lundi 24 juillet 2023

Peter Seewald: Non c’è più Benedetto, la diga si è rotta. 21 Luglio 2023 Pubblicato da Marco Tosatti

https://www.marcotosatti.com/2023/07/21/seewald-non-ce-piu-benedetto-la-diga-si-e-rotta/ 

(...)"Francesco, invece, vuole uscire dalla continuità. E quindi dalla tradizione dottrinale della Chiesa."(...)

(...)"Francesco ha scaricato alla prima occasione il cardinale Müller, che era stato nominato da Benedetto, ora fa entrare in carica un suo accolito argentino di lunga data, che ha subito annunciato una sorta di auto-smantellamento. Vuole cambiare il catechismo, relativizzare le affermazioni della Bibbia, mettere in discussione il celibato."(...)

(...) "al limite dell’eresia."(...)

(...)"il pubblico stupito ha osservato che Bergoglio non ha mantenuto molte delle sue promesse, ha detto di tutto e il contrario di tutto, si è contraddetto più volte, causando così una notevole confusione. A ciò si aggiungono i molti casi in cui ha governato con durezza, ha rimosso persone impopolari e ha chiuso istituzioni preziose create sotto Giovanni Paolo II."(...)

(...)"gli ultimi sviluppi indicano una vera e propria rottura della diga. E visto il drammatico declino del cristianesimo in Europa, questo potrebbe trasformarsi in un’inondazione che distrugge ciò che ancora resisteva.

kath.net: Una parola forte.

 

Seewald: Le ultime notizie dal Vaticano mi hanno ricordato un saggio di Georgio Agamben diventato famoso. Nel suo testo sul “Mistero del male”, il filosofo più discusso del nostro tempo tira in ballo Benedetto XVI. Da giovane teologo, Ratzinger una volta distingueva tra una Chiesa dei malvagi e una Chiesa dei giusti in un’interpretazione di Agostino. Fin dall’inizio, la Chiesa è stata inestricabilmente mista. È sia la Chiesa di Cristo che la Chiesa dell’Anticristo. Tuttavia, secondo Agamben, esiste anche l’idea del catechismo…

kath.net: Come dice?

Seewald: Per quanto riguarda la seconda lettera dell’apostolo Paolo ai Tessalonicesi, si riferisce al principio dell’arresto. Un termine che viene interpretato anche come “ostacolo”, per qualcosa o qualcuno che ferma la fine dei tempi. Secondo Agamben, Benedetto XVI era qualcosa di simile a un “frenatore”. Su questo sfondo, le sue dimissioni hanno inevitabilmente evocato una separazione della Chiesa “bella” da quella “nera”, quell’arco in cui il grano viene separato dalla pula. Una tesi ripida. Ma il Papa emerito la vedeva ovviamente in modo simile. Doveva rimanere, ha risposto alla mia domanda sul perché non poteva morire. Come memoriale dell’autentico messaggio di Gesù, come luce sulla montagna. “Alla fine, Cristo sarà vittorioso”, ha aggiunto."(...)

(...)"molti di coloro che oggi si rallegrano perché Francesco si sta liberando dell’eredità di Benedetto, domani potrebbero piangere amaramente per questo."