FONTE: INFORMATI SU: http://www.giacintoauriti.eu/notizie/100-e-anche-bagnai-da-ragione-ad-auriti.html
..e anche Bagnai dà ragione ad Auriti
Ed anche il prof. Alberto Bagnai dà ragione ad Auriti quando parla di Euro come moneta di sudditanza del Dollaro.
La notizia è stata riportata dal sito L'ANTIDIPLOMATICO . Inconsapevolmente o meno, il prof. Bagnai conferma ciò che disse Auriti quando parlò, in tempi non sospetti, di " Euro moneta coloniale del Dollaro" .
La notizia è stata riportata dal sito L'ANTIDIPLOMATICO . Inconsapevolmente o meno, il prof. Bagnai conferma ciò che disse Auriti quando parlò, in tempi non sospetti, di " Euro moneta coloniale del Dollaro" .
In maniera sintetica e senza le analisi storiche e geopolitiche e gli arrampicamenti di tipo economicistico di Bagnai, Auriti affermava semplicisticamente che
" L'Euro è moneta coloniale del Dollaro perchè è una moneta di serie B in quanto opera in un mercato disorganico; il mercato europeo, infatti, manca delle fonti di energia. Solo gli economisti senza cultura possono ritenere l'euro moneta idonea a consolidare le prerogative della sovranità. Per fare un paragone, oggi l'euro è come una fabbrica che può produrre tutti i beni di prima necessità tranne uno; l'euro può comprare tutto tranne il petrolio, e quando l'Europa ha bisogno di petrolio deve usare il dollaro. La storia, maestra di vita, ha insegnato che nel momento in cui l'Europa stava completando l'organicità del mercato con l'apertura ai mercati orientali, l'America è intervenuta nel Kossovo con il ridicolo pretesto di combattere il contrabbando di petrolio. Ecco perché l'euro non può assumere altro che la funzione di moneta coloniale."
Non importa se gli economisti anti dollaro e anti euro non citano Auriti, nè gli vogliono riconoscere la primogenitura di questa evidenza dei fatti e la paternità di una "guerra contro la sudditanza all'usura". Loro non citano Auriti per una questione "ideologica", come ci rispose lo stesso Bagnai ad un convegno all'Università D'Annunzio di Pescara, il 1/12/2012, quando gli facemmo presente che eravamo d'accordo con ciò che dichiarava contro le legislazioni ed i meccanismi monetari europei legiferati ma che di questo ne eravamo già a conoscenza grazie ad Auriti perchè Bagnai stesso, criticando le leggi che hanno avallato simili meccanismi, dimostrava ciò che Auriti ha detto per oltre quarant'anni: "la questione monetaria è innanzitutto materia giuridica prima che essere economica." Chiedemmo,quindi, a Bagnai di riconoscere il merito di Auriti .La risposta che ci diede Bagnai fu che lui non rispondeva a domande di tipo "ideologico". Dopo quasi tre anni da quel convegno siamo ancora qui a chiederci cosa ci fosse di ideologico nel citare Auriti se lo stesso Bagnai conferma ciò che il compianto "luminare" disse decenni addietro quando molti docenti, di attuale ribalta, erano ancora in fasce. Ammettere le ragioni di Auriti non vuol dire sminuire l'autorevolezza di chi oggi è sullo stesso campo di battaglia, ma in guerra gli onori contano e bisogna dare a Cesare ciò che è di Cesare.
Inoltre, lo stesso Bagnai conferma ciò che scrivemmo in questo articolo a proposito dei PERICOLI DEL TTIP CON I PAREGGI DI BILANCIO in cui mettemmo in risalto la "profezia" di Auriti sul ruolo delle società multinazionali. Un pericolo che riguarda proprio i bilanci di Stato. Alla luce degli insegnamenti di Auriti ,nel suo testo L'ORDINAMENTO INTERNAZIONALE DEL SISTEMA MONETARIO, scrivemmo che
"Appare assurdo costringere gli Stati dell’area Euro a avere bilanci di Stato separati ed in equilibrio piuttosto che unificarli sotto un unico bilancio. Ma anche se ciò avvenisse resterebbe il problema del prestito di moneta all’emissione, come nell’ipotizzato caso degli Eurobond.
A questa situazione assurda, iniqua ed innaturale aggiungiamoci l’apertura al mercato americano con il TTIP in cui è prevista l’abolizione dei dazi doganali e nessun “potere politico” di impedire il trasferimento di capitali. Come fu conveniente per la Germania, sarà altrettanto conveniente per l’America attirare flussi monetari in Euro grazie al dollaro svalutato. Se per imprese europee sarà conveniente acquistare prodotti dall’America, questo comportamento si tradurrà in un processo inversamente proporzionale tra la “fuoriuscita” di Euro dai bilanci nazionali ed il continuo reperimento di liquidità monetaria con indebitamento ad interessi composti da parte degli Stati. A meno che qualcuno non ci voglia far credere che saremmo gli unici esportatori del mondo , cosa alquanto impossibile viste le diverse condizioni normative, fiscali e sociali degli altri Paesi come proprio l’America o la Cina ( che non hanno neanche gli obblighi dei trattati di Kyoto)."
Lo stesso Bagnai nel suo articolo parla di sudditanza da signoraggio nei confronti del dollaro quando afferma
"L'euro è precisamente il segno della nostra sudditanza culturale e politica agli Stati Uniti: uno strumento costruito con logica statunitense per difendere interessi statunitensi di carattere economico e geopolitico. Sì, perché, come spiego ne l'Italia può farcela, in un mondo che si sta de-dollarizzando, e dove quindi il potere di signoraggio degli Stati Uniti ("stampo e compro") è progressivamente eroso, gli Stati Uniti intuiscono che non potranno continuare ad essere "l'acquirente mondiale di ultima istanza(...) Un bell'aggancio valutario euro-dollaro e il TTIP trasformerebbero gli Stati europei nei PIIGS dell'Unione transatlantica (il paese in deficit estero), con grande soddisfazione degli Stati Uniti, che di questa unione diventerebbero la Germania (il paese in surplus estero)!"
Lo stesso Bagnai nel suo articolo parla di sudditanza da signoraggio nei confronti del dollaro quando afferma
"L'euro è precisamente il segno della nostra sudditanza culturale e politica agli Stati Uniti: uno strumento costruito con logica statunitense per difendere interessi statunitensi di carattere economico e geopolitico. Sì, perché, come spiego ne l'Italia può farcela, in un mondo che si sta de-dollarizzando, e dove quindi il potere di signoraggio degli Stati Uniti ("stampo e compro") è progressivamente eroso, gli Stati Uniti intuiscono che non potranno continuare ad essere "l'acquirente mondiale di ultima istanza(...) Un bell'aggancio valutario euro-dollaro e il TTIP trasformerebbero gli Stati europei nei PIIGS dell'Unione transatlantica (il paese in deficit estero), con grande soddisfazione degli Stati Uniti, che di questa unione diventerebbero la Germania (il paese in surplus estero)!"
Ben venga, dunque, l'analisi di Bagnai sulla sudditanza dell'Euro, dell'Europa e dei TTIP, ma è bene dare ad Auriti ciò che è di Auriti. Come facciamo noi senza troppi sofismi economici e senza citare economisti come avallo a tali affermazioni.
Ci auguriamo che cattedratici come Bagnai, che sono sul nostro stesso campo di battaglia, inizino a colmare la lacuna del concetto di "valore convenzionale" della moneta all'emissione visto che hanno soltanto il concetto "creditizio" ( ossia che la moneta vada emessa dietro garanzia di un titolo di debito ).
D'altronde lo stesso Draghi ha ammesso che il "valore della moneta è dato dalla fiducia" , dando anch'egli (in)consapevolmente ragione ad Auriti.
I presupposti per la collaborazione tra la Scuola Auritiana ed economisti "eretici" alla Bagnai ci sono tutti e sarebbe il caso che questi abbandonassero i pregiudizi "ideologici". Come auspicava Auriti nei primi anni '70 leggendo qui : SUPERIAMO LE BARRIERE IDEOLOGICHE
Ci auguriamo che cattedratici come Bagnai, che sono sul nostro stesso campo di battaglia, inizino a colmare la lacuna del concetto di "valore convenzionale" della moneta all'emissione visto che hanno soltanto il concetto "creditizio" ( ossia che la moneta vada emessa dietro garanzia di un titolo di debito ).
D'altronde lo stesso Draghi ha ammesso che il "valore della moneta è dato dalla fiducia" , dando anch'egli (in)consapevolmente ragione ad Auriti.
I presupposti per la collaborazione tra la Scuola Auritiana ed economisti "eretici" alla Bagnai ci sono tutti e sarebbe il caso che questi abbandonassero i pregiudizi "ideologici". Come auspicava Auriti nei primi anni '70 leggendo qui : SUPERIAMO LE BARRIERE IDEOLOGICHE