mercredi 16 octobre 2013

Prelievo forzoso - La Fed propone all'Europa un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti - 12 ottobre 2013


FONTE:
amadeusoft@tiscali.it
 via yahoogroups.com 

à Sublimen


Un piano drastico per uscire dal tunnel in un colpo solo. Rischi
incalcolabili.

L’idea è sorprendente, ma ciononostante è passata pressoché inosservata,
celata tra le righe di un lungo rapporto di economia. Per porre rimedio
all’esperimento fallimentare della moneta unica, il Fondo Monetario
Internazionale ha aperto alla possibilità che le autorità europee impongano
un prelievo forzoso del 10% sui conti correnti di 15 paesi dell’area euro.

Tanto ci vorrebbe, secondo i calcoli degli economisti, per riportare il
debito sovrano del blocco ai livelli pre crisi.

L’idea “brillante” viene enunciata in uno dei capitoli del report semestrale
“Monitor delle finanze pubbliche” preparato dagli economisti del Fondo.
Quello proposto e riportato dai quotidiani, tra cui un giornale greco,
sarebbe un provvedimento suicida, in quanto scatenerebbe una fuga di
capitali dalle banche europee.

Quanto espresso dall’istituto di Washington è certamente stato preso in
considerazione anche dalle autorità politiche. Il concetto è semplice:
piuttosto che appesantire il carico fiscale delle imprese e far scendere
ancora di più le buste paga, perché non andare a toccare i capitali
“dormienti”?

Così sarebbero però i cittadini innocenti, senza distinzione di classe, a
pagare il prezzo della crisi del debito sovrano creata dalle autorità
politiche che non sono riuscite a creare un’area della moneta unica salutare
con un unico debito.

Urge una riforma prima che la deflazione provochi altri danni e le tensioni
sociali diventino violente. Ma non questa proposta, la quale - ben nascosta
nell’ultimo rapporto dell’organizzaizone – rischia per di più di esacerbare
i rapporti già particolarmente delicati tra il Fondo e i Governi Ue e la
Bce.

Il Fondo osserva che contributi una tantum come i prelievi coatti sono stati
ampiamente utilizzati in Europa dopo la Prima Guerra Mondiale (vedi il caso
della Germania) e in Giappone dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il report
riconosce che le misure drastiche non hanno avuto i risultati attesi e che
non hanno portato ad una riduzione del debito pubblico (l’obiettivo
iniziale). E sopratutto che il ritardo nell'attuazione ha portato alla fuga
di capitali e a un’elevata inflazione.

Concentrandosi nei problemi della zona euro e nella necessità di riportare
il livello del debito pubblico a livelli pre-crisi (fine 2007), il FMI
riconosce anche che per curare l’area ci sarebbe bisogno di un tasso di
prelievo alto (10%) dei risparmi netti positivi dei nuclei familiari di 15
paesi della zona euro.

Questo, ovviamente, è un potente disincentivo. Sarebbe inoltre una missione
estremamente difficile, conclude l'Fmi, ma l'idea deve comunque essere presa
in considerazione e “messa a confronto con i rischi e le alternative per
ridurre il debito pubblico”, come ad esempio una moratoria delle passività o
l'inflazione, che “è anche una sorta di tassa sul patrimonio”.

"Dato il pessimo stato delle finanze pubbliche della zona euro – si legge
sul quotidiano belga L'Echo - le idee per rafforzare i fondi pubblici non
mancano, come questa piuttosto semplicistica e senza precedenti del FMI".

Degli analisti interpellati da L'Echo c'è solo un economista, Etienne de
Callatay, che trova qualche virtu' nell'idea: “A prima vista, la proposta
può sembrare perturbante, persino scioccante e scandalosa. Ma si tratta di
una alternativa alle altre misure preconizzate per uscire dalla crisi, come
il ricorso all'inflazione”.

http://www.imerisia.gr/article.asp?catid=26517&subid=2&pubid=113128545

http://www.lecho.be/actualite/economie_politique_economie/Vers_un_impot_de_c
rise_de_10_sur_notre_epargne.9418012-3261.art?highlight=FMI&ckc=1

Fonte: wallstreetitalia.com