Informatitalia
La morte del magistrato Bisceglia, tutte le prove del depistaggio
Di Michele Santagata - laprovinciadicosenza.it
Alcuni testimoni riferiscono di un incidente sulla carreggiata nord
“A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”. Diceva Andreotti. E lui di complotti, depistaggi e insabbiamenti era uno che se ne intendeva. Noi abbiamo voluto seguire il suo consiglio. Abbiamo pensato male. E così ci siamo recati sul luogo dell’incidente che ha coinvolto, e in cui ha perso la vita, il dottor Federico Bisceglia. Insieme a lui viaggiava Anna Russolillo, un medico di 34 anni, che è rimasta ferita e subito trasportata in ospedale in prognosi riservata. “L’Anas comunica che intorno alla mezzanotte di oggi domenica 1° marzo 2015, si è verificato un incidente mortale al km 205,700 dell’autostrada A3 Salerno–Reggio Calabria, in carreggiata sud, tra gli svincoli di Frascineto e Sibari. Un’autovettura, per cause in corso di accertamento, ha impattato contro le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento, finendo fuori strada dopo alcuni testacoda. L’impatto ha provocato il decesso di un esponente della magistratura e il ferimento di una seconda persona, entrambi a bordo del veicolo. Nell’incidente non sono stati coinvolti altri veicoli. L’autostrada è rimasta chiusa fino alle ore 5,00 circa di questa mattina, al termine della messa in sicurezza del tratto e la conclusione dei rilievi delle Forze dell’Ordine”. In seguito a questo comunicato abbiamo contattato gli uffici dell’Anas, per meglio capire la dinamica dell’incidente. Nei primi comunicati si parlava di colpo di sonno ma il responsabile romano dell’ufficio stampa dell’Anas ci dice che le cause dell’incidente sono da ricercarsi nell’elevata velocità della vettura guidata dal magistrato. C’è da dire che una prima anomalia di questo strano incidente si riscontra dai vari articoli, pubblicati su tutti i giornali, nazionali, locali e on line, in cui ognuno dice la sua sulle dinamiche e sul luogo dell’incidente.
Chi scrive di un volo da un viadotto di oltre 30 metri. Altri scrivono di una sbandata su un rettilineo e, dopo vari testacoda, l’auto impatta contro il guardrail, finendo in una scarpata. Ma a pensar male non siamo stati solo noi. Il primo è stato il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che con un comunicato all’indomani del tragico evento afferma: “Federico Bisceglia, sostituto procuratore di Napoli, era uno dei magistrati in prima linea per le indagini sui rifiuti e le violazioni ambientali nella Terra dei Fuochi. E’ morto ieri in un incidente stradale sulla Salerno-Reggio Calabria: la sua auto si è scontrata contro le barriere laterali in un tratto rettilineo non interessato da lavori di ammodernamento, finendo fuori strada dopo alcuni testacoda. La magistratura farà le sue indagini e spero riveli presto la verità. Ma su queste cose ho smesso di credere al caso. Quando si tratta di Terra dei Fuochi, di rifiuti e di violazioni ambientali, gli interessi in gioco sono internazionali. E chi indaga tocca sempre i fili dell’alta tensione. La commistione tra politica, camorra e imprenditoria ha ormai creato uno “stato” alternativo che vede tra gli introiti più remunerativi proprio la gestione dei rifiuti”. E, a cercare bene, scopriamo che altri si accodano a noi. Le perplessità sulla dinamica di questo strano incidente, appartengono anche al dottor Antonio Marfella, oncologo, in prima linea nella difesa del territorio della Terra dei Fuochi, che da Facebook esterna i suoi dubbi circa la natura dell’incidente: “L’incidente stradale misterioso del magistrato Federico Bisceglia, che in questo ultimo anno aveva preso le redini di numerose e delicatissime indagini nella mia terra, e non solo di ecomafia, ma anche sul mostruoso caso di pedofilia della piccola Fortuna, mi terrorizza, sinceramente. A nome non solo mio, ma di tutto il popolo campano, urlo con quanta più forza ho in corpo: dateci certezza assoluta che sia stato solo un semplice incidente stradale”. Ma il medico e ambientalista che lotta fianco a fianco con padre Maurizio Patriciello per il risanamento della terra dei fuochi ha espresso anche la paura per sé stesso e per la propria incolumità, facendo riferimento ad un “avvertimento” del pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, deceduto una settimana fa, in seguito ad un “infarto”: “Se le capita un incidente stradale come al Generale Gennaro Niglio (generale dei Nas morto in un misterioso incidente stradale in Sicilia nel 2004, ndr) le sia chiaro che non siamo stati noi (gli affiliati al Clan, ndr)”. Strane coincidenze si direbbe. E le coincidenze, si sa, in questi casi, lasciano sempre qualcosa in sospeso. Dubbi legittimi, e domande necessarie, a guardare i fatti. A cui qualcuno deve rispondere. Ma veniamo alla cronaca. C’è un antefatto che prima però è necessario raccontare. E’ sabato 28 febbraio, e sono le 20,00 e qualcosa. Un’auto proveniente da Salerno, in direzione sud (diretta a Cosenza), si ferma per una breve sosta all’autogrill di Castrovillari, giusto il tempo di un caffè. Il tempo di consumarlo, una sigaretta, e via di nuovo in macchina. Percorrono pochi chilometri, dall’uscita dell’autogrill (3 o 4 al massimo) e notano (chiunque è transito in quell’ora e in quel giorno, ha visto la stessa cosa) nella carreggiata opposta, direzione nord (verso Salerno) un nugolo di mezzi: ambulanze, pompieri, polizia stradale. Rallentano, come si fa in questi casi, e la scena che vedono è quella tipica di un incidente. Non ci sono dubbi in proposito. E anche bello “grosso”. Al punto che, rientrati a casa (un’ ora e mezza dopo), subito cercano informazioni sull’accaduto. Perché pensano che chi è stato coinvolto di sicuro si è fatto male. E vogliono capire chi è. Ma niente, on line, sull’accaduto non gira niente. La notizia, di cui loro sono stati testimoni non è ancora stata data. Eppure sono già quasi le 23,00, la notizia dovrebbe già essere in circolazione. Strano. Ma può capitare. Il giorno dopo, con ancora la scena della sera prima davanti agli occhi, continuano a cercare notizie dell’incidente, in rete. E mentre cercano, impostando il motore di ricerca con le parole chiave “incidente, Castrovillari, Frascineto, ore 20,30, 28 febbraio 2015”, i link che subito appaiono sono quelli in cui si legge dello strano incidente in cui è incappato il povero magistrato. Restano straniti. Perché i comunicati dicono che l’incidente è avvenuto intorno alla mezzanotte, e sulla carreggiata sud. Quello che loro hanno visto invece è avvenuto intorno alle 20,45 e nella carreggiata nord. Pensano a due fatti distinti e separati. E mi raccontano questa storia. Che subito porto in redazione. Da una prima valutazione, è chiara da subito una stranezza e chi fa questo mestiere sa che voglio dire: se l’incidente è avvenuto prima della mezzanotte (alcuni giornali riportano addirittura le 23,30) e ha coinvolto un importante pubblico ministero, come mai la polizia stradale, che manda di tutto nelle redazioni, non appronta una prima velina con generalità e sommaria dinamica dell’incidente? Non è neanche mezzanotte, le redazioni sono ancora attive. Ammesso che, tra rilievi, identificazione, messa in sicurezza della viabilità, sia passata qualche ora. Ci stiamo sempre dentro, visto la “notorietà” del personaggio coinvolto. E poi, come mai nessuno degli agenti che sono intervenuti, che generalmente alzano il telefono e avvisano il “cronista amico” (lo sappiamo tutti che è così), questa volta non lo fanno? In fondo, un controllo sull’identità dello sventurato si fa in qualche minuto, basta leggere la targa dell’auto o “prelevare” i documenti della vittima. Non solo. A girare il web, non esiste una foto di questo sempre più strano incidente. Continuiamo le nostre verifiche per capire se ci sono stati due incidenti. Uno nella carreggiata nord, intorno alle 20,45, e l’altro nella careggiata sud intorno alla mezzanotte. Chiamo il dipartimento Anas di Cosenza, verso le ore 16 di mercoledì 4 marzo, e chiedo al responsabile se ha notizie in merito a un incidente avvenuto sabato 28 febbraio intorno alle 20,30, 20,45 (quello che hanno visto i testimoni), carreggiata nord qualche chilometro prima dell’autogrill di Castrovillari. Mi risponde che a loro non risulta nessun incidente in quella zona. E ci conferma quello in cui ha perso la vita il magistrato. E per sicurezza, per il primo, ci rimanda alla polizia stradale. Chiamo alle 16,30 la polizia stradale di Frascineto e l’operatore mi dice che le informazioni in uscita (riguardo all’incidente del magistrato) devono essere verificate dal comandante e mentre mi spiega questo, gli dico se può almeno dirmi se c’è stato la sera del sabato, ripeto ora giorno e data e luogo, un incidente. E per gesto di cortesia l’operatore mi dice che non risulta nessun incidente. Mah! Allora cosa hanno visto i testimoni quella sera? Ricontatto i testimoni, e chiedo loro se quello che hanno visto non fosse altro da un incidente. Ripetono che è impossibile, visto come si configurava la scena. Tipica di un incidente. Con i poliziotti che rallentavano il traffico e mezzi di soccorso con i lampeggianti accesi. Non era un soccorso a un’ auto in panne, che magari non finisce nei verbali, o nelle relazioni. I testimoni parlano di un incidente, con tanto di macchina accartocciata. E questo sì che finisce nei verbali. C’è da sottolineare che entrambe le carreggiate, per i chilometri che interessano questi due fatti, non sono interessati da lavori di ammodernamento. Raccontiamo questo perché ci sembra strano, vista l’attendibilità del racconto dei testimoni, che l’incidente da loro visto non compare da nessuna parte. Sembra svanito nel nulla. Perché? E’ questo quello che ci ha incuriosito. Oltre alla “vicinanza”, con lo strano incidente del giudice. E poi se così non è basta poco per smentire i testimoni. Se quello è un tratto video sorvegliato, è subito detto. Decidiamo di recarci sul posto. Accompagnati da un nostro amico che per mestiere si occupa di sinistri automobilistici. Arriviamo all’autogrill di Castrovillari (carreggiata nord). E subito chiediamo al benzinaio e al barista sia dell’incidente che hanno visto i nostri testimoni, sia di quello del giudice. Il barista ci dice che nella carreggiata nord a sua memoria sabato verso le 20,45, non è successo niente. E dell’incidente del giudice lo ha appreso dalla televisione. Stessa cosa ci dice il benzinaio. Ci spostiamo all’altro autogrill in carreggiata sud. I due autogrill, sono l’uno di fronte all’altro. E chiediamo le stesse cose. Dell’incidente della carreggiata nord delle 20,45, niente. E ci indicano il luogo dell’incidente del giudice. Il chilometro 205,700 della Salerno - Reggio Calabria, carreggiata sud.Di seguito la nostra cronaca fotografica.
Michele Santagata
Fonte: laprovinciadicosenza.itL'INCIDENTE STRADALE DEL MAGISTRATO:
Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti
da Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidentiveritanwo.altervista.org/giudici-scomodi-ai-quali-capitano-improbabili-incidenti/
Giudici scomodi ai quali capitano improbabili incidenti
Di veritanwo
Non so se avete letto la notizia della morte del PM Federico Bisceglia, 45 anni, pubblico ministero della Procura di Napoli Nord. E’ morto nella notte in un incidente stradale, volando da un cavalcavia. Su un rettilineo.
Su ilmessaggero.it leggiamo:
“Bisceglia era esperto in reati ambientali ed era titolare delle indagini sul caso della piccola Fortuna precipitata da un palazzo al Parco Verde di Caivano e sulla relativa rete di pedofili emersa dalla tragedia.“
un’indagine importante, con reati gravi e infamanti, che vanno dai reati ambientali fino ad una non meglio precisata “rete di pedofili”, che stando a quanto si apprende da Il Messaggero, sarebbe emersa nell’ambito dell’inchiesta stessa. Un affare torbido, insomma.
L’avvocato Paolo Franceschetti, autore di numerose pubblicazioni sulla massoneria (vedi la triologia Sistema massonico e ordine della rosa rossa) su Facebook ha commentato così la vicenda:
“Indagava su un rete di pedofili e su una bambina morta per essere precipitata dall’alto? E con un bel contrappasso precipita anche lui, finendo fuori strada in rettilineo e precipitando dal cavalcavia.”
Certo, il fatto che un magistrato che sta svolgendo indagini molto scomode vada fuori strada su un rettilineo, di notte, volando da un cavalcavia, può apparire strano, ma se qualcuno dicesse che “questo non prova niente” e che “gli elementi sono deboli, per gridare al complotto” avrebbe ragione, tutto sommato.
Cosa dire però, dopo aver appreso la sconvolgente testimonianza rilasciata subito dopo l’incidente, dall’oncologo Marfella? E’ riportata sul Corriere del Mezzogiorno, ne riporto di seguito alcuni stralci:
Marfella: «Schiavone mi avvertì, attenzione a strani incidenti stradali» L’oncologo nutre dubbi sulla morte del pm Bisceglia deceduto stanotte sulla Sa-Rc: «Lo stesso è capitato al generale Niglio che indaga su questi reati, ora ho paura»
Si addensano ombre sull’incidente stradale in cui stamattina è morto il pm della Procura di Napoli Federico Bisceglia che aveva condotto, tra l’altro, indagini su reati ambientali nella Terra dei fuochi. A lanciare inquietanti sospetti è l’oncologo del Pascale Antonio Marfella, stretto collaboratore di don Maurizio Patriciello, in prima linea nella lotta ai roghi e agli sversamenti illegali di veleni. LEGGI TUTTO
Schiavone, il super-boss della camorra pentito - che è morto pochi giorni fa a causa di un infarto - lo aveva avvertito: “occhio agli incidenti stradali“. Ma guarda, anche Schiavone è andato al creatore in questi giorni. Ma un infarto passa inosservato, a quell’età. Un po’ come l’infarto che tolse di mezzo D’Ambrosio, collaboratore di Napolitano, proprio nel periodo della vicenda “trattativa stato mafia”
Se analizziamo i fatti dal “punto di vista complottista“, dobbiamo evidenziare come i reati ambientali siano gravi, ma forse non sufficienti per decretare la condanna a morte degli inquirenti. Dopotutto essere condannati non è scontato, e comunque solitamente finiscono nei guai gli “scagnozzi” sacrificabili, che poi ricevono un mensile per la famiglia per starsene in carcere in silenzio. Ma il fatto che l’inchiesta si sia estesa ad una rete di pedofilia, alimenta certi sospetti.
Certamente, se non si trattasse di un incidente stradale, non si tratterebbe dell’omicidio commesso da sicari che uccidono per qualche centinaia di euro; le modalità non sono quelle. Solo personale espertissimo è in grado di compiere un omicidio di questo tipo.
Certe volte comunque, togliere di mezzo qualcuno, per i servizi segreti, è più facile di quanto si possa pensare. Per esempio: come indurre un infarto in una persona? Vi facciamo un esempio pratico.
La vittima viene studiata, conoscono le sue abitudini. Magari frequenta abitualmente un bar. Un giorno un tizio, molto distinto e simpatico, attacca una conversazione con la vittima. Facciamo un esempio, un anziano boss. “Ma lei è tizio” – “si, sono io” – “io la ammiro per il suo coraggio (…) ho visto una trasmissione tv che parlava di lei, complimenti” (…) e l’uomo cede facilmente, dinnanzi a lusinghe ben fatte, che solleticano l’orgoglio. Lusinghe fatte da persone carismatiche, esperti di PNL e comunicazione, certo non dal primo venuto. Si incontrano “casualmente” dopo qualche giorno, tanto tutti sanno che il tipo tornerà in quel bar. “Ciao! Ci rivediamo! Che piacere”… e mentre parlano, ad un tavolo, il gentil interlocutore offre da bere alla vittima: “posso offrirti un caffè?” – “un succo di frutta, grazie“. Mettere nel bicchiere una microscopica compressa solubile, con un veleno, una sostanza chimica, che provocherà l’infarto nelle prossime 8, magari anche 48 ore. Quando quel caffè preso al bar sarà uno sfumato ricordo…
OVVIAMENTE è solo uno scenario ipotetico, surreale, per fare capire come sia facile di quanto si possa pensare fare fuori qualcuno.Quando vi trovate davanti persone simpatiche e che solleticano il vostro ego, ABBASSATE LE DIFESE, fateci caso… per farvi un esempio stupido, il truffatore del pellet ha rivelato dettagli sulla sua truffa ad un complice delle Iene, che gli hanno mandato una persona evidentemente capace di svolgere quel ruolo, che si è presentato al bar e ha saputo carpire la fiducia e la confidenza del truffatore, palesando la sua stima e la sua ammirazione nei suoi confronti e stimolandolo a vantarsi della truffa commessa. I servizi segreti hanno uomini espertissimi e addestratissimi.
Poi, ci sono le armi psicotroniche, di cui parleremo in seguito. Nel frattempo però potete informarvi cercando su google. Con quelle armi è possibile indurre un infarto a distanza, puntando l’arma, che emette delle onde elettromagnetiche, ad una distanza di decine di metri. Il soggetto viene “bombardato” di frequenze che mandano in corto circuito l’organismo.
Solo coincidenze? Complottismo? Ognuno si faccia la propria idea.
Restate collegati alla pagina Facebook che nei prossimi giorni affronteremo questioni interessanti e approfondiremo quanto sopra.
PS: se riprendete e divulgate questo articolo fa piacere, però citate la fonte con chiarezza e con link attivo cliccabile. Scrivere la fonte in piccolo e dopo un banner pubblicitario 10 cm sotto l’articolo per non farla notare e attribuirsi gli articoli è penoso! Ma che blogger siete? Tutti i blogger prendono articoli, ma alla fine scrivono FONTE – TRATTO DA – VIA – etc e mettono LINK.
NON FIDATEVI MAI DI UN BLOGGER DISONESTO CON I SUOI SIMILI… è UNA BRUTTA PERSONA!