Hans Holbein e il “passo di lato” di papa Benedetto
(...) "Non può non tornare in mente quel “passo di lato” che papa Benedetto disse di aver fatto: non un passo indietro, ma di lato."(...)
(...) "Questo documento di importanza millenaria, se visto come abdicazione, appare falsato, abnorme, deforme e smaccatamente invalido: Benedetto, per abdicare, avrebbe dovuto rinunciare al munus e invece ha dichiarato di rinunciare al ministerium, cosa che non avrebbe mai potuto fare sua sponte. Peraltro, anche il differimento di 17 giorni dell’entrata in vigore è un’assurdità che rende, ancora una volta invalida la Declaratio come abdicazione che, per sua natura, è atto giuridicamente puro e non può essere sottoposto ad alcuna condizione, come per esempio un differimento temporale."(...)
(...)"Il bivio per i tradizionalisti
In questa ottica, per forza di cose si devono imputare a Ratzinger influenze moderniste, ignoranza, faciloneria, approssimazione. Prova ne sia che il vaticanista Aldo Maria Valli continua imperterrito a sfornare libri in questo senso, del tutto impermeabile a qualsiasi spiegazione che gli offra un altro punto di vista. Si produce inevitabilmente uno screditamento continuo di uno dei papi più grandi della storia e, probabilmente, di un futuro santo.
Ma il rischio madornale è che il livore maturato nei decenni del post Concilio verso i papi che hanno dovuto subire le pressioni della massoneria ecclesiastica, a volte cedendo ad alcuni piccoli compromessi, impedisca il cambio di visuale e il riconoscimento della Declaratio per quello che è in realtà: un annuncio auto-avverante di un colpo di stato e di una collocazione del papa in sede impedita.
Questa incomprensione costituirà un danno enorme, millenario, perché fornirà l’alibi per un prossimo conclave-inciucio che vi regalerà un altro antipapa e sancirà la fine della Chiesa canonica visibile.
Ora, per i tradizionalisti che fino ad oggi hanno martoriato il Vicario di Cristo accusandolo di essere un pasticcione modernista, e quindi, di fatto, un uomo dispettoso, crudele e vanesio, si apre un bivio escatologico: o riconoscere l’errore di visuale e collaborare attivamente per risolvere la situazione, spingendo il Collegio cardinalizio pre-2013 ad applicare come un maglio la Universi Dominici Gregis, che risolve la questione, oppure rimanere orgogliosamente e ostinatamente arroccati nella loro visione univoca. In ottica di fede, questo equivale ad anteporre l’avversione per i papi postconciliari all’amore per Cristo e per la Chiesa.
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