MARCO TOSATTI: PADRE NOSTRO. A MILANO C’È CHI RECITA A MESSA LA NUOVA VERSIONE. UN ESPERTO SPIEGA: “TENTAZIONE” È SBAGLIATO, NELLA VECCHIA E NELLA NUOVA.
http://www.marcotosatti.com/2018/02/02/padre-nostro-a-milano-ce-chi-recita-a-messa-la-nuova-versione-un-esperto-spiega-tentazione-e-sbagliato-nella-vecchia-e-nella-nuova/
" Ci domandiamo ... per quale motivo “in tentationem” è stato tradotto, in italiano, “in tentazione”, lasciandoci nell’equivoco, quasi che il Signore potesse/possa indurci in tentazione."
"Consideriamo adesso l’ “in tentationem” usato da S.Gerolamo: risulta, a questo punto, che egli ha rispettato pienamente il termine greco, in quanto temptatio significa – oltre che ‘tentazione’ – prova. Es : temptavi quid in eo genere possem; ossia : verificai, misi alla prova, le mie capacità (Cic. Tusc. 1,7)."
" Anche Gesù può essere peiràzon: lo troviamo esplicitamente in Gv 6,6 ss. (moltiplicazione dei pani), lì dove Gesù intende verificare la fede degli apostoli nei Suoi confronti : ‘Unde ememus panes, ut manducent hi? Hoc dicebat autem tentans eum (sc. Filippo) : touto de élegen peiràzon autòn."
" La realtà è che la Chiesa, una volta abbandonato il greco, e utilizzando esclusivamente il latino, ha seguito, nel corso dei secoli, soltanto la Vulgata geronimiana, sicché ha tradotto in italiano, diremmo noi pari pari, quasi come un calco, tale parola, più per il suono che per il senso e il significato, non considerando più il testo greco, ormai in disuso."
" Quindi: non “non intro-durci nella prova”, bensì non farci entrare.
Si chiede al Padre di non metterci alla prova, in quanto ci rendiamo conto di essere deboli se messi alla prova. Infatti Gesù ha detto: “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione (=prova)”: ina me eiséltete eis peirasmòn (Mc 14,38); e spiega: to men pnéuma pròtumon, é de sarx astenés."