http://youtu.be/rFjCEw9GN-Q
Ave ai Sovrani e non
Sandro è attualmente sottoposto a TSO nell’ospedale di Trecenta, un TSO che è stato inflitto come una ritorsione della sua dichiarazione di indipendenza
alle 18:15 circa sul Canale di Salvo Mandarà tutti gli altri dettagli http://youtu.be/rFjCEw9GN-Q
di seguito potrete leggere la copia esatta della mail originale che ho inviato oggi 27 Giugno 2014 (A.D.) al sindaco Di Trecenta, ricevuta per la pratica che è stata esercitata a danno di Sandro: Bertuolo;
Egregio Sig. Sindaco Antonio Laruccia,
Secondo la conversazione telefonica registrata tra me e Lei sindaco Antonio Laruccia, Lei ha preso atto che io Mahat nato Cerasuolo (Fondazione Mahat Bonifacio) ho ricevuto l’incarico di rappresentare Sandro Bertuolo dallo stesso Bertuolo durante il suo interrogatorio con i carabinieri, i quali successivamente sono stati messi da me a conoscenza della Fondazione Mahat Bonifacio. Gli stessi carabinieri erano presenti durante tutta la conversazione avuta tra Lei e me, durante la quale Lei è stato messo a conoscenza della violazione dei diritti umani e del danno cagionato al Bertuolo senza una reale e giustificata motivazione, poiché non ci sono stati danni a cose o a persone causati dal Bertuolo, né altro che faccia supporre a violazioni tali da giustificare un trattamento sanitario violento e aggressivo come il TSO, scaturito in origine dalla semplice Dichiarazione di Indipendenza che Sandro Bertuolo aveva esposto ai vigili urbani che contestavano la sua presenza sul territorio come espositore dei suoi manufatti artigianali;
Premesso che ogni Pubblico Ufficiale durante l’esercizio delle proprie funzioni è tenuto a operare con onore e disciplina ed essendo l’onore un valore universale che può essere espresso anche mediante il diritto di rifiutare un ordine se questo costituisce una violazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo e/o se viola canoni etici superiori ed essendo la legge applicabile come un ordine, se l’effetto esecutivo dovesse arrecare danno a cose o individui o violare i canoni già elencati, questo ricadrebbe sul responsabile che ha posto in essere la procedura;
L’Articolo 28 della Costituzione Italiana recita:
“I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.”,
perciò la Vostra responsabilità è un fatto certo;
L’Articolo 28 della Costituzione Italiana recita:
“I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. In tali casi la responsabilità civile si estende allo Stato e agli enti pubblici.”,
perciò la Vostra responsabilità è un fatto certo;
In seguito a quanto appreso dal nostro incaricato, nonostante le pacifiche e legittime intenzioni di incontrare il Bertuolo per permettergli di firmare la Delega alla Fondazione Mahat Bonifacio per la tutela dei suoi Diritti Umani, il Vostro comportamento, in concomitanza a quello dei carabinieri presenti alla nostra conversazione telefonica verso lo stesso rappresentante, ha rivelato un’inversione di rotta rispetto a quanto prima a me dichiarato (e debitamente registrato); per cui per tutelare me stesso o altri da eventuali nuovi comportamenti scorretti devo declinare il Suo invito a recarmi a Trecenta per conferire con Lei;
Tali fatti, aggiunti alla sua libera scelta di entrare da solo nel Reparto di Psichiatria lasciando fuori il nostro rappresentante e di conseguenza impedendogli di testimoniare e constatare le condizioni di detenzione del Bertuolo e di permettergli di firmare la delega che era dallo stesso Bertuolo richiesta, mi inducono a rinunciare all’incontro con Lei per tutelare la mia posizione ed anzi ad invitarla a provvedere nel più breve tempo possibile, dalla ricezione della presente, a disporre l’immediata sospensione di ogni trattamento e il rilascio in libertà di Sandro Bertuolo ;
Le ricordo, come da conversazione telefonica registrata del 26 giugno 2014, che Lei da quel momento in poi si è assunto la responsabilità di ogni minuto che Sandro Bertuolo detto Bart sarà ancora trattenuto contro la sua volontà o che gli verrà ulteriormente inoculata qualunque sostanza, farmaco, psicofarmaco, che lui dovesse ritenere una limitazione o un danno o che comunque ne dissacrasse l’integrità; è stato chiarito che da quel momento in poi sarebbe stata considerata legittima la richiesta di un risarcimento danni a favore di Sandro Bertuolo, a motivo delle sofferenze psicofisiche che ha subito e dei danni che presumibilmente potrà subire come conseguenza della Vostra azione;
La invitiamo nuovamente a prendere immediata decisione in merito; Lei è adesso la carica più alta “sul campo” che può far sì che quest’uomo possa essere giustamente rilasciato perché, ribadiamo, non ha procurato alcun danno a cose o persone né a se stesso;
Le chiedo inoltre, al fine di assicurare una corretta ed equa verifica delle dinamiche dei fatti in relazione al caso di Sandro Bertuolo, di provvedere a recuperare:
- i nomi dei carabinieri presenti ai fatti a cui si riferisce la presente;
- i video di sorveglianza all’interno del reparto che dimostrano come l’ingresso del rappresentante della Fondazione Mahat Bonifacio, sia stato ostacolato nonostante fosse giunto alla porta del reparto alle 15:45 (un quarto d’ora prima del termine dell’orario di visita) e come successivamente sia stato aggredito verbalmente e fisicamente dagli stessi carabinieri che gli sottraevano il telefono cellulare per diversi minuti, minacciandolo di sottoporlo anch’egli a TSO;
- le generalità del primario responsabile del reparto di psichiatria di Trecenta e dei due medici che
hanno disposto il TSO.
Vista la qualità delle prove documentali che dimostrano il danno arrecato a Sandro Bertuolo, La invitiamo ad assumersi la responsabilità di prestare soccorso per l’incidente che Voi avete provocato;
per quanto riportato fino ad ora, se a vostra difesa saranno citate normative/leggi che giustifichino le sopra citate violazioni del Diritto Naturale (Diritto a cui si riferisce la Dichiarazione di Indipendenza di Sandro:Bertuolo), tali normative/leggi saranno ritenute inammissibili; pertanto la Vostra risposta dovrà essere chiara e facilmente comprensibile.
Sicuri di un Vostro riscontro positivo, cogliamo l’occasione di inviarLe i miei distinti saluti
per quanto riportato fino ad ora, se a vostra difesa saranno citate normative/leggi che giustifichino le sopra citate violazioni del Diritto Naturale (Diritto a cui si riferisce la Dichiarazione di Indipendenza di Sandro:Bertuolo), tali normative/leggi saranno ritenute inammissibili; pertanto la Vostra risposta dovrà essere chiara e facilmente comprensibile.
Sicuri di un Vostro riscontro positivo, cogliamo l’occasione di inviarLe i miei distinti saluti
Mahat nato Cerasuolo
Curatore in Italia e nel Mondo della Fondazione Mahat Bonifacio
– Fondazione privata per la tutela dei diritti dell’Uomo –
– Fondazione privata per la tutela dei diritti dell’Uomo –
- Segue originale a mezzo Raccomandata AR
Nota: Riportiamo di seguito le normative vigenti sul territorio italiano a cui ci riferiamo per una Vostra più completa comprensione
Convenzione di Roma, n. 5 del 1950 – Legge 4 agosto 1955, n. 848
Articolo 3
Divieto di tortura
Nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamento inumani o degradanti
Articolo 4
Divieto di schiavitù e lavori forzati
1. Nessuno può essere tenuto in condizione di schiavitù o di servitù.
2. Nessuno può essere costretto a compiere un lavoro forzato o obbligatorio.
3. Non è considerato “lavoro forzato o obbligatorio ” nel senso di questo articolo:
a) ogni lavoro normalmente richiesto ad una persona detenuta alle condizioni previste dall’articolo 5 della presente Convenzione o nel periodo di libertà condizionata;
b) ogni servizio di carattere militare o, nel caso di obiettori di coscienza nei paesi nei quali l’obiezione di coscienza è riconosciuta legittima, un altro servizio sostitutivo di quello militare obbligatorio;
c) ogni servizio richiesto in caso di crisi o di calamità che minacciano la vita o il benessere della comunità;
d) ogni lavoro o servizio che faccia parte dei normali doveri civici.
Articolo 5
Diritto alla libertà e alla sicurezza
1. Ogni persona ha diritto alla libertà e alla sicurezza. Nessuno può essere privato della libertà salvo che nei casi seguenti e nei modi previsti dalla legge:
a. se è detenuto regolarmente in seguito a condanna da parte di un tribunale competente;
b. se è in regolare stato di arresto o di detenzione per violazione di un provvedimento legittimamente adottato da un tribunale ovvero per garantire l’esecuzione di un obbligo imposto dalla legge;
c. se è stato arrestato o detenuto per essere tradotto dinanzi all’autorità giudiziaria competente quando vi sono ragioni plausibili per sospettare che egli abbia commesso un reato o ci sono motivi fondati per ritenere necessario di impedirgli di commettere un reato o di fuggire dopo averlo commesso;
d. se si tratta della detenzione regolare di un minore, decisa per sorvegliare la sua educazione, o di sua legale detenzione al fine di tradurlo dinanzi all’autorità competente;
e. se si tratta della detenzione regolare di una persona per prevenire la propagazione di una malattia contagiosa, di un alienato, di un alcoolizzato, di un tossicomane o di un vagabondo;
f. se si tratta dell’arresto o della detenzione regolari di una persona per impedirle di penetrare irregolarmente nel territorio, o contro la quale è in corso un procedimento d’espulsione o d’estradizione.
2. Ogni persona che venga arrestata deve essere informata al più presto e in una lingua a lei comprensibile dei motivi dell’arresto e di ogni accusa elevata a suo carico.
3. Ogni persona arrestata o detenuta nelle condizioni previste dal paragrafo 1 c) del presente articolo, deve essere tradotta al più presto dinanzi a un giudice o a un altro magistrato autorizzato dalla legge ad esercitare funzioni giudiziarie e ha diritto di essere giudicata entro un termine ragionevole o di essere posta in libertà durante l’istruttoria. La scarcerazione può essere subordinata ad una garanzia che assicuri la comparizione della persona all’udienza.
4. Ogni persona privata della libertà mediante arresto o detenzione ha diritto di indirizzare un ricorso ad un tribunale affinché esso decida, entro brevi termini, sulla legalità della sua detenzione e ne ordini la scarcerazione se la detenzione è illegale.
5. Ogni persona vittima di arresto o di detenzione in violazione a una delle disposizioni di questo articolo ha diritto ad una riparazione.
Articolo 6
Diritto ad un processo equo
1. Ogni persona ha diritto ad un’equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole, davanti a un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge, al fine della determinazione sia dei suoi diritti e dei suoi doveri di carattere civile, sia della fondatezza di ogni accusa penale che gli venga rivolta. La sentenza deve essere resa pubblicamente, ma l’accesso alla sala d’udienza può essere vietato alla stampa e al pubblico durante tutto o una parte del processo nell’interesse della morale, dell’ordine pubblico o della sicurezza nazionale in una società democratica, quando lo esigono gli interessi dei minori o la tutela della vita privata delle parti nel processo, nella misura giudicata strettamente necessaria dal tribunale quando, in speciali circostanze, la pubblicità potrebbe pregiudicare gli interessi della giustizia.
2. Ogni persona accusata di un reato è presunta innocente sino a quando la sua colpevolezza non sia stata legalmente accertata.
3. Ogni accusato ha segnatamente diritto a:
a. essere informato, nel più breve tempo possibile, in una lingua a lui comprensibile e in un modo dettagliato, della natura e dei motivi dell’accusa elevata a suo carico;
b. disporre del tempo e delle facilitazioni necessarie per preparare la sua difesa;
c. difendersi da sé o avere l’assistenza di un difensore di propria scelta e, se non ha i mezzi per ricompensare un difensore, poter essere assistito gratuitamente da un avvocato d’ufficio quando lo esigano gli interessi della giustizia;
d. interrogare o far interrogare i testimoni a carico ed ottenere la convocazione e l’interrogazione dei testimoni a discarico nelle stesse condizioni dei testimoni a carico;
e. farsi assistere gratuitamente da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nell’udienza.
Articolo 9
Libertà di pensiero, di coscienza e di religione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di credo e la libertà di manifestare la propria religione o credo individualmente o collettivamente, sia in pubblico che in privato, mediante il culto, l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti.
2. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio credo può essere oggetto di quelle sole restrizioni che, stabilite per legge, costituiscono misure necessarie in una società democratica, per la protezione dell’ordine pubblico, della salute o della morale pubblica, o per la protezione dei diritti e della libertà altrui.
Articolo 10
Libertà di espressione
1. Ogni persona ha diritto alla libertà d’espressione. Tale diritto include la libertà d’opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza ingerenza alcuna da parte delle autorità pubbliche e senza considerazione di frontiera. Il presente articolo noti impedisce che gli Stati sottopongano a un regime di autorizzazione le imprese di radiodiffusione, di cinema o di televisione.
2. L’esercizio di queste libertà, comportando doveri e responsabilità, può essere sottoposto a determinate formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni previste dalla legge e costituenti misure necessarie in una società democratica, per la sicurezza nazionale, l’integrità territoriale o l’ordine pubblico, la prevenzione dei reati, la protezione della salute e della morale, la protezione della reputazione o dei diritti altrui, o per impedire la divulgazione di informazioni confidenziali o per garantire l’autorità e la imparzialità del potere giudiziario.