lundi 18 octobre 2021

"SANTI E CAFFÈ". LA STOMACHEVOLE IPOCRISIA DI BERGOGLIO 18.10.21

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Di don Minutella LA STOMACHEVOLE IPOCRISIA DI BERGOGLIO Mentre Benedetto XVI resiste, contro ogni previsione, perché sa di essere il katéchon che impedisce all’anticristo la piena manifestazione, il falso e antipapa Bergoglio, usurpatore del trono di Pietro, supera la misura. Per almeno due ragioni. La prima riguarda l’appassionato appello di Bergoglio a vaccinarsi. Senza entrare nel merito della questione, la scelta si rivela problematica sul piano pastorale e, per la prima volta, rischia di creare uno steccato da parte di un papa (che, grazie a Dio, non lo è) nei confronti dei suoi stessi fedeli. Una decisione mai vista prima, che non coinvolge affatto – come invece vuole far credere la Santa Sede – la dimensione etica, anzi casomai la smentisce (se fosse vero che nel vaccino ci sono cellule di feti abortiti). Se per entrare nelle basiliche romane, per assistere alle celebrazioni, per ricevere i sacramenti, occorrerà esibire il green pass, i dieci milioni e più di battezzati italiani che non si faranno vaccinare, che fine faranno? Non hanno un’anima da salvare? Non hanno anch’essi diritto ad essere considerati dal papa? Oppure il papa sarà solo il papa dei vaccinati? Che il governo italiano discrimini, pazienza. Ma che lo faccia anche la Chiesa,diventa intollerabile. Le prime comunioni, i battesimi, le cresime e i matrimoni, oltreché i funerali, di questi fedeli cattolici no-vax, chi glieli garantirà? La Santa Sede creerà forse un nuovo Dicastero vaticano per i non vaccinati, con un presidio di ministri ordinati disponibili a curarli pastoralmente, come si curavano i lebbrosi o i tradizionalisti dopo il Vaticano II? La situazione si presenta grottesca, perché un conto è un appello a vaccinarsi, un altro quello di imporre in Vaticano il green pass, licenziando quanti non si omologano. La vicenda delle guardie svizzere che, per non accettare il diktat sanitario vaticano, si sono dimesse, crea un nuovo capitolo che prima o poi aprirà interrogativi etici rilevanti. È giusto che la Santa Sede discrimini in ragione di un vaccino peraltro non sperimentato? E perché Bergoglio ha voluto conferire alla vaccinazione i caratteri di una salvezza messianica? È forse uno scienziato? Si è informato a sufficienza sui rischi e sui pericoli? In ogni caso, ha calcolato che fine dovranno fare i cattolici no-vax? O ha deciso che dieci milioni di fedeli meritano il trattamento che ha riservato già a cardinali e vescovi che, provando a chiedergli chiarezza su alcuni temi non proprio cristallini (come Amoris Laetitia), sono stati trattati senza rispetto e alla fine ignorati? Ignorerà Bergoglio, il misericordioso papa, appassionato paladino della sinodalità, banditore del dialogo, la fine di più di dieci milioni di fedeli no-vax? Il silenzio sugli operai di Trieste rivela un disinteresse clamoroso da parte del pampero argentino, a tutti i costi fatto passare dai media come paladino dei poveri, degli ultimi, degli oppressi. Alla lunga questa ingiustificata e antievangelica scelta sarà pagata a caro prezzo. Anche perché tutta la gestione vaticana – e con essa quella della Conferenza Episcopale Italiana – a riguardo del Covid, è disastrosa. Sono state chiuse le chiese proprio quando bisognava dare il segno di una vicinanza al popolo di Dio. E ora si impone dappertutto, con toni quasi messianici (come Bergoglio, in prima fila, ha espresso), il vaccino, con parroci no-vax che sono costretti a dimettersi, con suore no-vax che abbandonano i conventi, con fedeli no-vax (molto più di dieci milioni in Italia, come si è ripetutamente detto), che non potranno più andare a messa. Il licenziamento delle guardie svizzere è un brutto presagio del licenziamento di milioni di fedeli, molti dei quali bergogliani convinti, dalla Chiesa pro-vax. L’altro aspetto riguarda il lento e inesorabile processo di desertificazione delle chiese che rischia ora di raggiungere livelli di guardia con l’esclusione dei cattolici no-vax. Diversi accreditati analisti prevedono un tramonto definitivo del cattolicesimo occidentale, tra cui anche lo storico Andrea Riccardi che, se proprio non sposa la tesi del tramonto, denuncia comunque una Chiesa che brucia (come Notre Dame de Paris). Se la percentuale di fedeli alla messa domenicale è già preoccupante (in Italia intorno al 10-15 %, in Francia al 5%, in Belgio e Olanda a quasi lo 0%), con l’esclusione di più di dieci milioni di battezzati no-vax, Roma si troverà a gestire non più una religione maggioritaria, ma una setta minoritaria di eletti vaccinati che, senza prove scientifiche, si ritengono al sicuro e ormai guardano come fossero appestati quanti non esibiscono il green pass. L’ipocrisia maldestra di Bergoglio ha però ulteriori risvolti in questi giorni. Nell’omelia per la consacrazione di due nuovi vescovi – tra i quali l’ex cerimoniere Marini – il leader maximo, sempre più arroccato nel bunker di Santa Marta, ha affermato: “vicinanza ai sacerdoti. Per favore, non dimenticatevi che i sacerdoti sono i vostri prossimi più prossimi. Quante volte si sentono lamentele, che un sacerdote dice: Io ho chiamato il vescovo ma la segretaria mi ha detto che ha l’agenda piena, che forse entro trenta giorni potrebbe ricevermi… Questo non va. Se tu vieni a sapere che ti ha chiamato un sacerdote, chiamalo lo stesso giorno o il giorno dopo. E lui con questo saprà che ha un padre. Vicinanza ai sacerdoti, e se non vengono va a trovarli: vicino”. Alla luce dei fatti e dei comportamenti, il falso papa Bergoglio mostra il peggio di sé. È un uomo menzognero, un animo doppio (come aveva già detto l’allora Superiore generale dei Gesuiti, padre Kolvenbach, che fece di tutto perché non venisse consacrato vescovo), è realmente un uomo senza scrupoli che riesce a prendere in giro il mondo intero. Proprio lui che, con quel timbro di voce stridulo e fastidioso, invita i vescovi a chiamare i propri preti lo stesso giorno, ha tenuto tre giorni senza risposta l’anziano cardinale Joseph Zen che, a 88 anni, era venuto lo scorso settembre 2020 a Roma da Hong Kong, per essere ricevuto. Lo stesso ha fatto con i quattro cardinali dei Dubia, ai quali non ha mai risposto e che ha umiliato senza che giungesse per essi una replica, fosse anche la più violenta. Una cafoneria senza precedenti. La lista di presuli e semplici preti che Bergoglio silura e distrugge, umiliandoli, è lunga e articolata, già da quando era vescovo a Buenos Aires, dove ci sono anziani preti che curano ancora le ferite della sua violenta misericordia e dove, tra l’altro, non mette piede. Il defunto cardinale Carlo Caffarra di Bologna ne è l’esempio più clamoroso. Dopo il silenzio di fronte ai Dubia, inviati il 19 settembre 2016, un anno dopo, nell’aprile 2017, un ormai anziano e ammalato cardinale Caffarra, ha inoltrato una nuova lettera a Bergoglio, chiedendogli che, di fronte al silenzio sui Dubia, almeno li ricevesse in udienza privata. Anche in questo caso, Bergoglio non ha risposto. Tra l’altro, proprio Caffarra, poco prima di morire, in occasione della visita di Bergoglio alla cattedrale di Carpi (2 aprile 2017), aveva raccontato, con dolore, di aver provato in molti modi ad avvicinarlo, senza che il falso papa glielo permettesse, salvo poi metterselo accanto per una foto ricordo (in modo da zittire le critiche). Un Bergoglio insopportabilmente ipocrita e menzognero, che merita l’incenso degli Una cum e di tutti i credenti apostati. Vorrei infine esprimere un mio piccolo rammarico a riguardo dei portuali che stanno facendo il blocco ai porti di Trieste e Genova. Sono loro vicino, però come sarebbe stato diverso se avessero fatto come il sindacato di Solidarność, che aveva messo al centro lo stendardo della Madonna Nera di Częstochowa! La “santa” resistenza sindacalista di Lech Wałęsa e degli operai di Danzica, con il sostegno di Giovanni Paolo II e il sangue dell’eroico prete martire di Varsavia, Jerzy Popiełuszko, ha finito con il demolire la granitica e inossidabile oppressione comunista.