" Sia chiaro anzitutto che “Sta diventando sempre più chiaro in Occidente che qualcosa è andato terribilmente storto nel progetto Ucraina. Le previsioni e le proiezioni non hanno avuto successo e l’Occidente non sembra sapere cosa fare. L’economia russa non era un castello di carte come previsto, le armi russe non erano inferiori come previsto, i soldati ei comandanti russi non erano incompetenti come previsto e la tecnologia russa non era inferiore come previsto. Per certi aspetti i russi sembrano addirittura essere superiori all’Occidente. Le loro armi sono efficaci e in molti casi tecnologicamente superiori, come chiaramente dimostrato dai loro missili ipersonici, sistemi SAM e sistemi di guerra elettronica. La loro economia sembra essere sorprendentemente avanzata e diversificata e basata sulla creazione di ricchezza reale piuttosto che sulla finanziarizzazione e sul debito come quella occidentale. Anche il loro pensiero strategico e tattico sembra funzionare, mentre quello occidentale chiaramente no.”
Paradossalmente, è proprio questo il momento più pericoloso, commenta il colonnello (a riposo) Douglas McGregor, uno dei migliori analisti militari, che conosce fin troppo bene i suoi polli al comando dell’Occidente. Ecco i suoi argomenti, nell’intervista che gli ha fatto lo storico norvegese Glen Diesen.
Diesen: Perché la Russia non ha lanciato la Grande Spinta quando tutto è pronto?
Colonnello McGregor: Il presidente russo è estremamente cauto. Il suo obiettivo finora è stato quello di evitare a tutti i costi il confronto diretto con gli Stati Uniti e la NATO.
Tuttavia, gli alti ufficiali degli eserciti russi gli hanno sicuramente indicato che la moderazione mostrata dalla Russia in questa guerra è interpretata – erroneamente – da Washington come una debolezza da sfruttare a proprio piacimento.
Secondo me, questi ufficiali russi hanno ragione. È impossibile vincere una guerra sedendosi in una posizione difensiva. Potresti eliminare tutti i soldati nemici, tutto il loro equipaggiamento e ancora non vincere la guerra.
Tuttavia, l’umore a Washington e Londra – e quello dei globalisti al potere a Parigi e Berlino – non promette nulla di buono. Sono ciechi e sordi alla realtà.
Washington non è disposta ad ammettere la sconfitta. Alti ufficiali statunitensi che tentano di presentare rapporti in cui sembra che il livello degli eserciti e degli armamenti russi, così come i fatti sul terreno in Ucraina, non corrispondano alla narrativa ufficiale USA/Regno Unito, sono trattati come intrusi.
Fino a quando gli Stati Uniti non si sveglieranno e troveranno l’esercito russo che vaga per le strade di Kiev e attraversa il Dnepr, gli Stati Uniti non crederanno per un secondo che la guerra sia finita.
Il pericolo attuale è l’eccessiva moderazione da parte russa: se dovesse continuare, sarebbe un invito a Polonia e Lituania a entrare in Ucraina.
Che aprirà il vaso di Pandora – e sarà Sauve qui peut. E le conseguenze saranno terribili.
Anche Simplicissimus spiega che ora è da temere
La rabbia del perdente
La guerra in Ucraina non è per nulla un evento collaterale alla perdita di peso dell’impero e dei suoi vassalli, ma è anzi la cruna dell’ago attraverso cui tutto sta cambiando. L’errore commesso dalle elite occidentali nel ritenere che la Russia sarebbe crollata in poco tempo, permettendo poi allo squalo americano di dedicarsi alla Cina, è stato catastrofico e denuncia al di là di ogni dubbio lo stato comatoso del potere in occidente e soprattutto che i vari strati di governo ombra dietro, sopra e sotto Washington o delle altri capitali occidentali , sono alla fine popolati da personaggi più che mediocri e incapaci di una visione che non sia quella fumettare del reset.
Non solo Mosca ha resistito e sta formando con la Cina una formidabile alleanza, ma si è anche rivelata capace di reagire in modi che hanno sorpreso l’occidente, per esempio diventando in poco tempo una nazione guida nel campo dei droni d’attacco, mettendo a punto sistemi per l’individuazione di armi a lungo raggio come gli obici forniti dall’occidente, trovando il modo di accecare i satelliti come starlink o ventuplicando la propria produzione di munizioni e aumentando di cinque, sei, dieci volta la fabbricazione di armi. Il che non soltanto è una dimostrazione della vivacità del sistema produttivo russo, ma permette ora la mobilitazione di altri 300 mila uomini per far fronte alle truppe della Nato che potrebbero presto arricchirsi di altra carne da cannone come per esempio i polacchi.
D’altra parte si è anche scoperto che armi occidentali sono fragili, non sono progettate per una guerra contro un avversario di pari capacità in cui conta il volume di fuoco e si rompono dopo pochi colpi. Magari sono più precise all’ inizio, ma appena la canna si scalda diventano quasi inutilizzabili. La stessa cosa che accade per esempio nel campo delle armi portatili: i fucili occidentali possono essere più precisi al primo colpo rispetto al Kalashnikov russo, ma una volta che hanno sparato più colpi, il loro tiro diventa approssimativo , mentre i Kalashnikov sono progettati per sparare migliaia di colpi senza la precisione ne risenta. Era solo un esempio e non voglio certo addentrami in un discorso sulle armi: la sostanza del discorso è che dopo aver mandato al macello centinaia di migliaia di ucraini la Nato si scopre debole anche nel campo delle armi convenzionali dopo aver constatato la propri inferiorità, anzi la propria inesistenza nel campo dei missili ipersonici.
Eppure a questo punto non può nemmeno pensare alla pace perché il solo accenno a un cedimento creerebbe una violenta corrente centrifuga in quei Paesi che per scelta reazionaria come quelli europei o per ricatto finanziario come quelli del Sudamerica sono nelle grinfie dell’egemone.
E i punti di svolta sono parecchi a cominciare dalla Corea del Nord che all’insaputa dei cittadini occidentali tenuti all’oscuro delle cose peggio che in una dittatura, ha un enorme complesso militar- industriale, all’Africa cui la Russia ha offerto un partenariato, così diverso dall’ schiavismo occidentale tipo Niger e che si aggiunge all’opera della Cina.
Come primo atto di questo Putin ha mostrato come la Russia detenga una quota del 20% del mercato globale del grano e nei primi 6 mesi del 2023 ha già esportato 10 milioni di tonnellate di questo cereale in Africa. Ora la Russia fornirà a Zimbabwe, Burkina Faso, Somalia ed Eritrea 25-50 mila tonnellate di grano ciascuno nei prossimi 3-4 mesi, gratuitamente. In queste aree il processo di disgregazione imperiale compresa la creazione di una moneta di scambio commerciale, verrebbe accelerato enormemente se la guerra in Ucraina fosse non solo concretamente persa, come di fatto è, ma anche narrativamente persa attraverso una richiesta di pace. E’ ben noto che è solo l’occidente che può stabilire la guerra o la pace: se questo dovesse venire da fuori sarebbe la fine stessa del sistema unipolare. Perciò adesso si parla di una sorta di stallo che però è solo nella mente dei cretini più in vista dell’occidente, perché mentre l’Ucraina perde forza ogni giorno man mano che perde i suoi uomini in attacchi insensati, la Russia ne acquista ogni giorno e dunque una situazione di pareggio è del tutto teorica e di fatto impossibile senza un allargamento del conflitto.
Insomma gli Usa si sono incastrati da soli e anzi in qualche modo hanno perso la partita da soli essendo accecati dal potere che vanno perdendo: adesso lo hanno capito e siamo costretti a tenere rabbia del perdente”.
E infatti, invece di tornare in sé, L’Occidente sta sbavando all’idea di convincere i nigeriani ad attaccare i nigeriani per proteggere lo sfruttamento francese del Niger"(...)
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