https://www.maurizioblondet.it/dignita/
“In fila alla cassa, il display segna 26,80€, la faccia stranita: “Ah scusi ho dimenticato il bancomat, ho solo 25€ tolgo qualcosa”.
Nel piccolo carrello non ci sono patatine o cibi inutili, vedo pane, pasta, latte, pomodori, carta igienica.
L’imbarazzo per chi è distante appena un metro è palpabile, il volto
di una mamma poco più che 50enne è corrucciato, deve scegliere cosa
sottrarre ai propri figli.
È così che assisto al più bel film italiano, reale più che neorealista,
poco dietro un altro signore in fila: “Scusi, le è caduto qualcosa”. La
signora è sorpresa, a terra c’è una banconota da 10 euro, sa bene che
non le appartiene.
Lo sguardo amorevole dell’uomo la convince, é troppo per lei dire che è
sua. Non ha vestiti firmati ma non indossa stracci, non ha il trucco ma
la sua faccia trasuda sacrifici. Il signore si piega, raccoglie la
banconota e le dice: “Probabilmente è successo quando ha aperto il
borsello”.
Ora sembra una bambina, é felice, soprattutto della sua onestà. Paga e uscendo sorride all’uomo che è davanti a me. Lo guarda per l’ultima volta e dice: “Grazie”. Assisto e sono felice anch’io, ho capito la lezione. Quell’uomo avrebbe potuto dire: “Non si preoccupi faccio io”. Invece ha scelto di preservare la dignità, sua e della signora.
“Chi ha fatto un beneficio taccia, lo ricordi chi lo ha ricevuto.”
Ricordiamoci che il bene si fa in silenzio, il resto è palcoscenico.
Scritto da Irene, la cassiera