Il governo reintroduce l’anatocismo con decreto legge: sostegno alle banche
Ritorna lecita la possibilità per le banche di calcolare gli interessi sugli interessi già prodotti purché avvenga annualmente.
Una rivoluzione durata troppo poco: non sono trascorsi neanche sei mesi da quando la legge di Stabilità 2014 aveva abolito l’anatocismo bancario, quella invisa pratica degli istituti di credito di applicare interessi su interessi ogni tre mesi, aumentando così a dismisura il debito dei correntisti.
Mai dire “per sempre”.
La Legge di Stabilità 2014 [1] aveva visto l’approvazione di una norma considerata rivoluzionaria, poiché aveva di fatto cancellato per sempre la possibilità per le banche di capitalizzare gli interessi (cosiddetto anatocismo). Tale norma aveva poi lasciato al CICR (Comitato interministeriale per il Credito e il risparmio) il compito di adottare una delibera che attuasse detto divieto: delibera che, ovviamente, non era ancora giunta.
Nel frattempo, però, l’abrogazione è stata a sua volta abrogata. La Legge di Stabilità 2014, infatti, è stata superata da un decreto legge pubblicato proprio oggi – nel silenzio generale – sulla Gazzetta Ufficiale [1]. Col nuovo testo di legge, ironicamente battezzato: “Disposizioni urgenti per (…) il rilancio e lo sviluppo delle imprese” (è legittimo chiedersi, tuttavia, a quali imprese si fa riferimento), il Governo ha reintrodotto la possibilità, per le banche, di applicare l’anatocismo, ossia di calcolare gli interessi dovuti dal cliente non solo in percentuale sul capitale da restituire, ma anche sugli interessi passivi già maturati su tale capitale. Con ripercussioni di non poco peso su chi ha avuto, in questi mesi, il “coraggio” di contrarre un finanziamento per effettuare investimenti e, quindi, per rilanciare l’economia nazionale.
Anche in questo caso, la nuova norma dovrà essere attuata dal CICR, che stabilirà modalità e criteri per la produzione di interessi su interessi, riaffermando, dunque, la piena legittimità dell’anatocismo.
In ogni caso, il “nuovo” anatocismo dovrà, comunque, rispettare una serie di condizioni:
1. dovrà avere una periodicità non inferiore a un anno: in altre parole, solo una volta all’anno la banca potrà sommare il capitale agli interessi prodotti e sul risultato così ottenuto conteggiare i nuovi interessi (in precedenza, questo conteggio avveniva ogni tre mesi);
2. si potrà applicare solo alle operazioni in conto corrente o in conto pagamento;
3. la nuova disciplina sulla legittimità dell’anatocismo si potrà applicare solo ai contratti conclusi dopo due mesi dall’entrata in vigore del decreto legge in questione e, comunque, non prima dell’intervento della delibera attuativa del CICR (nel frattempo, si dovrà applicare la disciplina del 2000).
Un’ultima precisazione: i contratti in corso e quelli conclusi nei due mesi successivi alla data di entrata in vigore della nuova norma dovranno essere adeguati entro il termine di sei mesi dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.
Ancora una volta, la legge dimostra da quale parte preferisce stare…
[1] L. 27.12.2013 n. 147.
[2] D.L. n. 91/14.
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Martedì 01 Luglio 2014 18:32 Renzi reintroduce l’anatocismo bancario: la denuncia dell’Adusbef Scritto da: Daniele Particelli - domenica 29 giugno 2014 Il Governo Renzi, col decreto pubblicato il 25 giugno scorso, ha reintrodotto l’anatocismo bancario, ma le associazioni a tutela dei cittadini annunciano battaglia. L’anatocismo bancario, su queste pagine, non ha certo bisogno di presentazioni, e i per i cittadini era soltanto un brutto ricordo, condannato definitivamente come illegittimo con la storica sentenza della Corte Suprema del 4 ottobre 2004, dopo decine di sentenze di tribunali e della Corte di Cassazione. Nel corso degli anni tanti Governi - D’Alema, Amato, Belusconi, Monti e Letta - hanno provato a reintrodurlo, ma i ricorsi presentati dalle associazioni a tutela dei cittadini sono sempre riusciti a bloccarlo. L’arrivo del Governo Renzi non ha fatto eccezione e questa pratica delle banche, consistente nel calcolo degli interessi sugli interessi a debito dei clienti, è tornata, reintrodotta col decreto pubblicato il 25 giugno scorso (il n. 91/14) denominato, beffa delle beffe, “Disposizioni urgenti per il rilancio e lo sviluppo delle imprese”. La denuncia arriva dall’Adusbef, l'Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari, che per oltre 20 anni si è battuta per i diritti dei consumatori contro questa pratica di capitalizzazione degli interessi su un capitale: Nelle misure per la ‘crescita economica’ del D.L. n.91, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, come tutti i governi che lo hanno preceduto dal 1999, il Governo di Matteo Renzi non poteva sottrarsi al ruolo di fedele cameriere dei banchieri con la reintroduzione dell’anatocismo bancario, cancellato dal decine di sentenze di Cassazione negli anni novanta e perfino dalla Corte Costituzionale, per consentire la ‘Crescita’ degli interessi – spesso usurari- delle banche, a danno di consumatori, piccole e medie imprese e delle famiglie già strozzate da tassi di interessi molto elevati e ben superiori alla media UE. Rispetto al passato, stavolta viene stabilito che il calcolo degli interessi sugli interessi potrà avvenire soltanto ogni anno, e non ogni tre mesi. Inutile dire che l’Adusbef ha già annunciato un ricorso e, visti i precedenti, ci sono tutti i presupposti per una nuova vittoria. A confermarlo è Elio Lannutti, presidente dell’associazione: Con gli strumenti usuali del diritto e della legalità sanciti dalla Costituzione, calpestati dai Governi di turno, che sembrano anche perseguitati da avverse fortune quando, per favorire gli esclusivi interessi dei banchieri premiano le stesse banche per aver strozzato e saccheggiato ogni giorno famiglie ed imprese, anche stavolta Adusbef ritiene di avere ottime ragioni giuridiche e morali, per smontare i sofismi giuridici che reintroducono l’anatocismo usurario nei contratti bancari, per stringere ancora di più il cappio al collo delle famiglie e piccole e medie imprese già strangolate ed asfissiate. Chi la spunterà stavolta? Il Governo di turno, Renzi in questo caso, o ancora una volta le associazioni dei consumatori, forti di tutti i trascorsi giudiziari e le decine di sentenze? Se la storia si ripete, conosciamo già la risposta. FONTE: http://www.albamediterranea.com/index.phpoption=com_ content&view=article&id=98:renzi-riappioppa-lanatocismo&catid=1:ultime&Itemid=50 |