"... divorzio ... chiaramente incompatibile con l'insegnamento etico-religioso cristiano. Va da sé che siccome le diverse religioni conseguono fini etici differenti e quindi fra loro incompatibili, questi scopi non possono essere perseguiti contestualmente dal medesimo ordinamento. Ove si accettasse, infatti, il principio dell'indifferenza della scelta etico-religiosa rispetto all'ordinamento giuridico, così com'è previsto dell'art. 3 della Costituzione, si dovrebbe ritenere incostituzionale, per esempio, anche l'art. 556 c.p. che che contempla il reato di bigamia. Poiché ci sono religioni che riconoscono perfettamente morale la poligamia e poiché lo stesso art. 3 sancisce le pari dignità ed uguaglianza di tutte le religioni davanti alla legge, se taluno è musulmano e cittadino italiano, viene ad essere perseguito penalmente per un diritto che solamente gli viene riconosciuto dalla Costituzione. Senza dire che nella libertà religiosa dovrebbe essere compresa anche la scelta atea e allora dovrebbero trovare riconoscimento giuridico anche i conglomerati tribali dei beat con le loro comuni basate sul sesso e sulla mancanza di ogni legame giuridico, la cui vera espressione è una sorta di allevamento animale. E allora perché non giustificare il matrimonio tra pederasti?
Distruzione sostanziale di ogni principio etico "