vendredi 28 octobre 2022

Maurizio Blondet, Roberto Pecchioli: Contro il liberalismo culturale (ndr da rileggere tutto)

 Contro il liberalismo culturale: di Roberto PECCHIOLI In una discussione, un amico di sentimenti conservatori deprecava il declino della morale pubblica e privata e dei vincoli comunitari, attribuendolo ai comunisti, in particolare al marxismo culturale […]

 

(...) "Il progressismo non può essere marxista perché il suo orizzonte è interno al capitalismo, del quale condivide la forma merce e la tensione all’illimitato".(...)

(...) "Più concreto, il marxismo interpretava la storia come lotta tra classi dagli interessi opposti, sfruttatori contro sfruttati, la dialettica servo-padrone ereditata da Hegel. 

Karl Marx inarcherebbe le sopracciglia e reprimerebbe a stento la nausea se qualcuno dei suoi (presunti) discepoli cantasse la bontà di quel complesso eterogeneo di teorie che un intellettualismo pigro riunisce nel sintagma “marxismo culturale”. 

Nel suo sistema deterministico, presuntamente scientifico, duro come il cemento armato, non c’era posto per il relativismo né per il femminismo borghese; il proletariato femminile veniva inglobato nella rivoluzione in quanto “esercito di riserva” del capitalismo che inseriva le donne nel mondo del lavoro per motivi di concorrenza tra i lavoratori e per ampliare la base dell’industrializzazione incipiente. Ancor meno il marxismo potrebbe accettare la teoria gender e il principio che non esistono dati naturali-biologici, ma solo ruoli e costrutti cultuali.

La stessa dizione marxismo culturale è equivoca: come può essere considerato marxista un insieme confuso di teorie? Sarebbe contraddirne uno dei pilastri: la sovrastruttura dipende dalla struttura, dunque le modalità di produzione determinano la meccanica sociale.

(...) "libertà è confusa con l’illimitatezza delle scelte di consumo. Il desiderio è la stella polare, nella medesima convinzione che l’uomo sia una macchina desiderante. Eppure il marxismo condanna il feticismo della merce; il progressismo, mainstream del liberalismo culturale, considera merce tutto, uomo compreso". 

"Inoltre, come vincolare il marxismo con l’ideologia di genere o il relativismo, quando Lenin in Materialismo e empiriocriticismo affermava “ognuno potrà rintracciare senza fatica decine di esempi di verità che sono eterne e assolute, delle quali non è permesso dubitare se non si è pazzi. 

Essere materialista significa riconoscere la verità oggettiva, che ci viene rivelata dagli organi dei sensi. Riconoscere la verità oggettiva ossia indipendente dall’uomo e dall’umanità, significa ammettere, in una maniera o in un‘altra, la verità assoluta".

"Inoltre, come vincolare il marxismo con l’ideologia di genere o il relativismo, quando Lenin in Materialismo e empiriocriticismo affermava “ognuno potrà rintracciare senza fatica decine di esempi di verità che sono eterne e assolute, delle quali non è permesso dubitare se non si è pazzi. 

Essere materialista significa riconoscere la verità oggettiva, che ci viene rivelata dagli organi dei sensi. Riconoscere la verità oggettiva ossia indipendente dall’uomo e dall’umanità, significa ammettere, in una maniera o in un‘altra, la verità assoluta. “

La postmodernità occidentale è il liberalismo/libertarismo compiuto, tanto nei rapporti economici e sociali quanto nelle scelte esistenziali. Nessun marxista autentico potrebbe essere d’accordo.