L’elevato numero di suicidi, causati dalla crisi economica e dall’angoscia di non potere fare fronte a impegni economici personali e richiesti dallo Stato, è stato recepito da un ampia parte della popolazione come una colpa di chi ci governa. Qualcuno ha pensato di trasformare questo pensiero in un azione legale, perché quelli che secondo lui – e molti altri – sono i responsabili di queste morti inutili, siano giudicati in un tribunale. Questa persona è: Antonio Corcione.
Lo abbiamo sentito parlare in una trasmissione di “Radio Informazione Libera” dove spiegava i contenuti della sua iniziativa. Incuriositi abbiamo deciso di approfondire la conoscenza sua e dell’azione che ha intrapreso cioè: denunciare lo Stato per istigazione al suicidio, secondo l’Articolo 580 del codice penale. Lo abbiamo fatto parlandone direttamente con lui.
Buongiorno Antonio, la prima domanda è scontata e in parte anche sgradevole: cosa l’ha indotta a intraprendere questa iniziativa, è stato toccato personalmente dal problema dei suicidi dovuti alla crisi?
No, fortunatamente no, nessuna persona a me cara si è tolta la vita, ma ho sentito i racconti di madri, fratelli, padri e figli drammaticamente colpiti da questi suicidi avvenuti in famiglia per le più svariate ragioni : chiusura di piccole attività imprenditoriali, perdita di posto di lavoro, pessimismo sul proprio futuro e quello dei propri congiunti, così mi sono sentito in dovere di fare qualche cosa.
Quindi ha deciso di intraprendere la via della denuncia allo stato secondo l’articolo 580 del codice penale. Come è venuto a conoscenza di questa possibilità?
Quando attraverso a Radio Informazione Libera ho cominciato a rendere pubblica la mia decisione di fare qualche cosa, perché il 2014 si prospettava ancora peggiore del 2013, ha cominciato a partecipare alle trasmissioni l’Avvocato, Antonio Grazia Romano del foro di Potenza che ci ha illuminati sull’aspetto legale, spiegandoci che genere di azione si poteva intraprendere.
Di qui immagino sia nata la decisione di mettere in pratica quanto fino a quel momento era solo un idea non ancora ben definita?
Certo, l’idea dell’azione legale è nata dopo che l’Avvocato Romano ha fatto un accurato studio sull’articolo 580 del Codice Penale, sulla carta Europea dei diritti dell’uomo e sulla costituzione italiana, ritenendo che vi fosse un comportamento omissivo da parte del Governo in carica e di quello precedente rispetto alle conseguenze negative che questa crisi economica poteva avere sui ceti più deboli. A quel puto ci siamo detti: sono responsabili comprano gli armamenti, finanziano missioni di guerra pagano interessi passivi per 85 miliardi di euro l’anno, versano 25 miliardi l’anno al fondo salvastati, sperperano nelle Regioni, nel Parlamento e in ogni altra Istituzione miliardi di euro e non sono capaci di destinare qualche milione di euro a chi ha più bisogno per il tramite dei Prefetti o dei Sindaci, è giusto che paghino per le loro responsabilità.
Guardano la pagina Facebook che avete aperto per promuovere l’iniziativa, abbiamo notato che a vostra disposizione ci sono molti altri avvocati oltre a Romano, come siete entrati in contatto con loro?
Subito dopo avere deciso la strategia da adottare l’Avvocato Romano ha lanciato ai suoi colleghi di tutta Italia un appello via web che ha avuto un successo insperato, molti studi legali hanno risposto in parte limitandosi a convenire con noi sulla liceità della causa e in parte per offrirci appoggio. Molti di questi ultimi ora li potete vedere nell’elenco di quelli che si battono con noi in favore dei cittadini.
Sul piano pratico in cosa consiste l’azione che avete intrapreso?
Prima di tutto abbiamo approntato una modulo precompilato che tutti i cittadini possono scaricare dalla nostra pagina Facebook, per poi recarsi in una stazione di Polizia o Carabiniere a sporgere denuncia di istigazione al suicidio contro lo Stato e abbiamo anche presentato un ricorso alla corte Europea ai sensi dell’art 19 della carta dei diritti dell’uomo, perché lo Stato italiano sia sanzionato e gli si imponga di dare un reddito minimo di cittadinanza a tutti i disoccupati. La strada maestra però è quella delle denunce, vogliamo sommergere di esposti le Procure augurandoci che la magistratura inizi a fare il suo dovere e che gli avvocati possano dimostrare in sede processuale le responsabilità di chi ci governa.
Che risposta avete, ci dia qualche numero?
Appena abbiamo iniziato a diffondere l’iniziativa attraverso i social media la notizia si è diffusa in modo virale, molti cittadini hanno cominciato a rivolgersi a noi per chiederci chiarimenti su come sporgere denuncia e per essere aiutati quando le autorità hanno rifiutato di accettarla perché avevano dubbi sulla sua regolarità. I primi a farlo ce ne hanno inviato una copia che abbiamo pubblicato sulla nostra pagina, dando inizio ad un abitudine oramai consolidata anche dopo che abbiamo cominciato a riceverne prima centinaia e poi migliaia. Attualmente ne abbiamo ricevute più di diecimila e il fenomeno sembra non volersi arrestare ne diminuire d’intensità.
Benissimo, sembra che la vostra iniziativa stia avendo successo, ma se nessun magistrato prenderà in considerazione una delle denunce come intendete procedere, quali saranno le vostre prossime mosse?
Mentre aspettiamo che qualche GIP intervenga, stiamo lavorando su più fronti, da un lato gestiamo la catalogazione delle denunce e soddisfiamo le richieste dei cittadini, mentre dall’altro ci stiamo adoperando per creare un comitato popolare o un associazione che, se sarà necessario, un giorno possa muovere una class action nei confronti del governo. Non cerchiamo vendetta però, speriamo sempre che sia chi ci governa a venirci incontro, tagliando le tasse ai più bisognosi, ai malati, agli ultimi, ai disoccupati ai pensionati sociali e utilizzando le risorse pubbliche in loro favore.
E se né il Governo né la Magistratura facessero qualche cosa?
Anche se siamo convinti che è impossibile che la Magistratura ignori le nostre sollecitazioni, abbiamo messo in preventivo che possa accadere, proprio per questo è già pronta un’altra iniziativa che li convincerà a prendere in considerazione le nostre denunce, per ora preferisco non svelarvi la nostra prossima mossa, ma vi garantisco che farà ancora più scalpore di questa.
Grazie Corcione, che si sia d’accordo o meno con quanto sta facendo, non si può che riconoscere la bontà dei suoi propositi e augurarle buona fortuna, siamo convinti che ne avrà molto bisogno.
Otello Ruggeri