di Gianni Lannes
Lo storico francese Fernand Braudel ci ha ricordato tempo addietro (Il Corriere della Sera, 6 gennaio 1982) che, dopo la seconda guerra mondiale «l’Italia è stata culturalmente il primo paese d’Europa per molti anni». Il primo Paese: mentre l’Italia riemerge dalle macerie dell’assurda guerra voluta a tutti i costi da Mussolini. L’Italia, sostiene il professor Braudel, è «stato il paese più intelligente», il paese «più nuovo, con ottimi scrittori, con straordinari uomini di lettere, con eccellenti registi e sceneggiatori». Una feconda intuizione che fotografa una situazione dall’estero, quindi non di parte. Braudel non tocca gli aspetti economici.
E a questo proposito il pensiero torna al grande Enrico Mattei (assassinato il 27 ottobre 1962) e alla sua invenzione dell’Eni che capovolge per un lungo periodo le sorti disastrose dell’Italia, sconfitta in guerra, soprattutto invasa e tuttora colonizzata dagli angloamericani con il pretesto della "liberazione". Mattei pone in rilievo l'Italia a livello mondiale, particolarmente in Medio Oriente e nel Mediterraneo. Mattei avrebbe dovuto incontrare il presidente Kennedy, che poco tempo dopo fece smantellare i missili nucleari Jupiter, piazzati segretamente in Puglia e puntati contro l'Unione Sovietica.
Il governo di Washington, come attestano i documenti secret e top secret, in parte desecretati, ha realizzato un patto con la mafia per sbarcare in Sicilia. E i padrini dal 1943 sono sempre protetti: ecco perché nel belpaese lo Stato non ha mai condotto una battaglia risolutiva contro le organizzazioni criminali, ormai compenetrate nel tessuto istituzionale e nei gangli vitali della nazione.
L’Eni, come è noto, è stata ceduta ai privati, anche stranieri, dai maggiordomi italidioti della casta che ingrassa a spese del popolo italiano. All’inizio della privatizzazione forzata (ottobre 1995: governo cosiddetto "tecnico" di Lamberto Dini), fra le società petrolifere essa si posiziona alla terza posizione mondiale per rapporto fra utili e fatturato, alla quarta per utili consolidati, alla sesta per la produzione di gas. E’ il segno finale del declino nazionale. Non è casuale che le nuove direttrici politiche, sempre più eterodirette da stranieri senza scrupoli, abbiano fatto cedere ad azionisti italiani e stranieri circa tre quarti della proprietà pubblica dell’Eni. L’Italia oggi è in agonia, grazie anche ai lacché e ai politicanti d'accatto sulla scena: non ha più alcuna sovranità, non ha una classe dirigente (autonoma e indipendente), non esprime più cultura e vitalità creativa come in un tempo ormai trapassato e sepolto. Una volta c'era il futuro nel Belpaese.
riferimenti:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ENRICO+MATTEI
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=OLIVETTI
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=PASOLINI
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=ITALIA
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=CHE+FARE
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=alleati
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=jupiter
Il governo di Washington, come attestano i documenti secret e top secret, in parte desecretati, ha realizzato un patto con la mafia per sbarcare in Sicilia. E i padrini dal 1943 sono sempre protetti: ecco perché nel belpaese lo Stato non ha mai condotto una battaglia risolutiva contro le organizzazioni criminali, ormai compenetrate nel tessuto istituzionale e nei gangli vitali della nazione.
L’Eni, come è noto, è stata ceduta ai privati, anche stranieri, dai maggiordomi italidioti della casta che ingrassa a spese del popolo italiano. All’inizio della privatizzazione forzata (ottobre 1995: governo cosiddetto "tecnico" di Lamberto Dini), fra le società petrolifere essa si posiziona alla terza posizione mondiale per rapporto fra utili e fatturato, alla quarta per utili consolidati, alla sesta per la produzione di gas. E’ il segno finale del declino nazionale. Non è casuale che le nuove direttrici politiche, sempre più eterodirette da stranieri senza scrupoli, abbiano fatto cedere ad azionisti italiani e stranieri circa tre quarti della proprietà pubblica dell’Eni. L’Italia oggi è in agonia, grazie anche ai lacché e ai politicanti d'accatto sulla scena: non ha più alcuna sovranità, non ha una classe dirigente (autonoma e indipendente), non esprime più cultura e vitalità creativa come in un tempo ormai trapassato e sepolto. Una volta c'era il futuro nel Belpaese.
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