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il bandito Giuliano e Vito Genovese, assistente di Charles Poletti e braccio destro di Lucky Luciano |
di Gianni Lannes
Trattativa Stato & Mafia: dalla strage di Portella della Ginestra (1947) all’eliminazione nel 1992 dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. In uno Stato di diritto il presidente della Repubblica non fa distruggere le intercettazioni con un ex ministro, ma le rende di dominio pubblico in qualità di garante primo della legalità. Vero Giorgio Napolitano e Nicola Mancino?
Tanto per capire il marciume da cui è spuntata la repubblichetta tricolore, è opportuno volgere lo sguardo al passato della piovra. Il governo nordamericano era preoccupato: tra il 7 dicembre 1941 e il 28 febbraio 1942, aveva perso settantuno mercantili carichi di armamenti destinati al fronte di guerra, al largo della costa atlantica, affondati da sottomarini tedeschi. I servizi segreti alleati ritenevano che molte delle perdite fossero il risultato di riuscite operazioni di spionaggio da parte dei nazisti, i quali avevano monitorato le navi dal momento della partenza da New York. Da alcune prove emerse che gli U-boot venivano riforniti proprio al largo della costa atlantica.
L'Office of Naval Intelligence (il servizio segreto della marina americana) allestì una filiale a New York, guidata dal capitano Roscoe McFall e assoldò il capo della mafia italo-americana, ovvero “Lucky “ Luciano (all’anagrafe Salvatore Anastasia), a quel tempo in galera negli States per scontare una condanna a 50 anni di reclusione.
Le carte segrete dell’Office Strategic Services attestano che il boss dei boss prestò i suoi servigi e garantì lo sbarco “alleato” in Sicilia. E così fu premiato con l’immunità a vita. Nel 1946 Salvatore Anastasia fu imbarcato per l’Italia. Nel Belpaese, addirittura le autorità tricolori gli rilasciarono un passaporto immacolato e gli consentirono di imbastire il primo traffico al mondo di droga su scala planetaria, ovviamente sotto l’egida a stelle e strisce. Il braccio destro di “Lucky” Luciano era Vito Genovese.
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il passapporto italiano di Lucky Luciano |
L'ufficiale chiave responsabile di questo trionfo della criminalità, sotto la supervisione dei governi di Londra e Washington , che avrebbe offuscato l’Italia fino ai giorni nostri, era il capo del Governo Militare Alleato (AMGOT; Allied Military Government) per l'Italia meridionale e la Sicilia, il colonnello Charles Poletti, ex Vicegovernatore di New York. Data la sua familiarità con le questioni della grande mela, era difficile che questi fosse all'oscuro del passato criminale dell'uomo che scelse come suo interprete, Vito Genovese, che era stato il responsabile del racket del gioco d'azzardo e degli stupefacenti allestito da Luciano a New York . Già nel 1942, tuttavia, Genovese - trasferitosi in Italia - lavorava come agente della società Luciano-Naval Intelligence costituendo un legame importante tra le spie della marina e i capimafia della Sicilia occidentale, in particolare don Calò.
Fino al 1950 il boss dei boss acquistava centinaia e centinaia di chilogrammi di eroina - alla luce del sole - dalla Schiapparelli di Milano per raffinarla in Sicilia e a Marsiglia. Poi in affari con la CIA passò al Libano e alla Turchia, sotto gli occhi clementi delle autorità italo-americane.Uno degli allievi prediletti era Luciano Liggio, autore dell'omicidio del sindacalista Placido Rizzotto.
L'indulgenza che le autorità dimostrarono nei confronti della rete internazionale di narcotraffico allestita da Luciano non venne meno negli anni '50. Gli accordi con la mafia erano stati approvati ai massimi livelli del governo statunitense. Il rapporto Herlands giungeva alla seguente conclusione: «le prove dimostrano che l'assistenza e la collaborazione di Luciano venne garantita dalla Naval Intelligence in base alle necessità, in continua evoluzione ed espansione, della sicurezza nazionale».
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Lucky Luciano a Roma |
Nell’archivio dell’FBI, a tutt’oggi non è stato ancora declassificato un pezzo di carta sul conto di Salvatore Anastasia. Ma date una lettura alle conclusioni di un Comitato parlamentare italiana nel corso della quinta legislatura. E’ ormai innegabile che le agenzie dei servizi segreti statunitensi fecero in modo che venisse rilasciato di prigione il signore della droga più in vista del mondo, gli permisero di ricostruire il suo impero, rimasero a guardare mentre si intensificava l'afflusso di droghe nei ghetti a maggioranza nera di New York e Washington, D.C., nonché in Italia, e mentirono a proposito di ciò che avevano fatto.
La saga inaugurale delle relazioni tra spie americane e gangster internazionali stabilì dei parametri che sarebbero stati riutilizzati in mezzo mondo dalla White House.
riferimenti: