https://www.maurizioblondet.it/in-difesa-di-biancaneve-profanata/
… da Hollywood naturalmente
A.S.
“Ma tu ritieni più importante una fiaba rispetto a ecologismo e
femminismo?” questo mi è stato chiesto parlando dello stravolgimento di
Biancaneve. Precisiamo: ho preso “ecologismo e femminismo” come esempi a
casaccio di tutti gli “-ismi” moderni, delle varie ideologie.
Certo che ritengo anche la fiaba di Biancaneve al di sopra delle ideologie moderne.
Mi è tornata alla memoria la celebre tirata di Dostoevskij ne “I demoni” contro l’ideologia.
“E io dichiaro che Shakespeare e Raffaello stanno al disopra dell’affrancamento dei contadini, al disopra del nazionalismo, al disopra del socialismo, al disopra della giovane generazione, al disopra della chimica, al disopra di quasi tutto il genere umano, perché sono già il frutto, il vero frutto di tutto il genere umano, e forse il frutto più sublime che mai si possa avere…”
Non vale solo per “Shakespeare e Raffaello” ovvero per le vette
assolute, ma anche per una fiaba popolare. Si pensi che Cenerentola ha
origini antichissime, addirittura greco-egizie (la storia della schiava
Rodhopis)
Una delle più pericolose sciocchezze che sto sentendo è che oggi saremmo
cambiati perché c’è Internet o perché le donne lavorano. Sono cambiate
alcune apparenze che sono le convenzioni sociali e la tecnologia ma
l’anima dell’uomo è sempre la stessa. In questi anni abbiamo subito cose
che speravamo superate per sempre come l’odio fra popoli che porta a
alla guerra e gli abusi del potere.
Le tematiche eterne non sono la lotta al patriarcato o i ghiacciai che
si sciolgono ma l’amore, la ricerca della libertà, la ricerca
dell’assoluto e la sete di conoscenza, la paura dell’ignoto, il potere,
la sete di bellezza, la morte con tutte le riflessioni ad essa connesse,
la ricerca del Divino, l’alterità del genio e del santo rispetto alla
mediocrità della società che lo odia.
Queste cose sono già presenti nell’epopea di Gilgamesh e sono
inestirpabili e non cambiano solo perché ora comunichiamo coi cellulari
invece che con i piccioni viaggiatori.
Queste opere rappresentano, attraverso i simboli, la parte più profonda
della nostra anima, che si tratti dell’Amleto o di Biancaneve.
Mi è capitata la discussione con un “divulgatore scientifico” ovvero una
di quelle persone che credono che si possa spiegare l’animo umano con
le equazioni. E mi fa: forse che l’Ulisse di Primo Levi è woke perché lo
ha riletto Primo Levi?
Non è moderno, è “eterno”: dismessi gli abiti rispecchia gli uomini
di tutti i tempi. Il tormento di Gilgamesh davanti alla morte dell’amato
Enkidu, cinquemila anni fa, è lo stesso nostro: non c’è bisogno di
cambiare nulla.
Il “moderno” si concentra solo sull’abito esteriore, che è l’ideologia,
ed è per questo che muore in fretta. Fateci caso come da sempre gli –
ismi di dieci anni fa appaiono più antichi di Omero.
Il woke passerà come passano tutte le ideologie ritenute “moderne”: il vestito si rompe.
Biancaneve, quella che i Grimm raccolsero dalle vecchiette tedesche di
inizio Ottocento, resterà perché è lo specchio di qualcosa di profondo.
A.S.