"Draghi resta un nemico
Basta un’intervista a cancellare il curriculum di Mario Draghi? Difficile, perché quello del “vile affarista” per dirla con Cossiga è piuttosto lungo. Da sempre uomo dell’alta finanza, dal 1984 al 1990 direttore della Banca Mondiale. Con un ruolo chiave svolto nel periodo delle grandi “privatizzazioni” aka svendite degli asset strategici nazionali degli anni ’90, divenuto dirigente di alto livello per Goldman Sachs nel 2002 e infine presidente della Bce nel 2011. Da numero uno dell’eurotower il suo primo atto fu quello di inviare una lettera al governo italiano co-firmata dal presidente uscente Trichet, in cui, con un’ingerenza senza precedenti, “consigliava” al governo Berlusconi alcune misure di austerità e tagli della spesa pubblica al fine di abbassare lo spread. Atto che preparò il terreno all’avvento del governo tecnico di Mario Monti pochi mesi dopo. Un lungo curriculum, come ricostruisce molto bene questo articolo di Adhocnews.
Un patriota non invoca Draghi
Insomma chi dichiara di voler “difendere l’Italia”, i suoi confini, la sua identità, la sua sovranità etc , può invocare Mario Draghi? La risposta è no, in ogni caso. E Matteo Salvini ha la colpa di averlo fatto anche senza questo clima da emergenza senza precedenti, come quando mesi fa aprì a Draghi come possibile presidente della Repubblica. Ora è tra quelli che più lo invocano a capo del governo italiano: “Benvenuto presidente Draghi, ci serve l’aiuto di tutti, ci serve anche il suo”. Il motivo è semplice. Salvini non ha un pensiero politico suo, non è strutturato culturalmente e non ha un obiettivo politico che non sia la sua affermazione individuale. Per questo ragiona sempre e solo in modo tattico e mai strategico (figuriamoci ideale o con una visione a lungo periodo). E così Draghi al Quirinale era una proposta per rassicurare Mattarella e parte dell’establishment, che anche in caso di caduta dell’esecutivo giallofucsia (e ritorno alle elezioni) non ci sarebbero stati problemi per l’elezione del presidente della Repubblica tra un paio d’anni.
Questa volta pare che a condurre “l’operazione Draghi” sia Mattarella, interessato ad avere più peso contrattuale in Europa e in particolare con la Germania (l’articolo di Draghi parlava soprattutto a Berlino) e Giorgetti, da sempre garante dei poteri forti nella Lega e amico personale di “super Mario”. Salvini potrebbe così togliersi dalle scatole Giuseppe Conte, avere meno imbarazzi in un possibile esecutivo di unità nazionale e uscire dall’empasse in cui si trova attualmente, in calo di consensi nei sondaggi e con Giuseppi che invece sembra godere di sempre maggiore fiducia. Ci sarebbe sotto il patto con il “diavolo”, ovvero Matteo Renzi, per andare in questo modo ad elezioni senza Conte mettendo nell’angolo il Pd, che non potrebbe dire di no a Draghi ma subirebbe l’iniziativa di Salvini.
L’imbarazzante passerella per Draghi sui media “sovranisti”
Ma la politica non può e non deve essere solo ambizione personale e mera tattica (e qui dispiace vedere l’appoggio a tale ipotesi di un ex sovranista come Borghi), soprattutto in un momento come questo. Anche se a “destra” e tra i “presunti sovranisti” l’endorsement pro-Draghi inizia a farsi pesante anche a livello mediatico. Dal Giornale, alla Verità, fino a Libero più testate minori, è tutto un coro di invocazioni per Mario “il salvatore della patria”. Una serie di salamelecchi imbarazzanti per “l’economista coraggioso e determinato («whatever it takes»), l’unico in grado di reggere la barra del timone in una simile tempesta”, o peggio editoriali dove si afferma “Draghi è la nostra unica occasione. Da governatore della Bce usò il bazooka contro i mercati che scommettevano contro l’Italia. Adesso è lui il nostro bazooka”."