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lundi 24 novembre 2025
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..Censura COVID: Il Governo UK Ammette il Ruolo della NATO ma Si Rifiuta di Rilasciare i File
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1.0 Introduzione: Un Muro di Silenzio Ufficiale
Durante la pandemia di COVID-19, molti hanno avuto la sensazione che il dibattito pubblico fosse limitato e che le voci dissenzienti venissero sistematicamente censurate. Ora, una richiesta ufficiale basata sulla legge sulla libertà di informazione (Freedom of Information Act, FOIA) presentata dalla giornalista Sonia Elijah ha costretto il governo del Regno Unito a fare un’ammissione cruciale: è in possesso di direttive della NATO riguardanti la “disinformazione” sui vaccini. Tuttavia, questa trasparenza si è fermata lì. Il governo si è rifiutato di rilasciare anche una sola riga di questi documenti, nascondendosi dietro giustificazioni ufficiali che sollevano più domande di quante ne risolvano.
2.0 Le Rivelazioni Shock dalla Risposta del Governo
2.1. Primo: L’ammissione è ufficiale. La NATO era coinvolta.
Il punto più significativo è la conferma esplicita e scritta da parte del governo britannico. Il Dipartimento per la Scienza, l’Innovazione e la Tecnologia (DSIT) — il ministero che ora ospita la Counter Disinformation Unit (CDU) — ha ammesso di possedere direttive, linee guida e comunicazioni della NATO relative al contrasto alla “disinformazione” sui vaccini durante il periodo COVID (2020-2023). Non si tratta di una fuga di notizie o di un’indiscrezione, ma di un’ammissione diretta e formale. Questo conferma che la NATO faceva parte dell’apparato di sorveglianza che includeva la CDU del Regno Unito, un’unità che, come confermato da oltre 20 richieste FOIA di Big Brother Watch, monitorava cittadini, giornalisti e persino parlamentari per individuare segnali di “esitazione vaccinale”, mentre la 77ª Brigata dell’esercito produceva “rapporti di disinformazione” su civili britannici.
2.2. Secondo: Le “relazioni internazionali” sono usate come scudo.
La ragione principale addotta dal governo per il suo rifiuto è l’esenzione relativa alle “relazioni internazionali” (Sezione 27 del FOIA), insieme a un riferimento alla protezione dei “dati personali” (Sezione 40). Secondo il governo, la divulgazione di queste informazioni pregiudicherebbe le relazioni tra il Regno Unito e altri Stati o organizzazioni internazionali, ovvero la NATO. Tuttavia, questo argomento appare debole se confrontato con i precedenti legali. Nel caso Department for Transport (DfT) v ICO, il tribunale ha stabilito un principio chiaro:
“le semplici affermazioni su potenziali rischi diplomatici non erano sufficienti senza prove concrete che dimostrassero come la divulgazione potesse avere un impatto negativo sulle relazioni con altri Stati.”
2.3. Terzo: Le altre scuse sono illogiche e pretestuose.
Oltre all’appello alle relazioni internazionali, il DSIT presenta una serie di giustificazioni che si rivelano palesemente illogiche e pretestuose.
“Negoziati in corso”: Citare negoziati in corso per giustificare la mancata divulgazione di documenti relativi al periodo 2020-2023 è sconcertante e privo di logica.
Rischio di “errata interpretazione”: Questa è una scusa vaga. Le linee guida dell’Information Commissioner’s Office (ICO) sono inequivocabili: “Il pregiudizio deve essere un danno reale, effettivo o specifico… Affermazioni speculative o generiche, come la potenziale ‘errata interpretazione’… non raggiungono la soglia richiesta.”
Logica circolare: L’argomento “Non possiamo rilasciarli altrimenti smetteranno di condividere informazioni con noi” è una logica circolare che manca di qualsiasi prova a suo sostegno.
Queste ragioni sembrano essere un chiaro caso di “ostruzionismo in piena vista”. A riprova di ciò, una successiva richiesta di revisione interna, presentata per contestare queste motivazioni, è stata respinta dal DSIT, che ha completamente ignorato ogni punto sostanziale sollevato.
2.4. Quarto: Il contesto è una “guerra psicologica”, non solo censura.
Il rifiuto di rilasciare questi documenti deve essere inquadrato in un contesto più ampio che va oltre la semplice rimozione di contenuti online. Questa segretezza si collega a una più vasta strategia della NATO. Come rivelato in un precedente articolo, “NATO’s Mind ‘Games’—Inoculating Dissent?”, il Centro Comunicazioni Strategiche della NATO a Riga ha trasformato la psicologia in un’arma. Lo scetticismo vaccinale è stato trattato come un virus che necessita di un’”inoculazione” preventiva attraverso tecniche psicologiche. Sono stati sviluppati “giochi” come Bad News e Go Viral! da accademici sostenuti dalla NATO, e finanziati silenziosamente dal Gabinetto del Regno Unito e dall’OMS, per “educare” gli utenti a riconoscere e respingere le tesi “anti-vax”.
2.5. Quinto: Il vero segreto è proteggere la “narrazione”, non la sicurezza.
Mettendo insieme tutti i pezzi, emerge una conclusione chiara. Quando il governo ricorre a scuse deboli, illogiche e legalmente dubbie per nascondere le comunicazioni di un’alleanza democratica, l’obiettivo non può essere la sicurezza nazionale. L’intenso sforzo per occultare questi documenti mira a qualcos’altro.
“Non stanno salvaguardando la sicurezza nazionale. Stanno salvaguardando la narrazione.”
Questo sforzo per controllare il discorso pubblico avviene in un contesto di enormi interessi economici: secondo i dati ufficiali, il programma di vaccinazione COVID-19 del Regno Unito è costato quasi 12 miliardi di sterline. La posta in gioco per mantenere intatta la narrazione ufficiale è, evidentemente, molto alta.
3.0 Conclusione: La Domanda che Resta
La risposta del governo ha fornito una certezza: la NATO è stata coinvolta nelle strategie di comunicazione e censura durante la pandemia.
Allo stesso tempo, il muro di omertà eretto utilizzando scuse deboli e prive di fondamento conferma un’intenzione deliberata di nascondere la verità. I documenti esistono. Il collegamento con la NATO è confermato. L’unica domanda che rimane è: cosa c’è di così dannoso in quelle comunicazioni che il governo preferisce rischiare uno scandalo sulla trasparenza piuttosto che renderle pubbliche?