di Gianni Lannes
Palazzo Chigi? La camera dei segreti eterodiretti dall’estero. No, Harry Potter non c’entra proprio, ma rende l’idea del maleficio istituzionale, della pervasività imperante che penetra di nascosto nei recessi più intimi delle persone. Allora da 70 anni: il segreto di Stato e le stragi di Stato; il segreto di Stato e gli affari; il segreto di Stato e lo spionaggio del popolo sovrano; il segreto di Stato e la mancanza di sovranità; il segreto di Stato e l’assenza di libertà e democrazia.
Il segreto fondamentale è quello NATO, in ragione del quale Aldo Morodopo la rivelazione è stato assassinato con la connivenza e compiacenza del governo tricolore (Andreotti & Cossiga; democrazia cristiana & Partito comunista italiano, per intenderci). Al segreto principale dell'Alleanza atlantica si attengono i politicanti di governo e i militari di rango ai massimi vertici del sistema di potere locale per conto terzi. Anche se prima giurano fedeltà alla Repubblica italiana, mandano in onda la solita farsa per fare scena. Ma quale Repubblica ormai se essa è nata sotto le clausole segrete dell'armistizio corto di Cassibile (settembre 1943) e le clausole segrete del trattato di Pace di Parigi del 1947?
E che dire di tutti patti segreti tra USA e Italia, o tra Italia e Israele, mai ratificati dal Parlamento italiano, che regolamentano la nostra vita sociale, economica, militare e politica? Un esempio? Washington dal 1956 ad oggi ha imbottito l'Italia di bombe nucleari in palese violazione del Trattato internazionale di non proliferazione. A parte l'evidente pericolo.
E le stragi di Stato? Da Portella della Ginestra (1 maggio 1947) alla strage di Ustica e del Moby Prince, agli omicidi mirati di giornalisti come Italo Toni, Graziella De Palo, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, incombono i segreti di Stato, anzi di Stati. E la verità?
Il segreto fondamentale è quello NATO, in ragione del quale Aldo Morodopo la rivelazione è stato assassinato con la connivenza e compiacenza del governo tricolore (Andreotti & Cossiga; democrazia cristiana & Partito comunista italiano, per intenderci). Al segreto principale dell'Alleanza atlantica si attengono i politicanti di governo e i militari di rango ai massimi vertici del sistema di potere locale per conto terzi. Anche se prima giurano fedeltà alla Repubblica italiana, mandano in onda la solita farsa per fare scena. Ma quale Repubblica ormai se essa è nata sotto le clausole segrete dell'armistizio corto di Cassibile (settembre 1943) e le clausole segrete del trattato di Pace di Parigi del 1947?
E che dire di tutti patti segreti tra USA e Italia, o tra Italia e Israele, mai ratificati dal Parlamento italiano, che regolamentano la nostra vita sociale, economica, militare e politica? Un esempio? Washington dal 1956 ad oggi ha imbottito l'Italia di bombe nucleari in palese violazione del Trattato internazionale di non proliferazione. A parte l'evidente pericolo.
E le stragi di Stato? Da Portella della Ginestra (1 maggio 1947) alla strage di Ustica e del Moby Prince, agli omicidi mirati di giornalisti come Italo Toni, Graziella De Palo, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, incombono i segreti di Stato, anzi di Stati. E la verità?
Nel Belpaese il segreto di Stato viene usato come paravento agli indicibili crimini, intrighi e scandali dei governi e dei servizi di intelligence tricolore. Per violare la nostra privacy i governi Monti e Letta si sono inventati la “minaccia cibernetica”. Date un’occhiata alla direttiva di guerra per l’anno 2013, varata dall’uscente ministro della Difesa (ammiraglio Giampaolo Di Paola) nel dicembre 2012.
Il segreto di Stato è la cancrena che ha limitato, oscurato e condizionato la realizzazione dei principi della democrazia parlamentare e dello Stato di diritto.
Per dirla con gli antichi latini: “repetita iuvant”. Ho dedicato al tema un libro nel 2012 - IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO - e ho scritto in materia per anni, anche il 14 febbraio 2012, quando l’allora primo ministro Mario Monti, pedina - come l’attuale omologo Enrico Letta - delle organizzazioni terroristiche Trilateral Commission & Bilderberg Group, emise, in continuità con i suoi predecessori Prodi e Berlusconi, una direttiva sul segreto di Stato, un altro grave danno alla traballante democrazia.
Non è tutto. L’ultimo dono da presidente del Consiglio dei ministri di Monti è il decreto 24 gennaio 2013 dal titolo “Direttiva recante indirizzi per la protezione cibernetica e la sicurezza informatica nazionale”, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 19 marzo scorso. Un testo che, negli ultimi paragrafi, introduce una novità assoluta, anzi inquietante nel nostro sempre più sgangherato ordinamento. E cioè che gli operatori privati, ma anche le concessionarie pubbliche, dovranno spalancare le porte ai servizi di sicurezza sulle proprie banche dati, contenenti i nominativi dei cittadini italiani, e, si presume anche alle azioni compiute da questi ultimi, al di fuori di un intervento della magistratura.
Questa norma non ha avuto alcuna legittimazione parlamentare, ossia non è stata approvata dai rappresentanti del popolo “sovrano”.
Per la cronaca: l’illegittimo governo Monti, non eletto dal popolo sovrano ma piazzato dal capo dello Stato pro tempore su imposizione straniera, era dimissionario, ossia ampiamente scaduto. Insomma, questa legge conferisce ai servizi segreti la facoltà di avere accesso a tutte le banche dati, per incrociare le informazioni sui cittadini nei settori nevralgici dell’energia, dei trasporti, della salute, del credito bancario e delle telecomunicazioni. Per dirne una: Telecom, Agenzia delle Entrate, Enel, Eni, Alitalia, Ferrovie dello Stato, Poste italiane, eccetera. Grazie a questa norma che viola la Costituzione (già stracciata dal Trattato di Lisbona a far data dal dicembre 2009), senza autorizzazione della magistratura, i servizi segreti possono avere accesso ai metadati tracciati dai gestori delle comunicazioni, degli internet service provider, degli aeroporti, delle dighe, dei servizi energetici e dei trasporti, per non meglio specificate finalità di sicurezza nazionale.
I servizi di sicurezza interna ed esterna, Aisi e Aise (ex Sisde e Sismi) hanno in teoria direttive chiare e una precisa catena di comando. Dovrebbero poi, a norma di legge, relazionare al Copasir. Ma il Copasir non ha alcun potere, se non quello di chiedere: “E’ vero che avete spiato tizio e caio?”. “No, non è vero”: fine della sceneggiata. Impossibile chiedere la produzione di un documento qualunque, se di quel documento non è nota l’esistenza. Qualcuno ha ancora il coraggio di credere che le leggi, senza la possibilità effettiva di esercitare un controllo, siano puntualmente rispettate? Pensate un pò: i parlamentari che siedono nel Copasir non possono neanche prendere appunti degli atti selezionati già a monte, meno che mai fotocopiarli. Allora il controllo parlamentare, ossia del popolo è nullo.
Altra illegalità: con il subentro del governo Monti, sorretto da quello scimmiottamento nordamericano del PD, Massimo D’Alema, avrebbe dovuto dimettersi dalla carica di presidente del Copasir; che, sempre per legge, spetta a un rappresentante dell’opposizione. Invece D’Alema è rimasto incollato a quella poltrona. Ed anima viva ha obiettato alcunché.
Il decreto approvato dall’esecutivo Monti spalanca le porte ai servizi di sicurezza in via amministrativa e senza il necessario controllo del garante della privacy.
Della serie, e alla voce: Echelon Italia. Già dalla fine degli anni ’80 una branca particolare dei servizi super segreti, ovvero il Reparto informazioni e sicurezza (con sede centrale in riva al mare di Cerveteri) con diramazioni capillari - di ascolto e intercettazione - in tutta la Penisola, compresa la Val d’Aosta e le isole, messo in piedi dall’ammiraglio Fulvio Martini su sollecitazione USA, aveva iniziato a controllare senza alcun mandato giudiziario cittadini e cittadine particolari.
A dirla tutta, le forze armate di Washington fino al 2003 hanno mantenuto attiva una base di Echelon in Italia: a San Vito dei Normanni, in provincia di Brindisi. Un terminale di spionaggio che ha operato illegalmente per decenni, indisturbato, monitorando i nostri governi e il nostro popolo, con buona pace dei parlamentari che hanno fatto finta di nulla. Attualmente lo Stivale è disseminato di stazioni terrestri di ascolto della NSA, a parte i sistemi satellitari in uso.
L’Arma dei carabinieri, d'altro canto, ancor prima, ha accumulato decine di milioni di fascicoli sulla popolazione italiana, detenuti illegalmente ovvero senza alcun diritto, come aveva denunciato inascoltato il carabiniere Mattioli tempo addietro.
Oggi mentre l'esecutivo Letta tace intento a prendere ordini da Obama, la sorveglianza in Italia è fuorilegge.
In l’Italia i servizi segreti, senza alcuna autorizzazione della magistratura, possono controllare carte di credito e posta elettronica. Si tratta dell’ultimo lascito (il più nefasto) del governo Monti (voluto da Napolitano: definito da Kissinger l’amico amerikano).
Nello Stivale il garante della privacy Antonello Soro tace imbarazzato, mentre il primo presidente dell’authority per la protezione dei dati personali, Stefano Rodotà ha dichiarato pubblicamente: "Faccio questo invito a un’esplicita presa di posizione: un governo che prende nettamente posizione mette in evidenza che il suo paese non ha collaborato con gli Usa nelle forme che so benissimo molti sostengono ci siano state, come la cessione di tabulati telefonici. Serve molta chiarezza da parte dei governi. Il governo italiano sembra avere ignorato la questione. La minaccia di un controllo globale indiscriminato è diventata evidente. E non bisogna credere che riguardi solo i cittadini statunitensi: siamo tutti coinvolti”.
Qual è la ragione per la quale è stato necessario che, in soli sei mesi, la nostra intelligence abbia compiuto 300 mila accessi alle banche dati strategiche del nostro Paese in assenza di qualsiasi minaccia cibernetica. A cosa sono serviti quei dati? Li hanno forse scambiati con i padroni a stelle e strisce?
Ma i progressisti sono democratici? Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 8 aprile 2008 (firmato in extremis dall’uscente Romano Prodi) -Criteri per l'individuazione delle notizie, delle informazioni, dei documenti, degli atti, delle attività, delle cose e dei luoghi suscettibili di essere oggetto di segreto di Stato - all’articolo 7, comma 2, stabilisce che «La cessazione del vincolo del segreto di Stato non comporta l'automatica decadenza del regime della classifica e della vietata divulgazione».
Se il segreto di Stato è “sovranazionale” potrà durare per un periodo superiore ai 30 anni previsti dalla riforma dei servizi segreti approvata nel 2007. A stabilirlo è la Relazione Granata (depositata al Copasir), incaricata dalla presidenza del Consiglio di valutare come comportarsi alla scadenza dei 30 anni previsti dalla legge. In barba alla legge risultano vigenti meccanismi tali da poter perpetrare quasi all’infinito il segreto di Stato. La legge 133 che il 7 agosto 2013 ha modificato la legge 124 del 2007 a che serve?
In uno Stato di diritto la tutela delle attività di intelligence non può diventare immunità e impunità, o meglio una deviazione dallo Stato di diritto.
Post scriptum
Vittorio Alfieri (1790):
"TIRANNIDE indistintamente appellare si debbe ogni qualunque governo, in cui chi è preposto alla esecuzion delle leggi, può farle, distruggerle, infrangerle, interpretarle, impedirle, sospenderle; od anche soltanto deluderle, con sicurezza d'impunità. E quindi, o questo infrangi-legge sia ereditario, o sia elettivo; usurpatore, o legittimo; buono, o tristo; uno, o molti; a ogni modo, chiunque ha una forza effettiva, che basti a ciò fare, è tiranno; ogni società, che lo ammette, è tirannide; ogni popolo, che lo sopporta, è schiavo”.
Giuseppe Dossetti:
"Quando i poteri pubblici violano le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla Costituzione, la resistenza all'oppressione è un diritto e un dovere del cittadino".