(...) "Se il giubileo non preoccupa il frate francescano e l’iracondo Orazio, una preoccupazione li assale: le spie! Ogni mattina il terrore incombe su questi ecclesiastici della Chiesa in uscita e quando digitano sul motore di ricerca il nome del terribile sito di informazione vaticana, le dita iniziano a sudare. Poi, un sospiro: “Non si parla di noi oggi”. Sì, ciò di cui ha paura Mauro Gambetti e il suo team è proprio la fuga di notizie. Non si preoccupano del fatto che determinate cose debbono cambiare e non devono essere fatte, ma si preoccupano del fatto che queste notizie fuoriescano. Mentre, quindi, Qualcuno parla di “abusi” sostenendo che la Chiesa porta avanti la linea della “tolleranza zero”, all’interno delle sue istituzioni mette dei soggetti che abusano della loro autorità, minacciano provvedimenti e continuano a fare mobbing."(...)
...)"La tecnica adottata, quindi, è stata quella di tappezzare tutta la Fabbrica di San Pietro con delle telecamere di video sorveglianza che immortalassero “le spie” nell’atto di fotografare i diversi “pizzini” che alla mattina appaiono in bacheca a firma dello storto di turno.
I canonici al 41 bis
Le vicende che hanno visto coinvolti anche i canonici di San Pietro sono state l’occasione propizia per portare avanti il piano di Mauro Gambetti e dello spione Orazio Pepe. Dapprima si sono chiamate le giornaliste “amiche” per poterle imboccare con la notizia confezionata, poi si è detto: “Eh, bisogna controllare”.
Quindi, sul giornale è stato fatto scrivere che i canonici sono personaggi oscuri che hanno opere, beni e quant’altro di “dubbia provenienza”, poi si è fatta irruzione nel palazzo dei canonici e si è iniziato ad installare videocamere a go go. In realtà le cose sono andate differentemente e noi lo raccontammo in questo articolo. A differenza di certe giornalaie, infatti, c’è chi osserva, si documenta, vuole registrazioni, foto e prove di ciò che gli viene detto.
In questi giorni, Mauro Gambetti ha fatto installare una marea di telecamere all’interno dei corridoio e degli accessi agli appartamenti dei monsignori canonici di San Pietro. Addirittura all’interno degli ascensori! In sostanza, questi sacerdoti non sono liberi di incontrare chi vogliono, non sono liberi di muoversi, non sono liberi, ecco. Mentre Papa Francesco parla di innovazione ed ogni giorno modifica una legge penale, non ha ancora pensato di emanare una norma in merito a questa materia che viene tutelata in tutti gli ordinamenti civili: la privacy. No, anche in questo caso Juan Domingo Perón docet" (...)
(...)"videocamere che possono essere consultate per fini propri e non giudiziari"(...)
.(...)"La rovinosa gestione di Mauro Gambetti è ormai una evidenza. Ogni giorno in Basilica ci sono vescovi e sacerdoti che si lamentano dell’impossibilità di poter celebrare, dovendo sottostare alle direttive di uno “sbarbatello ragazzino che faceva i biglietti al Museo ed ora è il fac totum del padre francescano”. Laici che continuano a sentirsi i padroni dell’intera basilica. Giuseppe Grassi, recentemente approdato in Fabbrica, è un altro di quei “servi fedeli” che non gode di grande intelligenza. Non molto tempo fa, addirittura, mandò un messaggio vocale nella chat dei custodi del Museo del Tesoro minacciando due persone ed appellandoli come “coglioni di …….”.
Questi sono gli uomini e le donne che Mauro Gambetti continua a portare all’interno della Fabbrica di San Pietro. Nel frattempo, confessa un arcivescovo, il Papa “resta
come un umile spettatore nella vigna del Signore. Perchè se i sudditi
sono impegnati a farsi la guerra, chiaramente non si preoccupano di ciò
che accade nel cerchio più grande del loro”. "(...)