Luce del Mediterraneo - foto Gianni Lannes (tutti i diritti riservati) |
di Aureliano Buendìa
Dopo la dirompente esperienza delle moltitudini musulmane, che, dal rogo di protesta, seppero risvegliare coscienze assopite nel bagno di civiltà che furono le recenti primavere arabe, qualcosa è mutato nei giovani.
Come fu nei moti del quarantotto, o nelle proteste del sessantotto, una nuova coscienza è maturata; viene sussurrata fra i giovani.
Le piazze europee, in fermento, rinnegano l’idea reazionaria; milioni in strada in Portogallo, focolai di rivolta nell’Ellade, cortei di studenti ed operai di là dei Pirenei, oltre l’Alpi.
E, fra le praterie irlandesi, nasce un nuovo far economia; dell’ecologia è paladina, contro le sorelle dell’oro nero.
I definiti maiali d’Europa, patrie di cultura, filosofia, e dell’idea di democrazia, ripudiano l’Euro a due corsie.
Nelle terre straziate dalla crisi, parte il risveglio della civiltà; verso una Europa dei popoli: ogni Stato sarà una Comunità autonoma, libera e sovrana.
Con la sua moneta, le sue radici; ma non più uno Stato accentratore, bensì un contenuto di valori, di piccole realtà, comunità, per la nuova forma partecipata, come fu per le polis elleniche, di condivisione della gestione.
Un’eterogenea soluzione riunita nell’assemblea comune; con il potere di legiferare nel nuovo Parlamento dei Popoli.