https://www.maurizioblondet.it/il-5-agosto-fine-delleurozona-e-possibile/
"LE gioie della deflazione (disoccupazione di massa e tagli dei redditi per renderli competitivi) si stanno per unire ai benefici del rincaro. Degli alimentari in particolare.
Da noi la penuria alimentare?
Il lockdown ha messo in forse la sopravvivenza del 30 per cento delle imprese agricole italiane; settore che, benché vanti un fatturato di 200 miliardi di euro l’anno, contribuisca all’export per oltre 44 miliardi e dia lavoro a 1,4 milioni di occupati, è composto di 1,6 milioni di aziende; l’87% delle quali ha un fatturato inferiore ai 10 milioni l’anno.
Ciò significa che per il governo più terrone, ignorante e neo-primitivo della storia, questa miriade di microbi - ma di evidente importanza strategica - non è degna degli aiuti miliardari a fondo perduto che ha profuso per l’inutile Alitalia e i monopattini Made in China. Quanto alle banche italiote, note per non fare credito all’economia reale (gli conviene “investire” in BTP ), figuratevi se aiutano questi nani che faticano sui solchi.
RIsultato: il 30 per cento dei produttori di alimenti chiuderà davvero e la penuria di merci commestibili farà aumentare i prezzi. Cavolfiori, zucchine, carne e salumi. Rincari che incideranno una popolazione dove sono aumentati i disoccupati,e chi ha un lavoro (se non è un pubblico dipendente) ha visto il suo salario calare per il convergente e simultaneo restringimento di domanda ed offerta, e ciò sul piano mondiale."
"Si sveglierà infine l’italiota? Confesso di avere qualche speranza in più nel popolo francese. Ha dato già prove di sollevazione coi Gilet Gialli per un rincaro del carburante; insurrezione stroncata col ferro e col fuoco da Macron nel silenzio complice dei media; ma la rabbia rerpressa non è placata.
Speriamo nei francesi. Che insorgano."
“Con la sua continua politica di disinflazione competitiva nel contesto del cambio fisso (l’euro) l Germania s’è arricchita succhiando crescita dai partner della zona euro”, dice Sebastien Cochard; e ha impoverito non solo i vicini, ma anche la sua propria popolazione, lesinando i salari per mantenerli “competitivi”.
L’euro sottovalutato equivale a un sussidio all’industria tedesca, che tale sussidio fa mancare ai vicini per i quali l’euro è sopravvalutato.
E oggi, “con la sua ossessiva politica di export, la Germania rende tutti gli stati dell’euro prigionieri del ricatto geopolitico dei paesi suoi clienti (Usa, Cina), dato che Berlino spingerà l’intera UE a fare qualunque cosa per di evitare dazi sulle sue auto d’esportazione”.
E non basta ancora. Jens Weidmann, il capo della Bundesbank, da tempo protesta che la “stampa” forsennata della BCE guidata dalla Lagarde che compra illimitatamente debito pubblico europeo (ovviamente del Sud; la Germania praticamente non emette debito), deve smettere di farlo. Anzi, per Weidmann, la BCE deve cominciare a vendere sui mercati speculativi le centinaia di miliardi di titoli che ha comprato col denari creato dal nulla: è l’altra ossessione tedesca, esporre il debito del Sud al giudizio dei mercati - come se poi “i mercati” esistessero ancora, dopo l’immane crisi e l’ancor più immane compra da parte della Fed e della altre banche centrali.
Ma “se la BCE - come chiede il tedesco - dovesse disinvestire il debito acquisito prima della scadenza e non reinvestire i proventi nell’acquisto di nuovi titoli di debito, renderebbe automaticamente insostenibile il debito francese e italiano (il 40% sarà detenuto dalla BCE alla fine del 2020)”, protesta Cochard. “La Francia ha assolutamente bisogno della monetizzazione della BCE. Punto”. E Italia, Spagna, Portogallo,Grecia non di meno.
Ma sull’euro incombe la sentenza di Karsruhe: la corte suprema germanica ha ingiunto alla BCE di dimostrare che la “stampa” di moneta che ha fatto Draghi a suo tempo, e quella forsennata sta facendo la Lagarde per salvarci con il PEPP ( Pandemic Emergency Purchase Program) è “proporzionata” e congruente ; e di dimostrarlo entro il 5 agosto.
Entro mercoledì."
“ L'ora del signor Weidmann è finalmente arrivata”, commenta il macro-economista Chris Marsh. “Le decisioni che Jens Weidmann prenderà all'interno della Bundesbank questo fine settimana potrebbero essere le più importanti della sua vita e dell'euro”.
L’ordine europeo a cui si sono legati i nostri collaborazionisti può cessare di colpo. Mercoledì’. E la cosa più impressionante è che tutte le capitali facciano finta di niente e i media non ne parlino. I nostri terroni al potere sono in grado di gestire il distacco traumatico della Germania dall’euro? Berlino ha certo un programma. Ma non lo comunica. Una cosa è certa: il popolo francese non sopporterà un altro diktat tedesco e una tornata di austerità perdente."
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