FONTE: http://informare.over-blog.it/article-speciale-spagna-i-bambini-spagnoli-hanno-fame-esattamente-come-quelli-greci-115848040.html
Non ci parlano della Grecia, figurarsi della Spagna ma la situazione umanitaria si sta aggravando ogni giorno di piu' anche nella penisola iberica e crescono in misura esponenziale i bambini che possono contare su un solo pasto al giorno. Molti agenti di polizia si rifiutano di esguire gli sfratti esecutivi ed i fabbri hanno iniziato a rifiutarsi di forzare le case pignorate da chi non riesce più a pagare il mutuo. E questi sono solo gli aspetti piu' disperanti di una crisi che ha imboccato ormai la parte piu' ripida della china discendente.
In molti sono rimasti allibiti, in Italia, quando abbiamo rotto la congiura del silenzio che per mesi aveva isolato la Grecia, rivelando le sofferenze di un popolo ridotto alla fame ed alla miseria dall'Europa delle banche ed obbligando finalmente una parte della stampa a parlarne. La stessa identica cosa sta avvenendo adesso in Spagna e la necessità di stendere una cappa di omerta' e non svelare le atrocità delle politiche economiche e sociali europee sta divenendo ogni giorno di piu' una esigenza primaria, per non dire l'esigenza primaria, dei burocrati di Bruxelles che oramai amministrano un qualcosa che assomiglia sempre piu' ad un enorme lager dove gli internati non devono assolutamente capire quanto accade intorno a loro. In questa operazione di censura preventiva e di controinformazione possono contare sulla convinta partecipazione della stampa mainstream, che, a dispetto dei proclami sull'indipendenza ed altre simili frescacce, nei fatti e' sempre piu' prona ai voleri dei gruppi editoriali che la controllano. Con buona pace di parecchie facce da culo che hanno ancora il coraggio di farsi chiamare giornalisti.
Nessuno infatti dice che in Spagna, un bambino su quattro vive ormai in condizioni di povertà. I tagli di bilancio hanno costretto il governo a ridurre il supporto sociale necessario per aiutare le famiglie a far fronte alla crisi. I 7 Centri di sviluppo sociale che SOS Villaggi dei Bambini ha avviato a Madrid, Barcellona e in Galizia hanno sostenuto, nel 2012, decine di migliaia di bambini con le loro famiglie ed ancora oggi forniscono pasti regolari e vestiario alle famiglie in stato di necessità.
“I nostri educatori e terapeuti segnalano un aumento allarmante del numero di genitori che dichiarano di avere subito violenza per mano dei propri figli" dice Pedro Puig, Direttore nazionale di SOS Villaggi dei Bambini. “Il tasso di disoccupazione tra i giovani delle comunità in cui operiamo raggiunge il 52% e, in molte famiglie, entrambi i genitori sono disoccupati. Attraverso gli asili nido, sosteniamo i genitori affinché possano continuare a cercare un’occupazione”.
Nel Centro di sviluppo sociale di Barcellona, SOS Villaggi dei Bambini ha avviato un programma di mentoring dedicato alle madri adolescenti, che, con l’aiuto di tutor individuali e grazie a un programma di accoglienza, formazione e sostegno nella ricerca di lavoro, vengono accompagnate nel percorso di acquisizione delle capacità genitoriali e di indipendenza economica.
“La nostra priorità è proteggere i diritti dei bambini e garantire che non soffrano. Non possiamo permettere che abbandonino gli studi, perché così non avrebbero piu' alcuna speranza. Per questo il nostro team a Madrid fornisce un sostegno ai giovani che sono stati espulsi dalla scuola e prevede di estendere il servizio anche ai bambini di strada” aggiunge Pedro Puig.
Uno degli ultimi allarmi è stato lanciato dai quotidiani della Comunità Valenciana, che riportano i dati di una ricerca realizzata dalla “Casa della Carità”. Nel 2012, sono stati 11.600 i bambini che si sono nutriti facendo ricorso alla Caritas locale, e di questi circa la metà hanno tra i 4 e gli 11 anni. Rispetto al 2011, la cifra è raddoppiata. Già nei mesi scorsi “Save the Children” denunciava come nella penisola iberica fossero sempre di più gli adolescenti che ogni giorno facevano un unico pasto, quello dato loro nelle mense scolastiche. La Caritas spagnola conferma ora questi dati, rivelando che, non a caso, il numero di bambini in cerca di cibo cresce sensibilmente nei fine settimana, quando cioè le scuole sono chiuse.
E questa realtà non riguarda purtroppo solo i più piccoli. Il numero delle madri che ricorrono all’assistenza della Caritas è aumentato del 44% nell’ultimo anno, mentre la crisi occupazionale ha colpito soprattutto gli ultraquarantenni, tra i quali la percentuale di indigenti è aumentata del 10% nel 2012. Non si tratta, come si potrebbe pensare, di senza tetto o di clochard. Sono persone che hanno, almeno per il momento, una casa, e a volte anche un salario minimo. Semplicemente, non possono permettersi cibo e bevande, e quindi ricorrono alle associazioni di volontariato. I giornali locali descrivono lunghe file di bambini esultanti perché “vanno tutti insieme a mangiare al ristorante”. Che però è la Caritas.
Siamo arrivati al paradosso che gruppi etnici consistenti, frutto dell'emigrazione in Spagna degli anni del benessere, si stanno rapidamente assottigliando e tale elemento rappresenta un altro indicatore di come le condizioni di vita si stiano deteriorando. Infatti, quelle stesse associazioni di volontariato che denunciano un aumento del 12,5% di cittadini spagnoli che reclamano ogni giorno un pasto gratuito, registrano al contempo un calo del 29% per quanto riguarda l’affluenza dei rumeni, la comunità straniera più numerosa nella regione di Valencia. Si tratta, perlopiù, di immigrati che preferiscono far ritorno nel Paese d’origine.
Da Valencia a Madrid sono ormai abituali le scene in cui gruppi di cittadini aderenti alla campagna “Stop Desahucios” si oppongono all’entrata delle forze dell’ordine nei condomini dove si devono eseguire degli sfratti. Negli ultimi quattro anni sono state 350 mila le famiglie spagnole sfrattate, la stragrande maggioranza delle quali a causa di mutui stipulati con delle banche coinvolte nella speculazione immobiliare che ha travolto l'economia iberica. Anche in questo caso, i dati dei tribunali spagnoli, riportati dal WSJ, parlano chiaro: se nel primo semestre del 2008 gli sfratti furono 19.930, nella prima metà del 2012 hanno superato quota 37 mila. Come si vede siamo al raddoppio ed ormai si prosegue al ritmo di 500 al giorno, anche grazie a delle leggi in materia che alcuni giudici spagnoli ritengono “volte a salvaguardare oltremisura gli interesse delle banche politicamente influenti”. Questo esponenziale aumento delle procedure di sfratto è dovuto anche e soprattutto alle nuove disposizioni del governo di Mariano Rajoy. Il quale, per ripagare i prestiti ricevuti dall’Europa, ha dato avvio ad un piano di privatizzazione degli immobili che non sta risparmiando neppure le case popolari. La grande svendita a prezzi stracciati della spagna e' in piena attuazione ma non bastera' a salvarla.
La situazione sembra ormai vicina al collasso. Il dato più sconcertante è quello che fotografa un netto aumento di casi di suicidio di persone che hanno ricevuto ingiunzioni di sfratto. A seguito di questi eventi uno dei maggiori sindacati dei fabbri, letteralmente subissati dalle richieste di forzare le serrature di appartamenti ipotecati ha comunicato che tutti gli aderenti a tale organizzazione si rifiuteranno, d’ora in poi, di partecipare alle operazioni di sfratto. E anche i sindacati delle forze dell’ordine lamentano un eccessivo stress degli agenti, a cui hanno deciso di offrire sostegno legale nei casi, sempre piu' frequenti, nei quali si rifiutano di obbedire agli ordini e di eseguire le ingiunzioni di sfratto. Una nuova forma di obiezione di coscienza che sta dilagando.
Di fronte a queste resistenze crescenti, il governo Rajoy ha appena varato un decreto che prevede una sospensione degli sfratti per un periodo di due anni ma solo per famiglie con persone handicappate o con introiti mensili inferiori a 1.600 euro.
E così, dopo la Grecia, anche la Spagna si avvia a diventare “la manifestazione più concreta del grande successo dell’euro”, per utilizzare le parole, pronunciate nel settembre 2011, da Mario Monti. Una delle più celebri pillole di saggezza di nonno Mario, magari e' proprio quella che gli e' valsa la nomina a senatore a vita e a presidente del consiglio.
Noi, però, possiamo star tranquilli, perlomeno così dicono, ogni giorno, frotte di economisti e di politici. Lazzaroni e bugiardi. Cosa c'è, esattamente a metà tra la Grecia e la Spagna ? Il prossimo più grande successo dell'euro, direbbe Monti. L' Italia.