mercredi 9 mars 2022

DON MINUTELLA: IL PATRIARCA KYRILL DI MOSCA E LA REAZIONE IN OCCIDENTE 9.03.22 - LETTERA APERTA AL PROF. ANDREA GRILLO




Di don Minutella

LETTERA APERTA AL PROF. ANDREA GRILLO

 Signor Grillo, il grado di disonestà intellettuale e di totale assenza di deontologia professionale cui lei approda nell’ultimo suo articolo, in relazione alle parole del Patriarca di Mosca Kyrill, è del tutto inqualificabile. Che lei fosse esponente e uno dei portavoce di quel pensiero dominante radical-progressista che parla di dialogo, misericordia, fratellanza, ma poi ghigliottina chiunque non si omologhi al pensiero unico, è da tempo noto. Siete esponenti degni di quella dittatura del relativismo morale, dogmatico, liturgico, teologico e poi politico e sociale che giustizia senza spargimento di sangue i “nemici”, mediante l’accusa falsa, la menzogna, la montatura orchestrata dei fatti. E lei ne è un degno esponente. Nell’articolo del 7 marzo c.a., pubblicato dalla rivista Munera, dal titolo “Teologia ad usum Cyrilli: forme del discorso ecclesiale in tempo di guerra”, ha veramente superato la soglia della decenza. In un alternarsi di espressioni irriverenti, rivolte nientemeno che alla suprema autorità morale e religiosa di tutto l’Oriente cristiano, il Patriarca Kyrill, che scambia come compagno di merende allo stesso modo di Benedetto XVI (da lei in passato preso di mira), e con un registro verbale che sembra lei si senta un pontefice – e smentendo così ogni aspirazione ecumenista (per la quale meriterebbe un j’accuse anche dei suoi mentori, a partire da Bergoglio) – l’articolo procede con totale disprezzo nei confronti di un pensiero che, proprio perché esposto dal Patriarca di Mosca, avrebbe meritato non la sua sprezzante quanto inefficace analisi, ma una lettura più attenta e sensibile al rispetto che il paziente lavoro ecumenico della Santa Sede in questi molti anni ha portato avanti con Mosca. Con questo suo articolo lei getta alle ortiche anni di paziente intessitura di relazioni ecumeniche, sempre piuttosto difficoltose, tra Roma e Mosca. Lei è un incompetente e più di lei chi le ha dato spazio e voce. Fossi al posto della Santa Sede, volentieri la esonererei dall’insegnamento e la inviterei a maggior ponderazione. Ma c’è un punto, soprattutto, che la rende imperdonabile e la svela alla storia come una persona per nulla onesta. E provvedo io a dimostrarlo, non tanto a lei che procede con una sicumera degna dei maggiori esponenti dell’antico Soviet, oggi installatosi a Roma, ma alle coscienze più sensibili. Lei, infatti, virgolettandole, attribuisce al Patriarca le seguenti parole: “vendetta contro i gay”, facendo così credere che Kyrill sia un uomo vendicativo e pregiudizievole verso gli omosessuali. Dovrebbe vergognarsi! Il patriarca non ha pronunciato quelle parole che lei, virgolettandole, gli attribuisce. Piuttosto ha detto che la Russia non vuole piegarsi alle “parate gay” (il virgolettato questa volta corrisponde a quanto detto dal patriarca). Ora le parate gay sono altro rispetto al mondo omosessuale. La Chiesa, anche quella russa – e lei dovrebbe saperlo, e se non lo sa è un ignorante imperdonabile e se invece lo sa è un disonesto – non condanna le persone gay, al contrario le accoglie e le accompagna con amore. Le parate gay, invece, quelle note come “gay pride” con questa gente equivoca che espone preservativi giganti e cammina nuda per le vie, è tutt’altra cosa. Chieda perdono al Patriarca di Mosca, e si tolga di mezzo, perché con gente incapace come lei, il dialogo ecumenico resta impraticabile. Soprattutto impari il rispetto per la suprema autorità morale d’Oriente, visto che il suo articolo è dappertutto risentito e diffamatorio. Come si permette di scrivere che fa una teologia di corte, comica? In realtà, il documento di Kyrill è solenne, profondo, intenso. Egli scrive: “siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico”. Scrive soprattutto che queste parate gay “sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano”. Il suo articolo è del tutto illogico e contraddice – ciò che è grave – l’insegnamento ufficiale della Chiesa. Forse voleva ingraziarsi gli omosessuali? In realtà, grazie a Dio, esiste un mondo omosessuale che rigetta la parodia gay delle piazze. Essi saranno i suoi detrattori. Il mondo omosessuale non è tutto a servizio del capitalismo relativista e del globalismo imperante. Kyrill ha detto: “se il Signore ci aiuta a comprendere la nostra menzogna, allora pentiamoci di questa menzogna”. Auspichiamo che lei senta rivolte alla coscienza le parole del Patriarca che, con questo discorso così limpido, coraggioso, evangelico, pare si mostri come il vero katèkon di fronte all’impostura anticristica che regna in Occidente e a Roma. Oh se avessimo a Roma o anche solo nel mondo latino un pastore che sapesse parlare con così tanta chiarezza! Lei parla di teologia negata e violentata. Possa Dio toglierle il velo dagli occhi. È forse la sua teologia migliore di quella del Patriarca di Mosca? Forse il relativismo modernista che lei professa è teologia offerta e sana? Le sue invettive contro Benedetto XVI e Kyrill saranno perle di dialogo? Si ricordi: chi semina vento, raccoglie tempesta. Ut sementem feceris, ita metes… Don Minutella