vendredi 11 octobre 2013

Su La Testa!: STRAGE DI USTICA: L’ULTIMO DEPISTAGGIO DI COSSIGA

Su La Testa!: STRAGE DI USTICA: L’ULTIMO DEPISTAGGIO DI COSSIGA:

Venezia, 23 giugno 1980. Vertice G 7. 






di Gianni Lannes

I depistaggi sono conditi con mezze verità. In questo caso: la presenza di velivoli francesi di scorta al Dc 9 Itavia. Aerei da guerra che però servivano ad ingannare l'aviazione israeliana che avrebbe tentato di abbattere il volo francese con il materiale fissile destinato all'Iraq. Infatti, i piloti dell'Aeronautica militare, Naldini e Nutarelli, intercettarono - a bordo di un F 104 biposto - i due caccia francesi, proprio quella sera sulla Toscana, e "squoccarono" per ben tre volte l'allarme generale. Gli fu ordinato di atterrare subito a Grosseto invece di difendere l'aereo di linea. I radar della difesa aerea di Capo Mele e di Poggio Ballone  hanno registrato questo pericoloso inserimento dei velivoli transalpini nella scia del Dc 9 Itavia. Quella sera c'erano 3 aerei che volavano con il codice trasponder del Dc 9 per mimetizzarsi. Gli ufficiali Naldini e Nutarelli saranno poi assassinati il 28 agosto 1988, a Ramstein, durante l'esibizione delle frecce tricolori. Esattamente una settimana prima di essere interrogati dal giudice istruttore Vittorio Bucarelli. Erano all'epoca i migliori piloti dell'Arma azzurra. Il numero complessivo dei testimoni scomodi eliminati dai servizi segreti (Sdece & Sismi), ammonta attualmente almeno a 21. Considerando anche le vittime indirette della strage in Germania, il totale dei morti ammazzati supera quello dei passeggeri del volo IH 870.

Elemento ancora più grave a riprova del dolo: i cosiddetti soccorsi furono clamorosamente ritardati perché non  dovevano esserci sopravvissuti in grado di raccontare il tragico accadimento. Infatti, poi il governo tricolore ha consentito alla Ifremer (una costola dei servizi segreti di Parigi) di manomettere le prove in fondo al Tirreno. Infatti, la società francese nel 1986, ossia un anno prima di ottenere  l'affidamento del recupero, su indicazione della società Tecnospamec (senza gara d'appalto) effettuò una campagna di ricerche subacquee nei pressi del reòlitto derl Dc 9. E dire che si era offerta l'Eni.  Anche su questo aspetto della strage ci sono prove inoppugnabili. Il 22 maggio 1988 il sommergibile Nautile ha ripreso accanto ai rottami del Dc 9 Itavia le carcasse di due missili: un matra R 530 (produzione francese) ed uno Shafrir (produzione israeliana). Non sono mai stati recuperati dalla magistratura italiana incaricata dell'indagine, anche per omissione del collegio peritale coordinato da un certo Blasi. E nessuno ne ha chiesto mai debitamente conto.

Il criminale impunito Cossiga per 27 anni non ha sentito, non ha visto e non ha parlato. Eppure il 27 giugno 1980 era presidente del consiglio dei ministri, e, in tale veste ha sponsorizzato la vendita di tecnologia nucleare all’Iraq, unitamente al governo francese. Un’attività osteggiata apertamente da Israele con comunicazioni ufficiali al governo italiano (per esempio la lettera di Shamir al ministro Colombo) e francese, e poi alcuni attentati prima dell’eccidio finale. In seguito alla tragedia del Dc 9 Itavia, il picconatore è stato promosso presidente della Repubblica. Incredibile: l'ultimatum israeliano inviato al nostro ministero per gli esteri, in cui si invitava il governo italiano a desistere dalla vendita di tecnologia e materiali nucleari a Saddam Hussein, non è tra i 2 milioni di carte dell'inchiesta giudiziaria.

Nel 2008, a 80 anni suonati, improvvisamente ha riacquistato la memoria. Intervistato da Giampiero Marrazzo e Gianluca Cerasola nel loro filmato televisivo intitolato “Sopra e sotto il tavolo” ha “vuotato il sacco a modo suo, e addirittura due pubblici ministeri della Procura della di Roma, Amelio e Monteleone, hanno riaperto il caso sulla base di un classico depistaggio. E ha pure offeso questi due magistrati, sostenendo alle rogatorie " il governo francese - testuale di Cossiga - gli piscerà addosso".

Ecco le contraddittorie dichiarazioni dell’ex capo dello Stato - a sovranità inesistente - Francesco Maurizio Cossiga:

 «L’aereo francese si sarebbe messo sotto il Dc 9 per non essere intercettato dal radar dell’altro aereo libico, che avrebbe dovuto trasportare Gheddafi, che stava rientrando con Gheddafi. A un certo punto lancia il missile volendo colpire l’aereo di Gheddafi».

E’ palese che si tratta di una menzogna a buon  mercato. Infatti se il caccia francese avesse sparato un missile agli infrarossi da quella posizione, l’ordigno avrebbe colpito uno dei due motori, attirato dal calore. Ebbene i due motori dell’I-Tigi sono intatti. Lo attestano inequivocabilmente tutte le perizie tecniche. Ma se uno non ci crede può fare un salto a Bologna, al museo della memoria è visionarli dal vivo per rendersi conto dell’ennesima balla del presidente merito della Repubblichetta italiana. Se invece il velivolo da guerra francese avesse sparato, sempre per errore, un missile a guida radar da quella posizione non avrebbe certamente colpito il volo di linea italiano.

Il senso della presunta rivelazione di Cossiga è ancora più grave perché si tratta di un sentito dire. Infatti, ha dichiarato sempre in questa intervista senza contraddittorio, ossia con domande sdraiate:

«Erano i nostri servizi segreti che informarono l’allora sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi a lanciare un missile. Lui si mise sotto per mirare quella sagoma che fosse l’aereo di Gheddafi. Fatto sta che in un sobbalzo quando è partito il missile lui si era messo dietro il Dc 9. Questa fu l’informazione per quello che mi ricordo adesso che sto per compiere 80 anni. Un giorno presi un giornale e lessi di un’intervista fatta a Giuliano Amato. E lui in questa intervista diceva che l’ammiraglio Martini, capo del Sid poi Sismi, il miglior capo del servizio informazioni che noi abbiamo avuto insieme a De Lorenzo in tutta la vita, gli aveva confidato che era ormai certo, anche se non aveva prova documentale, ma soltanto prove di intelligence che l’aereo è stato abbattuto da un caccia dell’Aeronaval partito dalla Clemenceau…». 

Per la cronaca: De Lorenzo era il generale dei carabinieri che aveva tentato il colpo di Stato, telecomandato dalla Cia. La leggenda metropolitana di Gheddafi in volo verso Varsavia transitando per l’Italia e poi Belgrado fu inventata dal Sios Aeronautica quando fecero trovare il Mig 23 libico a Castelsilano. In ogni caso, anche all’epoca, i capi di Stato non volavano scortati da aerei da guerra. Ma in ogni caso, non c’è alcuna prova che il colonnello sia giunto a Malta ed avvertito del pericolo dal capo del Sismi Santovito (burattino della P2) sia tornato indietro. Semplicemente perché il più semplice e breve itinerario che si seguiva dalla Libia per raggiungere la Polonia passava per l’Adriatico sfiorando Brindisi. E’ davvero strano che il giudice Priore non sia andato fino in fondo alla messinscena del Mig 23 ed abbia chiesto l’incriminazione del Governo italiano. Ha optato per la ragion di Stato ed il quieto vivere. Un’altra contraddizione di Cossiga emerge quando sostiene che il volo di Gheddafi rientrava. Ma anche Priore ha sdetto che partiva dalla Libia. In realtà non era previsto alcun volo del colonnello quella sera del 27 giugno. Gheddafi ha usato questa vicenda per giocare a fare la vittima di Washington e ricattare l’Italia.

Nel medesimo quadretto appare l’ex ministro De Michelis, e dice:

«Conoscevo molto bene l’ammiraglio Martini. E non sono così sicuro che le sue rivelazioni fossero oro colato. Nel senso che l’ammiraglio Martini faceva parte del gioco. Il valore principale a cui tutto il resto veniva subordinato era quello dell’equilibrio del mondo. E in nome di quell’equilibrio del mondo una buona parte di quello che è avvenuto in quei 45 anni tra l’est e l’ovest, non era raccontabile, ed era fuori dalle regole ed era fuori dalle leggi formali vigenti. Ustica è un episodio, ma ce ne sono centinaia e centinaia».

A cosa allude l’ex sodale di Craxi? E’ un messaggio in codice? Allora, tradotto: la strage è qualcosa di inconfessabile perché fu premeditata da alcuni Stati. Vale a dire: di comune accordo i governi di Francia (Valéry Giscard d’Estaing) e Italia (Francesco Cossiga) per consentire al secondo carico di uranio arricchito al 93 per cento di raggiungere l’Iraq, ben sapendo che l’aviazione israeliana era probabilmente sul piede di guerra, fecero scortare segretamente il volo IH 870 da velivoli francesi per ingannare i piloti di Tel Aviv.  Il Dc 9 era una vittima predestinata e quindi sacrificata, per una ragion di Stati, legata alla vendita di tecnologia e materiali atomici. Ed in seguito di altri e notevoli armamenti.

Nelle interviste salta fuori anche il giudice Rosario Priore che ripete la tiritera di Gheddafi e chiosa:

«Se le cose sono andate come noi abbiamo intuito o ricostruito, sono andate come dice il presidente Cossiga, sarebbe stato, è tuttora un evento che avrebbe dovuto comportare una crisi di relazioni internazionali di estremo rilievo tra Paesi che poi facevano parte dello stesso campo, entrambi occidentali… Ci sono dei grandi segreti che ancora resteranno tali, indipendentemente dalla nostra volontà e dal nostro desiderio. E per un giudice è grande quello di conoscere la verità. Resteranno tali ancora perché ci sono delle ragioni politiche molto forti. D’altra patte, questi segreti non sono segreti italiani. Sono segreti di altri Paesi che conservano molto più a lungo. A volte le responsabilità grandi sono degli Stati o di organizzazioni potentissime che possono ancora scuotere molte aree dall’Europa al Medioriente. Se noi puntiamo il dito siamo sicuri di poter frenare gli eventi a catena?...».
Il giudice Rosario Priore, già consulente della Commissione parlamentare stragi, ha impiegato 9 anni 1 mese per portare a termine la sua indagine giudiziaria senza individuare uno straccio di responsabile. Ho studiato tutta la documentazione giudiziaria prima di intraprendere la mia inchiesta giornalistica. Ho rilevato nella sentenza ordinanza di Priore depositata il 31 agosto 1999, numerose contraddizioni, lacune ed omissioni. Tra l’altro, mister Cossiga sempre in questa intervista - “Sopra e sotto il tavolo” - a ruota libera ha pure detto di aver sponsorizzato la nomina di Priore a condurre le indagini su Ustica.



Nel 1998 l'allora primo ministro Romano Prodi ha opposto proprio al giudice Priore il segreto di Stato insieme al segreto militare, proprio in merito ad Israele. E Priore non ha obiettato nulla. Davvero strano per chi era stato chiamato a fare giustizia. Ma i vertici dello Stato non avevano sempre ripetuto che sulla vicenda di Ustica non c'erano segreti di Stato? E allora, a parte gli incombenti segreti della Nato, questo duplice segreto di Stato e militare come si spiega?

Stralcio dalla Sentenza-ordinanza del giudice istruttore Rosario Priore datata 31 agosto 1999




Gli affari bellici con l'Iraq e l'accordo segreto con la Francia previa scelta di un aereo bersaglio italiano a coprire il velivolo francese, sono stati gestiti da Cossiga e Andreotti, entrambi coadiuvati dallo Stato Maggiore della Difesa, dal Sismi, dal Sios Aeronautica, nonché dallo Stato Maggiore dell'Aeronautica. Perché la magistratura italiana non ha mai sfiorato il livello politico della strage?

Sul Dc Itavia tra le 81 vittime c'erano due neonati e  undici bambini, nonché due carabinieri di 20 anni. Uno di loro, Giuseppe Cammarota, era ancora vivo al mattino quando venne avvistato da un mezzo del soccorso aereo. Tra le tante stranezze: non fu effettuata l'autopsia a tutte le 42 salme recuperate, ma solo ad alcune ed in maniera parziale. E ben tre corpi nella conta finale andarono dispersi. Infatti, ufficialmente il numero delle vittime recuperate ammonta a 39, a cui vanno aggiunti alcuni resti umani irriconoscibili. Inoltre, le salme in entrata ed in uscita dall'Istituto di medicina legale di Palermo non furono registrate. In un primo momento i cadaveri dovevano essere trasportati a Napoli, dove c'erano attrezzature per le autopsie e celle frigorifgere adatte. Ma il ministero dell'Interno optò per Palermo.

Quando il senatore Cossiga sbraitava urbi et orbi per confermare l’ipotesi “bomba a bordo”, per la strage di Ustica, minacciando chiunque osasse dire il contrario, cosa gli impediva di ricordare le confidenze che afferma di aver ricevuto in tempi ancora “utili alle indagini in corso”, da uomini del SISMI oggi defunti, come il generale Santovito o l’Ammiraglio Martini, che non possono più confermare? Nulla. 

Ergo: i governi italidioti eterodiretti, hanno sempre saputo tutto fin dal primo istante in cui maturò la genesi di quella strage, ovvero a Palazzo Chigi e all'Eliseo. E il governo di Washington, pure al corrente con tanto di prove, da allora e come sempre ricatta la casta dei politicanti, al potere per conto terzi proprio come faceva Gheddafi.