jeudi 2 mars 2023

RADIO DOMINA NOSTRA 🔴IL TOTALISMO BERGOGLIANO

 

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0yMssfmbeAsChPvrNftLJMvXjGmqJn68fukEsckvHKGmDmVqFK12zL9ZVffdmCjerl&id=100071614714350&eav=Afbnex5lGotftt2GNMHcO2U6cgCZCG2nIxaEeu2wHcGUYPER7pJbNitvMVAz9PzZoQM&paipv=0

Di don Minutella


LE MILLE CONTRADDIZIONI DEL LEGITTIMISMO CONSERVATOR-TRADIZIONALISTA

In questo primo periodo del 2023, dopo la morte di Benedetto XVI, ciò che più riesce sgradevole, nella già penosa situazione del cattolicesimo romano, è il legittimismo dei circoli, sempre più divisi tra loro, del mondo conservatore e tradizionalista, per i quali Bergoglio resta la peggior peste della Chiesa, però è il papa.
Si tratta di una volontà pervicace, persino più problematica di Bergoglio stesso. Anzitutto perché, come molte volte ho detto, le ragioni che animano i salotti conservator-patrizio-tradizionalisti a riguardo della legittimazione del falso papa, non sono proprio ragioni nobili. Si tratta di un connubio tra legittimismo e garantismo: riconoscendo Bergoglio come papa, riescono a garantirsi la sopravvivenza di poltrone, titoli, carriere, interessi trasversali, protezione di ruoli, custodie di prebende.
Inoltre, risulta del tutto incomprensibile come possano dichiarare che Bergoglio sia papa, giustificando nientemeno che il successore di san Pietro conduca la Chiesa verso un anti-vangelo, verso Pachamama, verso l’apostasia dichiarata. Che fine fa in questo caso l’azione costante dello Spirito Santo a favore del munus petrino? Nessuno risponde a questa domanda.
Il parterre dei rappresentanti più noti del legittimismo pro-Bergoglio, garantista e ipocrita, è ampio. C’è monsignor Carlo Maria Viganò, vescovo paladino della battaglia anti-globalista e no-vax, che però, fino ad oggi, incredibilmente non vuole rivelare se pronunci o meno il nome di papa Francesco a messa. C’è poi monsignor Schneider, globetrotter tradizionalista, apologeta della messa antica, che si incaponisce a ritenere Francesco il papa, con ragioni sempre più disperate alla sua stessa coscienza. Ci sono quindi i cardinali come Müller o Sarah, che non esitano ora a pronunciare un sonoro J’accuse verso Bergoglio, che starebbe rovinando la Chiesa, ma a cui si inchinano riverenti. Ci sono poi quelli come il vaticanista Aldo Maria Valli o l’editorialista Giovanni Zenone che arrivano, almeno il secondo, a minacciare di non dare più l’otto per mille alla Chiesa, a causa delle recenti esternazioni di Bergoglio che, nel messaggio per la Quaresima, proponeva la rinuncia al gas. Gli accenti sinceri dello sdegno di Zenone equivalgono al perenne quanto sterile cahiers de doleances dei giornalisti, dei social, dei molti blog filotradizionalisti che sempre, dico sempre, si fermano alle soglie di Bergoglio, senza mai coinvolgerlo direttamente.
Le recenti decisioni dell’usurpatore argentino sollevano una reazione sempre più incontrollata tra i legittimisti. Il divieto praticamente definitivo di poter celebrare la messa tradizionale costituisce probabilmente il guanto di sfida sereno di Bergoglio alle truppe lealiste che lo criticano ma, in quanto UNACUM, finiscono con il favorirlo in questa folle corsa verso la demolizione dell’identità cattolica.
Forse c’è anche, in questa spirale legittimista, l’idea politica di un successore di Bergoglio che, in quanto moderato, se non persino conservatore, ripristini la perduta autorità cattolica dinanzi al mondo, dopo i guasti dell’argentino. Ma si tratta di un miraggio che, vedrete, sarà pagato amaramente. Il collegio degli elettori è quasi tutto bergogliano, di pessima qualità, asservito all’agenda global-sincretista. Il successore di Bergoglio sarà persino peggio. E farà scacco matto ai legittimisti. La nomina del nuovo Prefetto per i vescovi ne è una conferma, e non manca molto per lasciarsi stupire a riguardo della nomina del nuovo Prefetto per la Fede.
Sembra che i prelati vaticani bergogliani, come si legge nel blog di Aldo Maria Valli, quando si riuniscono, per una pizza o per un drink, chiamino Bergoglio “il cretino gloriosamente regnante”. Trovo questo livello il più infimo. Criticare quello che ritengono papa, chiamandolo cretino. E aggiungere l’ingiuria e la derisione nei confronti di quello che considerano Romano Pontefice. Peggio dei sovietici al soldo del Politburo, il comitato centrale comunista.