FONTE: http://corrieredellacollera.com/2013/10/13/siria-il-conflitto-si-allarga-intervengono-anche-volontari-cristiani-dal-libano-di-antonio-de-martini/
http://corrieredellacollera.com
Dopo l’attacco alla cittadina siriana di Maalula dei primi di settembre – uno dei villaggi cristiani più noti e “venerati” perché gli abitanti hanno conservato l’uso dellalingua aramaica parlata al tempo di Cristo- gli effetti si sono fatti sentire.
Reparti di volontari cristiani, inizialmente identificati come siriani di Bab Touma , il quartiere cristiano di Damasco,
sono in linea e combattono ormai da quasi un mese ed hanno già pagato un elevato tributo di sangue. Per impedire che la notizia della partecipazione cristiana-libanese si diffondesse, hanno usato la precauzione di asportare i passaporti dei caduti.
I volontari sono miliziani libanesi appartenenti alla fazione cristiana del generaleMichel Aoun reclutati e inviati sull’onda dello sdegno provocato dall’attacco al pacifico villaggio che è da sempre il simbolo della presenza cristiana in Siria.
La notizia, raccolta da fonti degne di assoluta fede rappresenta un autentico scoop politico-giornalistico, rafforzata da una ulteriore primizia rappresentata dalla informazione che ai miliziani di Aoun si sono aggiunti anche miliziani volontari della fazione cristiana rivale dei falangisti guidati da Samir Geagea.
Chi ha seguito questi avvenimenti sa che si tratta di una importante novità politica che potrebbe avere conseguenze positive in Libano, in caso i due capi si rendano conto del movimento della base verso una riunificazione dopo i sanguinosi scontri degli anni passati.
Se l’insipienza politica di chi dirige i combattenti antigovernativi in Siria fosse ancora da dimostrare, ecco che hanno provveduto da soli, con una incursione su un villaggio di nessuna importanza tattico-strategica che ha provocato una feroce e divisiva polemica nel campo ribelle con una ridda di rivendicazioni dell’azione tra Al Kaida ( nome locale Jabbat el Nusra) e le altre fazioni a sostegno economico occidental-saudita; hanno rafforzato in occidente il senso della ” inutile strage” già radicato nella pubblica opinione; hanno provocato un afflusso di nuovi volontari, questa volta cristiani, dalla Siria e dal Libano ed infine hanno ottenuto una fraternità d’armi tra combattenti di due fazioni cristiane-libanesi che si erano aspramente combattute e mai riconciliate.
Il nuovo afflusso di volontari cristiani ( che si aggiungono a quelli di Hezbollah in una ulteriore fraternità d’armi tra libanesi di ogni confessione religiosa) giunge a proposito viste le nuove esigenze di truppe governative per la protezione dei convogli di esperti ONU che si stanno occupando delle operazioni di raccolta e distruzione delle scorte di armi chimiche del regime.
Questo ormai massiccio intervento di volontari libanesi crea un problema in più agliStati Uniti dato che dimostra ulteriormente l’artificialitá del confine Siro-libanese ( creato dai francesi nel 1928) e incrina – con la presenza cristiana nel conflitto- la narrazione occidentale della lotta tra le confessioni mussulmane, che è il segreto desiderio della strategia Bush-Obama di far sfogare l’aggressività islamica all’interno per evitare che si rivolga a occidente e nel frattempo vendere armi a entrambi gli schieramenti.
Il colpo, riuscito in Irak per la primitività degli interessati, non è riuscito in Siria per la pentamillenaria esperienza di uomini e cose.
Dopo l’attacco alla cittadina siriana di Maalula dei primi di settembre – uno dei villaggi cristiani più noti e “venerati” perché gli abitanti hanno conservato l’uso dellalingua aramaica parlata al tempo di Cristo- gli effetti si sono fatti sentire.
Reparti di volontari cristiani, inizialmente identificati come siriani di Bab Touma , il quartiere cristiano di Damasco,
sono in linea e combattono ormai da quasi un mese ed hanno già pagato un elevato tributo di sangue. Per impedire che la notizia della partecipazione cristiana-libanese si diffondesse, hanno usato la precauzione di asportare i passaporti dei caduti.
I volontari sono miliziani libanesi appartenenti alla fazione cristiana del generaleMichel Aoun reclutati e inviati sull’onda dello sdegno provocato dall’attacco al pacifico villaggio che è da sempre il simbolo della presenza cristiana in Siria.
La notizia, raccolta da fonti degne di assoluta fede rappresenta un autentico scoop politico-giornalistico, rafforzata da una ulteriore primizia rappresentata dalla informazione che ai miliziani di Aoun si sono aggiunti anche miliziani volontari della fazione cristiana rivale dei falangisti guidati da Samir Geagea.
Chi ha seguito questi avvenimenti sa che si tratta di una importante novità politica che potrebbe avere conseguenze positive in Libano, in caso i due capi si rendano conto del movimento della base verso una riunificazione dopo i sanguinosi scontri degli anni passati.
Se l’insipienza politica di chi dirige i combattenti antigovernativi in Siria fosse ancora da dimostrare, ecco che hanno provveduto da soli, con una incursione su un villaggio di nessuna importanza tattico-strategica che ha provocato una feroce e divisiva polemica nel campo ribelle con una ridda di rivendicazioni dell’azione tra Al Kaida ( nome locale Jabbat el Nusra) e le altre fazioni a sostegno economico occidental-saudita; hanno rafforzato in occidente il senso della ” inutile strage” già radicato nella pubblica opinione; hanno provocato un afflusso di nuovi volontari, questa volta cristiani, dalla Siria e dal Libano ed infine hanno ottenuto una fraternità d’armi tra combattenti di due fazioni cristiane-libanesi che si erano aspramente combattute e mai riconciliate.
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Il nuovo afflusso di volontari cristiani ( che si aggiungono a quelli di Hezbollah in una ulteriore fraternità d’armi tra libanesi di ogni confessione religiosa) giunge a proposito viste le nuove esigenze di truppe governative per la protezione dei convogli di esperti ONU che si stanno occupando delle operazioni di raccolta e distruzione delle scorte di armi chimiche del regime.
Questo ormai massiccio intervento di volontari libanesi crea un problema in più agliStati Uniti dato che dimostra ulteriormente l’artificialitá del confine Siro-libanese ( creato dai francesi nel 1928) e incrina – con la presenza cristiana nel conflitto- la narrazione occidentale della lotta tra le confessioni mussulmane, che è il segreto desiderio della strategia Bush-Obama di far sfogare l’aggressività islamica all’interno per evitare che si rivolga a occidente e nel frattempo vendere armi a entrambi gli schieramenti.
Il colpo, riuscito in Irak per la primitività degli interessati, non è riuscito in Siria per la pentamillenaria esperienza di uomini e cose.