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MB – Sì, è evidente la volontà dei servizi di mostrare, maldestramente, che il bersaglio era proprio Daria, personaggio secondario nella vicenda, e non il padre Aleksander Dugin. Anche la conoscenza delle targhe successivamente poste sulla Mini lascia il sospetto che i servizi seguissero da tempo la sospetta. Il sospetto di complicità interne è sempre presente in Russia.