PerChiunqueHaCompreso: VALDO VACCARO E IL PRESUNTO BESTIARIO DELLA CHIESA...:
Il grande problema di questi tempi è riuscire non solo a vedere e comprendere qual sia la Verità, nei vari campi, ma anche collegare adeguatamente le informazioni per avere, finalmente, un quadro completo.
Spesso i personali paletti mentali, vere e propri muri blindati, impediscono di fare i giusti collegamenti fra ciò che si è capito, e quindi non si ha una visione corretta della situazione in cui viviamo. Come dire che il puzzle rimane sempre con qualche buco da riempire, da colmare.
Ed è leggendo un libro del dott. Vaccaro che mi sono resa ancora di più conto di quanto ricercare e collegare la verità sia impresa ardua, impresa che, spesso, è tale anche per le persone molto colte e preparate come il dottore. Voglio precisare che stimo molto il dott. Vaccaro, per la precisione dei suoi studi, per il fatto che divulga informazioni contro-corrente e scientificamente vere, reali e proprio per questo contrarie alla propaganda di Sistema che ci vorrebbe tutti (e purtroppo ci sta avendo) malati cronici, allegramente rimpinzati di medicine, con figli che si allattano direttamente ai seni di mamma Big Pharma, pronti a fare lunghe ore di coda dall’onnipotente medico per una ricetta, ma incapaci di rinunciare al panino americano o alla bistecca alla brace.
Stimo il dottore anche per il fatto che si espone parlando del terribile ma purtroppo vero e sempre più noto fenomeno delle scie chimiche e lo ammiro poiché, come pochi altri uomini, impiega gratuitamente il suo tempo nel rispondere alle decine e decine di mail che riceve ogni giorno, utilizzando le sue conoscenze e la sua pazienza, quest’ultima virtù sempre più rara.
Proprio perché stimo il dottore e lo reputo un esperto nel campo della nutrizione ho comprato il suo libro “alimentazione naturale” ma non ho potuto fare a meno di provare un moto di profonda delusione leggendo alcune sue affermazioni, specie a partire da pagina 146, ovvero a partire dal capitolo “La chiesa Cattolica, una forte ed eterna allergia agli animali”.
La prima domanda che mi sono posta, da persona comune (che però qualcosa ha studiato), è stata: “Ma perché parla solo della chiesa cattolica?!” Difatti esistono altre due “grandi religioni”: l'ebraismo e l'islamismo, ebbene, perché non parlare, a proposito dello stesso argomento, anche di tali religioni? Al momento, rimane una domanda senza risposta.
Comunque, ho accantonato questo primo quesito e, andando avanti con la lettura, non ho potuto fare a meno di notare come il capitolo fosse, e me ne dispiaccio profondamente, infarcito di luoghi comuni che falsamente dipingono la Chiesa Cattolica (quella vera, che non si identifica con gli attuali vertici vaticani) come il male di tutti i secoli, quando, e credevo che il dottore lo sapesse bene, il vero male di tutti i secoli è lo stesso male che si cela dietro il fenomeno delle scie chimiche, male che non ha nulla a che vedere con la Chiesa Cattolica e contro il quale, invece, la Chiesa si è scagliata e ha combattuto per secoli.
Per non dilungarmi troppo voglio citare alcuni passi del capitolo che trovo maggiormente significativi.
Il dott. Vaccaro svolge il suo personale riassunto, in pochi punti, di un discorso pronunciato da Mons. Caffara nella clinica veterinaria di Bologna (discorso del maggio 2003, non ho il testo integrale di tale discorso quindi mi baso su ciò che ha scritto il dottor Vaccaro) cito testualmente:
1) Essenziale diversità dell'uomo dall'animale
2) superiorità ontologica (come essere) e assiologica (come valore) dell'uomo nei confronti dell'animale
3) Essere persona è più che essere animale, essere persona è meglio che essere animale
4) La natura non ha in sé nulla di sacro e di divino
5) L'animale (che stà nella natura) non ha in sé nulla di sacro e di divino.
6) È nella obbedienza al Creatore che l'uomo esercita il proprio dominio su tutto il creato
7) Esistono doveri-diritti reciproci fra le persone, ma non esiste una correlazione del genere fra persona e animale
8) L'uomo ha dei limiti e paletti di comportamento. Tali limiti sono fondati sulla natura ragionevole dell'uomo
9) Comportamenti di obiettiva crudeltà verso l'animale non riguardano o interessano l'animale ma sono eventualmente indegni dell'uomo che li pone in essere (perché l'animale, sostanza inerte, non possiede dignità)
10) Comportamenti di equiparazione dell'animale all'uomo non sono segno di rispetto verso l'animale ma sono un atto di ingiustizia verso l'uomo stesso, perché lo degradano della sua regale dignità.
Complimenti vivissimi a Mons. Caffara.
Ha espresso con rigore scientifico e brillante chiarezza, meglio di ogni altra autorità religiosa, il vero e proprio bestiario della Chiesa, il nocciolo del pensiero cattolico sull'argomento.
….”
Desidero commentare, per punti e brevemente (altrimenti scriverei una specie di tomo) facendo soprattutto appello alla ragione ma anche al caro, vecchio, troppo spesso dimenticato, buon senso:
1) Essenziale diversità dell'uomo dall'animale
Il dott. Vaccaro dovrebbe spiegare scientificamente perché questa prima affermazione del Mons. Caffara dovrebbe essere falsa.
L'uomo E' visivamente, logicamente e naturalmente diverso da tutti gli animali. Non si è mai visto un animale costruire ponti, usare un linguaggio, per quanto articolato, simile al nostro, fare calcoli con derivati, comporre sinfonie, dipingere quadri, riproporre le proporzioni della realtà, fondare società complesse (nemmeno le api costruiscono castelli, Chiese, ponti, e via discorrendo, o hanno un diritto. Qualcuno ha mai sentito parlare del Diritto delle api?!). Non si è mai sentito parlare della opera letteraria scritta da un leone, per quanto sia un essere maestoso, bello e perfetto.
L'uomo è dotato di ragione (ovvero è in grado di collegare logicamente i pensieri fra di loro) e di intelletto. Gli animali no. Quindi affermare che l'uomo è per sua essenza, per sua natura, già dalla nascita, diverso da TUTTE le creature viventi è GIUSTO ed EVIDENTE. E questo è un fatto. Non un'opinione.
2) superiorità ontologica (come essere) e assiologica (come valore) dell'uomo nei confronti dell'animale
Anche questa affermazione non capisco perché, secondo il dott. Vaccaro, sia falsa.
L'uomo E' superiore alle bestie in quanto, come affermato in precedenza, è il solo essere dotato di ragione, volontà e intelletto. Tale superiorità non riguarda la complessità biologica (ovvero il livello cellulare o strutturale) ma riguarda sia la natura, le caratteristiche peculiari, UNICHE dell'uomo, sia il suo valore. Per “valore” si intende, anche “Pregio, importanza di qlco. dal punto di vista estetico, culturale, storico, scientifico, morale ecc.: “ L'uomo quindi “vale” di più degli animali. Certo. Per le ragioni sopra esposte. Quindi dare diverso valore all'uomo e agli animali significa semplicemente riconoscere che esistono diversità, fra loro, evidenti, di natura, e l'uomo che usa bene la ragione, necessariamente riconosce tali diversità. Questo non significa che l'uomo può o deve essere crudele con gli animali, assolutamente. Non confondiamo il rispetto che l'uomo deve a ciascuna creatura con concetti che non c'entrano nulla.
3) Essere persona è più che essere animale, essere persona è meglio che essere animale
Benché certe volte si preferirebbe rimanere beatamente sdraiati al sole, come i gatti, o essere sempre pieni di voglia di giocare, come i cani, essere uomini ci permette di ammirare il Creato, ammirare la vita in ogni sua particolarità, ammirarla e studiarla e stupirci di quanto sia meravigliosa. Con le sue capacità intellettive e con la sua capacità di cogliere la perfezione, la bellezza della natura, l'uomo dovrebbe (d'obbligo il condizionale) esserne il custode quindi custodirla, proteggerla, amarla; l'uomo dovrebbe amare i suoi simili e il creato e le creature similmente a come le ama Dio che, per puro atto di amore, le ha create dal nulla. Questo è il VERO CREDO CRISTIANO CATTOLICO. Solo l'uomo ha percezione della meraviglia dell'universo e della magnificenza di Dio. Gli animali no. Certo essere uomo costa fatica, costa sudore, dobbiamo lottare costantemente contro le nostre debolezze, contro gli affanni della vita, contro i soprusi, contro chi ci deride, contro chi tenta di usarci o sfruttarci o farci del male, dobbiamo lottare contro tutte le asprezze della vita, ma nessun animale può provare quello che proviamo noi quando guardiamo nostro figlio, quando ci perdiamo nello sguardo della persona che amiamo, quando guardiamo un cielo stellato, nessun animale è più vicino a Dio di noi. Essere uomo è un privilegio di cui troppo spesso ci dimentichiamo.
4) La natura non ha in sé nulla di sacro e di divino
Non so quale fosse il contesto di tale affermazione del Mons. Caffara, il problema dei riassunti è che estrapolando i concetti dal discorso si può sbagliare ad interpretarli. Per sacro si intende: ciò che è strettamente correlato con la religione con il culto, con la divinità.
Se il Mons. intendeva dire che la natura non è sacra di per se ma è sacra in quanto l'uomo le riconosce tale attributo allora è vero. Come è vero che nella natura non esiste nulla di realmente divino. Mi spiego meglio: se voi dipingete un quadro voi NON SIETE il quadro. Il quadro sarà espressione della vostra creatività, delle vostre capacità, della vostra passione ma, certamente, voi e il quadro siete due cose separate. La creazione NON COINCIDE con il creatore. E questo è logico. I cristiani cattolici rispettano la natura e l'ammirano come opera di Dio, espressione del suo amore divino. In questo senso la frase del Mons. è corretta. Se il Mons. intendeva altro io non posso saperlo.
5) L'animale (che stà nella natura) non ha in sé nulla di sacro e di divino.
Idem come sopra con in più una riflessione: la ragione e la volontà sono proprie dell'anima. Se un essere non ne è dotato dalla nascita, proprio come specie, allora non ha nemmeno l'anima. Brutale ma logico. Questo, e lo ripeto, non significa che l'uomo non debba avere rispetto degli animali o essere crudele, cioè fare del male per il semplice gusto di farlo.
6) È nella obbedienza al Creatore che l'uomo esercita il proprio dominio su tutto il creato
Mons. Caffara ha perfettamente ragione su questo. Ricordo che mesi fa lessi uno scritto illuminante di Silvano Borruso dove faceva l'esempio dell' l'uomo e di una locomotiva. Non è un discorso assurdo, mi spiego: la locomotiva viene creata dall'uomo e lui solo, che l'ha costruita, sa come funziona. Tale locomotiva viaggia su delle rotaie, dei binari, l'uomo le ha costruite proprio per lei, per la locomotiva, essa non può funzionare senza i binari, se infatti esce fuori da tali binari precipita in un burrone o, bene che vada, si ferma.
La stessa cosa vale per l'uomo. L'uomo è una creatura di Dio e solo Lui, in quanto suo Creatore, sa come l'uomo “funziona”. L'obbedienza che l'uomo deve a Dio è l'obbedienza del figlio che si fida del Padre, che sa che se segue le sue indicazioni non cadrà in errore. Ed è invece ciò che successe col peccato originale. L'uomo ha voluto fare di testa sua, ha mangiato la mela, l'unico frutto proibito (a proposito... nell'eden non mi pare che l'uomo mangiasse carne... ma lasciamo stare), l'uomo ha disubbidito a Dio, cadendo dal suo stato di “perfezione” ad uno stato di “imperfezione”, cadendo, cioè verso uno stato di dipendenza verso il peccato. Ma il discorso è lungo da affrontare, comunque, solo l'uomo che obbedisce a Dio, alle sue leggi naturali, alle leggi del suo Creatore può necessariamente aspirare a tornare al suo primario stato di dominio sul creato. Altrimenti che succede? Succede che l'uomo si costruisce la SUA morale, le SUE leggi, succede, cioè che si costruisce una società malata in cui i piccoli uomini vengono obbligati per LEGGE ad essere vaccinati, in cui CERTI PERSONAGGI si arrogano il diritto di avvelenare milioni di persone e animali, con schifezze varie usando, per giunta!; i loro soldi. Una società in cui la moneta non è proprietà del popolo ma è moneta debito. L'argomento è vasto e importantissimo, consiglio la lettura della fondamentale enciclica “Libertas” di Leone XIII.
7) Esistono doveri-diritti reciproci fra le persone, ma non esiste una correlazione del genere fra persona e animale
Anche in questo caso non esiste motivo per cui l'affermazione del Mons. dovrebbe essere definita non corretta. La correlazione diritto-dovere può esistere solo fra esseri dotati di ragione difatti per diritto si intende “rivendicare qualcosa”, mentre per dovere si intende “osservare gli impegni che si contraggono”.
Ora, mi sembra logico che i diritti siano rivendicabili sono da esseri dotati di ragione e che gli impegni possano essere presi solo, ancora, da esseri dotati di ragione. Discorso diverso, lo ripeto, è il rispetto di qualcuno o qualcosa ma se si parla di correlazione fra diritto e dovere allora è logico che tale correlazione sia riferibile solo a esseri dotati di ragione.
8) l'uomo ha dei limiti e paletti di comportamento. Tali limiti sono fondati sulla natura ragionevole dell'uomo
Poniamo per assurdo che tale frase sia sbagliata allora dovremmo concludere che quelli che ci avvelenano ogni giorno con le irrorazioni clandestine possono farlo, sono liberi di farlo poiché loro pensano che sia giusto così.
L'uomo ha e deve avere dei limiti, alcuni sono dettati da leggi prettamente fisiche (se voglio volare come un uccellino non posso, c'è la forza di gravità) altri sono dettati dalla sua ragione che, se ben utilizzata è perfettamente in linea con la legge naturale, ovvero con la legge di Dio. Se ben utilizzata, ripeto.
9) comportamenti di obiettiva crudeltà verso l'animale non riguardano o interessano l'animale ma sono eventualmente indegni dell'uomo che li pone in essere (perché l'animale, sostanza inerte, non possiede dignità)
Qui bisognerebbe definire finalmente il GIUSTO concetto di dignità (di cui si può leggere sempre, ad esempio, nell'enciclica “libertas” di Leone XIII). La VERA dignità è collegata al concetto di ragione e di volontà (caratteristiche ESCLUSIVE dell'anima, non quindi anche degli animali) ed esiste SOLO se la ragione e la volontà sono finalizzate al bene. In questo senso, quindi, l'animale non possiede dignità come non possiede dignità un pedofilo o un omicida. E, ripeto ancora, la crudeltà non è praticata dai veri cristiani cattolici. Basti pensare ad esempio che proprio in quei mille anni (definiti ancora “secoli bui”) dell'epoca medievale è stata abolita, sotto la spinta della Chiesa Cristiana Cattolica, la schiavitù (crudeltà non verso gli animali, va bene, ma di certo esercitata verso gli uomini) che poi ha fatto la sua ricomparsa, guarda caso, proprio nel Rinascimento (attenzione: gli schiavi dell'epoca pagana erano considerati COSE, mentre i servi del medioevo erano considerati PERSONE, con loro diritti).
10) comportamenti di equiparazione dell'animale all'uomo non sono segno di rispetto verso l'animale ma sono un atto di ingiustizia verso l'uomo stesso, perché lo degradano della sua regale dignità.
Frase giustissima di Mons. Caffara. Per tutto quello che ho esposto finora.
Avrei ancora molto da dire, specialmente in riferimento ai capitoli successivi del libro dove il dottor Vaccaro cita, e purtroppo, devo dire a sproposito, l'inquisizione, Sant'Agostino, il medioevo e molto ancora ma, per ragioni evidenti di spazio, mi limito a citare ancora solo un passo: “Il curriculum stesso della chiesa cattolica è d'altronde estremamente ricco e significativo in fatto di antropocentrismo. I prelati degeneri di oggi- non tutti per fortuna, ma sempre troppi- vi trovano ampie giustificazioni alle loro idee perverse e indegne di un essere pensante, specie se impegnato a predicare valori quali la bontà, generosità, misericordia, gentilezza, tolleranza”.
La Chiesa crede inevitabilmente nella centralità dell'uomo all'interno della creazione poiché l'uomo, creatura di Dio, l'UNICA dotata di corpo E di anima, fatto a Sua “immagine e somiglianza”, simile a Dio ma da esso profondamente diverso si distingue da ogni altro essere. L'uomo proprio perché creato da Dio a esso deve la sua vita, e la sua libertà si esplica necessariamente nell'obbedienza verso il Suo creatore il quale rimane il fine ultimo della vita di ogni vero cristiano cattolico. A differenza di quanto afferma il dottor Vaccaro i veri cristiani cattolici pongono Dio e la Sua regalità al centro della loro vita, al centro della loro società e NON L'UOMO, cosa che invece fanno I MASSONI.
Il credo cristiano cattolico non va confuso con l'antropocentrismo tipico, ad esempio, del Rinascimento, in cui Dio e le sue leggi naturali sono state soppiantate da una visione divinizzata dell'uomo, l'idea dell'uomo - Dio, idea che è alla base del culto luciferino e quindi della massoneria, è il vero cancro della società non la vera Chiesa Cristiana Cattolica che per secoli e secoli è stata l'UNICO potente e vero baluardo di difesa contro certi poteri che oggi, purtroppo, e non per caso, manovrano le nostre vite dietro le quinte e infestano ogni angolo della nostra esistenza!
Non voglio dilungarmi sul concetto di valore (ideale verso cui si tende) ma vorrei ricordare al dottor Vaccaro che la tolleranza è un CONCETTO MASSONICO, non cristiano, concetto nato con l'illuminismo che nulla ha a che fare con la carità, vera virtù cristiana, dono di Dio, quella che ha aiutato la fioritura delle più belle e ricche civiltà del vecchio continente, virtù che tanto manca in questo secolo davvero buio e che ci aiuterebbe a risolvere tanti problemi che ci affliggono. Ricordo poi al dottor Vaccaro che uno dei progetti dei “signori”che gestiscono l'obbrobrio delle scie chimiche è proprio quello di portarci verso una UNICA religione mondiale, religione che toglierà del tutto Dio dal suo trono e metterà al suo posto non tanto l'uomo quanto il concetto distorto della natura, ogni sacrificio umano (DI QUALSIASI TIPO) sarà fatto in favore della Natura.
Quindi, rinnovando la mia stima verso il dottor Vaccaro vorrei che questo mio scritto sia da sprone, per lui come per altri studiosi, per ricercare la Verità sempre e comunque, senza pregiudizi, anche a costo di dover rivedere le proprie convinzioni, anche se è dura, altrimenti si rischia di fare il gioco dello stesso sistema che si cerca di combattere e cambiare.
Questo è un bell'esempio del pensiero cristiano cattolico, su Dio, sul mondo, sulle creature:
“Altissimu, onnipotente bon Signore,
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Tue so' le laude, la gloria e l'honore et onne benedictione.
Ad Te solo, Altissimo, se konfano,
et nullu homo ène dignu te mentovare.
et nullu homo ène dignu te mentovare.
Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si', mi Siignore, per sora Luna e le stelle:
il celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
il celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.
Laudato si', mi Signore, per sor'Acqua.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si', mi Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti fior et herba.
Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infrmitate et tribulatione.
et sostengono infrmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.
Laudato s' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
da la quale nullu homo vivente pò skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà male.
Laudate et benedicete mi Signore et rengratiate
e serviateli cum grande humilitate.”
e serviateli cum grande humilitate.”
San Francesco d'Assisi, più cristiano cattolico di lui!
Regine D.