di Gianni Lannes
Non è un gioco di prestigio, ma un insulso trucco dei governanti eterodiretti che calpestano l'articolo 32 della Costituzione per consentire alla Nato e ai fabbricanti armi di sperimentare strumenti di morte in tempo di pace. Che dire? Al peggio non c'è mai fine nell'Italietta delle banane. Un decretino del governo tricolore dal titolo grottesco "Ambiente protetto", trasforma i poligoni militari in aree industriali. Perché? Disarmante: evitare chiusure, ma soprattutto bonifiche dei siti inquinati da scorie radioattive e rifiuti chimici altamente pericolosi che nuocciono alla salute della popolazione italiana. Lo scopo fondamentale è soprattutto quello di favorire il business della guerra.
Decine di migliaia di ettari in tutta l'Italia, isole comprese, vengono equiparati come per magia, ad aree industriali per i quali la legge prescrive soglie di contaminazione molto più elevate. Vale a dire: i predetti territori soggetti a servitù militari dove l'alleanza atlantica si esercita alla guerra costantemente, possono essere inquinati ancora e maggiormente, in barba alle normative di protezione ambientale e sanitaria. Infatti, il decreto prevede che nelle aree militari si deve far riferimento ai limiti della colonna B della tabella relativa alle soglie di contaminazione dei suoli del decreto Legislativo 152/2006, quellarelativa alle aree industriali, e non già alla colonna A, quella con i limiti per le aree residenziali e a verde.
Infine, ecco il calibro del personaggio del giorno: Gian Luca Galletti è stato voluto da Renzi al ministero dell'Ambiente. Lo stesso Galletti nel 2010, da candidato governatore, in diretta sull’emittente bolognese Radio città del capo, disse senza pudori sul tema delle centrali nucleari: “Se mi dimostrano che in tutta Italia il sito più sicuro e più economico è in Emilia-Romagna, io non avrei timore a metterlo in Emilia-Romagna”. Allora, siamo alla mercé dei telecomandati dall'estero Napolitano & Renzi, che dovrebbero essere semplicemente destituiti, nonché processati per alto tradimento della Patria e attentato alla Costituzione repubblicana.
riferimenti:
DECRETO-LEGGE 24 giugno 2014, n. 91
ART.241-bis Aree Militari
1. Ai fini dell'individuazione delle misure di prevenzione, messa in
sicurezza e bonifica, e dell'istruttoria dei relativi progetti, da
realizzare nelle aree del demanio destinate ad uso esclusivo delle
forze armate per attivita' connesse alla difesa nazionale, si
applicano le concentrazioni di soglia di contaminazione di cui alla
Tabella 1, colonna b, dell'allegato 5, alla Parte IV, Titolo V, del
presente decreto.
3. Resta fermo che in caso di declassificazione del sito da uso
militare a destinazione residenziale dovranno essere applicati i
limiti di concentrazione di soglia di contaminazione di cui alla
Tabella 1, colonna a), dell'Allegato 5, alla Parte IV, Titolo V del
presente decreto.
4. Le concentrazioni soglia di contaminazione delle sostanze
specifiche delle attivita' militari non incluse nella Tabella l
dell'Allegato 5, alla Parte IV, Titolo V del presente decreto sono
definite dall'Istituto Superiore di Sanita' sulla base delle
informazioni tecniche fornite dal Ministero della difesa.
5. Per le attivita' di progettazione e realizzazione degli
interventi, di cui al presente articolo, il Ministero della difesa si
puo' avvalere, con apposite convenzioni, di organismi strumentali
dell'Amministrazione centrale che operano nel settore e definisce con
propria determinazione le relative modalita' di attuazione.».
7. Alla Tabella 3 dell'Allegato 5 alla Parte Terza del decreto
legislativo 3 aprile 2005, n. 152, recante «Valori limiti di
emissione in acque superficiali e in fognatura», al parametro n. 6
«solidi sospesi totali» e' introdotta la seguente nota:
«(2-bis) Tali limiti non valgono per gli scarichi in mare delle
installazioni di cui all'allegato VIII alla parte seconda, per i
quali i rispettivi documenti di riferimento sulle migliori tecniche
disponibili di cui all'articolo 5, lettera 1-ter.2), prevedano
livelli di prestazione non compatibili con il medesimo valore limite. In
tal caso, le Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate per
l'esercizio di dette installazioni possono prevedere valori limite di
emissione anche piu' elevati e proporzionati ai livelli di
produzione, comunque in conformita' ai medesimi documenti europei.».
http://www.regioni.it/it/show-servitu_militari_sardegna_no_a_decreto_ambiente_protetto_/news.php?id=354068
Servitu' militari: Sardegna, no a decreto "Ambiente protetto"
venerdì 27 giugno 2014
(AGI) - Cagliari, 27 giu. - Il decreto legge "Ambiente prottetto"
n.91 del 24 giugno scorso con cui il governo intende parificare le
soglie di tollerabilita' delle sostanze inquinanti presenti nei siti
militari a quelle previste per l'industria e' contestato in Sardegna,
dove insiste il 65% delle servitu' militari di tutta Italia. "E' un vero
e proprio colpo di spugna sull'inquinamento delle zone militari sarde",
protesta l'ex presidente della Regione e deputato di Unidos, che parla
di "golpe ambientale senza precedenti solo per coprire responsabilita'
gravi delle industrie militari e della difesa". Il collega Michele Piras
(Sel) fa appello alle forze della maggioranza affinche' venga cancellata
la parte del decreto, pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, che di
fatto consente che nelle aree militari i limiti di inquinamento possano
essere superati anche di cento volte rispetto alla normativa precedente.
Il punto contestato e' l'articolo 13 del decreto, quello che prevede
"procedure semplificate per le operazioni di modifica o di messa in
sicurezza e per il recupero di rifiuti anche radioattivi" e indica norme
urgenti "per la bonifica delle aree demaniali destinato a uso esclusivo
delle forze armate". "La decisione del governo di parificare le
concentrazioni di soglia di contaminazione dei siti militari a quelli
previsti per l'industria", sottolinea il deputato di Sel, "e' un fatto
gravissimo e potenzialmente delittuoso, che rischia di trasformarsi in
un vero e proprio condono tombale per le indagini in corso
sull'inquinamento ambientale. Le soglie previste dalla normativa vigente per le industrie
sono, infatti, enormemente piu' alte rispetto a quelle assegnate alle
attivita' militari. E questo potrebbe aver contenuto,
anche solo parzialmente gli effetti di quelle attivita', ad esempio, nei
poligoni. Sollevare quella soglia equivale a dire alle forze armate che
domani potranno inquinare di piu' e alla procura di
Lanusei che l'indagine sul poligono di Quirra puo' fermarsi qui.
Contrasteremo questo provvedimento in sedi di conversione". Piras
annuncia due emendamenti, uno abrogativo, l'altro per la riduzione della
soglia di contaminazione per le attivita' industriali. Protesta anche il
Gruppo d'intervento giuridico che parla di bonifiche ambientali "colpite
e affondate". "Nelle aree dei poligoni militari 'a fuoco'", spiega il
portavoce ecologista Stefano Deliperi, "i limiti soglia per sostanze
inquinanti come il cobalto e l'arsenico passano rispettivamente da 20
mg/kg a 50 e 205 mg/kg. Per gli idrocarburi alifatici cancerogeni, come
il cloruro di vinile, le soglie limite diventano piu' elevate di 10
volte come per i diclobenzeni cancerogeni, oggi tollerabili in una
quantita' 50 volte superiore". Per Pili il provvedimento del governo e'
un "decreto vergogna, per coprire i misfatti di Stato e far saltare i
processi in corso".