Nell’ultimo Consiglio dei Ministri prima di Ferragosto, il Governo Meloni non ha approvato la norma sull’innalzamento dell’elettrosmog. S’è rischiato di legalizzare l’innalzamento dei limiti soglia d’irraggiamento delle antenne telefoniche fino a 24, 30, 40 o 61 V/m. Valori oggi illegali e pericolosi per umanità e ambiente, una forzatura osteggiata da parte dell’esecutivo che ha bloccato la manovra prima dell’approvazione. La vicenda rimanda al caso di Radio Vaticana: tra 1990 e il 2003 interessò oltre 170.000 persone a nord di Roma per un livello d’elettrosmog senza eguali in Italia prodotto da 33 antenne: furono registrati valori fino a 25 V/m sullo sfondo di morti per leucemia e tumore con tassi superiori alla media nazionale. Dal libro d’inchiesta “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova) del giornalista-scrittore Maurizio Martucci, ecco la storia del ‘caso Radio Vaticana’, tornato d’attualità dopo il fallito blitz delle compagnie telefoniche sull’innalzamento dell’elettrosmog, oggi nelle media dei cautelativi 6 V/m. Ma Adolfo Urso, ministro del made in Italy e delle imprese, ha annunciato l’arrivo di un DPCM Meloni, cioé il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri. La questione è quindi ancora aperta.
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Come una bomba atomica. Due sessioni di giudizio in primo grado nel Tribunale di Roma. Due in Corte d’Appello sempre nella Capitale e ben tre volte dinnanzi la Corte Suprema di Cassazione. L’ultimo verdetto con sentenza n°23262 è datato 24 Febbraio 2011, l’ultima tappa di un’estenuante iter processuale durato dieci anni che ha visto Radio Vaticana protagonista di un’inedita condanna per ‘molestie permanenti e invasive’, ovvero ‘getto pericoloso di cose’ (articolo 674 Codice Penale): per la prima volta nella storia giudiziaria italiana, l’onda elettromagnetica è stata equiparata ad un’arma, un corpo contundente teso ad offendere la salute di un essere umano, accertate le accuse di inquinamento elettromagnetico per sforamento dei limiti consentiti dallo Stato italiano, suffragate dall’insopportabile conta di centinaia di casi anomali di morti per linfomi, leucemia e tumore, avanzata dall’Asl e da associazioni ambientaliste, Codacons e una schiera di cittadini della zona investita dalle onde anomale di un impianto di trasmissione radiofonica costruito su circa 430 ettari (33 antenne alte quasi 100 metri che per anni hanno trasmesso in tutto il mondo il messaggio della Santa Sede con un’irradiazione a 360 gradi, utilizzando una potenza di trasmissione nell’ordine di centinaia di migliaia di watt, registrate persino nella misura di 25 V/m). “In questo campo, analoghi si trovano solo gli studi sull’esposizione alla bomba atomica”.
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Edita dalla Compagnia di Gesù, Radio Vaticana è la storica emittente radiofonica della Città del Vaticano progettata da Guglielmo Marconi nel 1931. Si trova nell’area della periferia romana di Santa Maria di Galeria: nonostante l’extraterritorialità del sito, le sue antenne sono state giudicate fuori legge per il superamento dei limiti di emissione elettromagnetica con una sentenza passata in giudicato, calcolata la prescrizione (con risarcimento dei danni per le vittime) nei confronti dell’unico imputato superstite (il cardinale Roberto Tucci, vertice del comitato di gestione dell’emittente vaticano nel biennio 1999-2000), deceduto nel 2009 padre Pasquale Borromeo (direttore generale dal 1999 al 2004), assolto l’ingegnere Costantino Pacifici (vide direttore tecnico nello stesso periodo). La Cassazione, sposando la tesi emessa dalla Corte d’Appello del 14 Ottobre 2009, ha affermato che “attraverso una ricognizione che eccede volutamente i confini temporali della contestazione penale per meglio significare con il criterio del ‘prima’ del ‘durante’ e del ‘dopo’ il carattere permanente e invasivo delle molestie, ha richiamato circostanze oggettive suscettibili di provare il carattere indubitabile, intenso e disturbante delle emissioni di onde, registrate per la loro intensità e rivelate oggettivamente da risonanze le più insolite e insospettabili in ordinari strumenti del vivere quotidiano diventati (in connessione con la intensità delle immissioni moleste) anomali e incontrollabili apparecchi di ricezione e amplificazione”.
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Per giungere a questa conclusione, i magistrati capitolini si sono serviti della perizia rinominata Studio Marconi: diretta da Andrea Micheli, è uno studio epidemiologico sul tasso di mortalità per leucemia e tumori del sistema emolinfoietico condotto nelle zone limitrofe Radio Vaticana e Maritele (adiacente stazione di trasmissione di proprietà della Marina Militare Italiana) che nel raggio di sei chilometri ha investito i comuni di Anguillara Sabazia, Formello, Campagnano e le zone periferiche di La Storta, Cesano, Polline Martignano, La Giustiniana e Isola Farnese. Il periodo esaminato rientrava nella forbice tra il 1990 e il 2003 (nel 2001 la popolazione interessata contava 177.079 cittadini, in totale sono state raccolte informazioni su 68.663 persone). Fortemente criticato dagli ambienti vaticani per mano della relazione affidata all’ex Ministro della Salute Umberto Veronesi, lo Studio Marconi ha individuato 211 decessi per malattie gravi, dei quali 69 relazionati a Radio Vaticana, 73 a Maritele e 69 per entrambe, una percentuale impressionante che ha portato la perizia a parlare di un “rischio superiore di almeno doppio rispetto a quello di riferimento (ossia il 100% più alto) per quel che riguarda gli studi di mortalità e uno superiore di almeno quattro volte quello di riferimento (ossia il 300% più alto) rispetto allo studio d’incidenza di leucemie infantili e linfomi”. Le conclusioni dello studio, depositate in tribunale nel 2010 (tre anni e otto mesi dall’incarico), per Radio Vaticana parlarono di una prova verificata, suggerendo “che vi sia stata un’associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale dell’emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia”, mentre contro Maritele – verso cui le condizioni di prova non sono state identificate – “pur non potendo escludere che possano esistere condizioni di rischio”, non è stato possibile verificare le prove d’accusa. La protesta popolare, ai tempi del processo, montava inesorabile con numerose manifestazioni, sit-in, presidi e flash mob, confluendo nella costituzione del Coordinamento dei Comitati di Roma Nord e del comitato Bambini senza Onde (per protesta plateale molte mamme finirono per incatenarsi, chiedendo il sequestro dell’impianto pontificio). Nel 2012 una nota diffusa dal direttore generale della sala stampa del Vaticano padre Federico Lombardi (direttore dell’emittente radiofonica dal 1990 al 2006) ha annunciato la cessazione delle trasmissioni in onde medie e onde corte verso Europa e Nord America.