Copio/incollo il testo dell' articolo, che non si apre da smartphone:
" La voce del Patriarca di Venezia si è levata oggi per il caso di Alfie Evans. Un comunicato articolato e pieno di umana passione; e vi invitiamo a confrontare queste parole con quelle pronunciate dall’arcivescovo di Liverpool, Malcom McMahon, che abbiamo pubblicato nel post precedente, che potete leggere qui.
Il comunicato integrale del Patriarca Moraglia invece lo potete leggere qui. Ne abbiamo riportato alcuni brani significativi.
“Queste mie parole sorgono dal cuore del vescovo ma anche dell’uomo e del cittadino.
La vicenda drammatica del piccolo Alfie non può lasciarci solo pensosi e tristi. Deve, piuttosto, portare ad una riflessione pacata e che aiuti a maturare una posizione per cui i diritti dei deboli – innanzitutto di un bambino e poi dei due giovani genitori – non siano “diritti deboli”.
La vicenda del piccolo e fragilissimo Alfie ha faticato a catturare l’attenzione di molti, ma, alla fine e contro tanti ostacoli, vi è riuscita. E questo bambino, anche grazie ai media, è diventato davvero “figlio nostro” e “figlio del mondo”.
La vicenda è molto triste perché chiama in causa la civiltà e la cultura, il diritto e la giustizia, le istanze etiche attorno a cui si fonda la vita di un intero Paese, di molti popoli, di una nazione e di un intero continente – l’Europa – che purtroppo, ancora una volta, ci lascia profondamente delusi per come non riesce a trattare una questione delicatissima e così lancinante. L’Europa si spende per l’euro, per le banche, per i parametri economici… ma sembra continuare a balbettare in altri fondamentali ambiti.
Il nostro Paese, l’Italia, concedendo ad Alfie la cittadinanza e offrendo la disponibilità ad accoglierlo e curarlo in alcune nostre strutture ospedaliere d’eccellenza (il Bambino Gesù di Roma e il Gaslini di Genova), ancora una volta – come per il salvataggio di migliaia di uomini in mare – ha saputo e soprattutto voluto cantare fuori dal coro, mostrando in tale vicenda un’attenzione, una sensibilità e, in una parola, un’umanità che, in fondo, da sempre appartiene all’Italia, alla sua storia e alla sua cultura e che viene continuamente attestata da varie e attuali situazioni contingenti e strutturali”.
E continua: “Anche chi non è credente può convenire sul fatto che nessun potere umano (politico) può arrogarsi il diritto di impedire che altri Stati ed istituzioni scientifiche riconosciute come eccellenze – nel campo della ricerca e della cura medica – si facciano carico del piccolo Alfie ed intervengano in luogo di chi non ha più nulla da dire o da dare.
Senza accanimento terapeutico, senza cioè trattamenti sproporzionati, ma anche senza abbandono terapeutico, cioè senza mai venire meno al dovere-diritto di prendersi cura e di accompagnare la persona malata e i suoi familiari con alta professionalità, con grande umanità e con… amore, veramente disinteressato e non ideologico.”
E infine un appello: “Affidiamo nella preghiera il piccolo Alfie e i suoi genitori alla Madonna – che è Madre di misericordia – perché non faccia mancare luce e speranza anche nei momenti più bui e continuiamo a chiedere ed invocare umanità perché finalmente, come ha detto ancora il Santo Padre, ‘venga ascoltata la sofferenza dei suoi genitori’”.
E poi vi offriamo – per coloro che leggono l’inglese – un’interessantissima intervista di un pediatra tedesco che ha visitato Alfie – come amico di famiglia, perché i medici dell’Alder si sono rifiutati di confrontarsi con lui – che giudica il comportamento dell’ospedale e dei giudici, e il divieto di lasciare l’ospedale e la Gran Bretagna totalmente incomprensibili. Il pediatra dice anche che quello che sta succedendo a Alfie ora, a causa di come il nazismo ha trattato i disabili, sarebbe impossibile. Qui sotto trovate una vignetta del 1940, che dice : “Anche tu porti il fardello”, accennando ai costi legati alle persone disabili.
E più sotto, una foto emblematica, delle due Kate. Una, è Reale, e il suo bambino ha tutte le migliori cure mediche possibili. L’altra, Kate James, non è Reale, e a suo figlio vengono negate."