di Mario Rossi
A volte mi chiedo: ma chi glielo fa fare? Perché regalare "perle ai porci" rischiando la propria vita? Ho chiesto ospitalità su questa pagina internet, visibile a tante persone, non solo per esprimere la mia solidarietà umana a Gianni Lannes, ma soprattutto per fare un pò di chiarezza, in considerazione del fango gratuito scaraventato su questa persona, a parte tutto il resto. Attentati e minacce di morte che hanno coinvolto la sua famiglia.
E' indubbiamente una notizia il fatto che lo Stato senza che lui l'avesse richiesta prima gli accorda una protezione, e poi dopo quasi due anni, senza alcuna motivazione a mezzo di mera telefonata gli revoca ex abrupto la scorta di Polizia e destina quei poliziotti (suoi angeli custodi) a mansioni punitive.
I responsabili della strategia intimidatoria sono ancora nell'ombra, mentre i magistrati inquirenti brancolano nel buio nonostante le numerose denunce del malcapitato.
E' sempre una notizia che ben tre governi (Berlusconi, Monti, Letta) non rispondano alle innumerevoli interrogazioni parlamentari sul caso. Perché le autorità tacciono? E' ancora una notizia che da almeno 10 anni molteplici atti parlamentari siano basati sul lavoro giornalistico di Gianni Lannes. Basta fare una semplice ricerca nella banca dati del Parlamento italiano per rendersene conto. Allora perché tentare di distruggere, o meglio di annientare questo uomo che con straordinaria abnegazione si batte in prima linea, da solo, per gli altri? Forse perché è una risorsa per l'Italia?
Non sono un amico di Lannes nel senso che non lo frequento, bensì un suo assiduo lettore dai tempi nel decennio corso quando scriveva sui settimanali L'Espresso, Famiglia Cristiana e Panorama realizzando inchieste scottanti. E l'ho seguito fino a quando ha lavorato per il quotidiano La Stampa, quando fu defenestrato in malo modo - su espressa richiesta della Barilla all'editore Fiat - solo per aver scoperto e scritto l'11 ottobre 2008 su questo giornale di Torino che la Barilla aveva in Basilicata uno stabilimento alimentare (di famose merendine per grandi e piccini) imbottito di amianto in pericolose condizioni critiche.
Lannes non ha bisogno di richiamare su di sé l'attenzione: è un uomo schivo, lontano dai riflettori, dalla mondanità e dai salotti d'ogni genere. Si è fatto da solo senza raccomandazioni: ha la schiena dritta e non si è mai venduto. Non ha mai avuto tessere di partito per intenderci. Basta ricostruire la sua carriera libera. E ha sempre pagato di persona. Ma non ha mai fatto sconti a nessuno. Se la situazione non fosse così grave - per chi lo conosce un pò - dopo aver lavorato una vita per gli altri, questo ricercatore si dedicherebbe giustamente alle esplorazioni subacquee e al mare. Ma adesso non è possibile tornare indietro. "Siamo in guerra - come scrive lui - e le vittime siamo noi".
Argumentum ad hominem: contro l'uomo. Si tratta di una strategia della retorica che consiste nello screditare un'affermazione o un'argomentazione attaccando irrazionalmente la persona che la sostiene con prove e riscontri razionali, invece di confutare con solide argomentazioni le sue narrazioni.
L'ultimo minus habens che ci sta provando è tale Mannella sul sitoWired. A quanto pare uno che in preda ad un'evidente confusione mentale propone agli sprovveduti che capitano a tiro castronerie a buon mercato, pur di tentare di screditare chi come Lannes, dopo quasi 30 anni di giornalismo indipendente e di respiro internazionale, ora viene attaccato semplicemente perché da qualche tempo tempo si occupa, appunto, di guerra ambientale all'umanità (terremoti, cataclismi, scie chimiche, eccetera eccetera provocati dalle attività belliche soprattutto degli USA).
Non vale neanche la pena insistere sui negazionisti prezzolati o in servizio permanente attivo dell'intelligence nazionale e straniera, o sui dilettanti allo sbaraglio - in cerca di notorietà - che usano la violenza verbale, perché si rischia come suol dirsi di sparare sulla croce rossa, per quanto costoro (nell'ombra) risultino alla prova dei fatti dei poveracci senza arte né parte. Ma vanno rammentati anche alcuni forum della Rete - per esempio, donchisciotte, e siti fantasma, ma non solo - dove anonimi sparano a zero su chi in prima persona come Lannes cerca la verità, ossia si è messo in gioco per il bene comune e non per profitti personali.
Insomma, tutti si connettono ma pochi comunicano qualcosa di significativo. E quando accade il sistema di potere dominante o li attacca direttamente i ribelli, o si affida a servi stolti, che per manifesta demenza, o per denaro si vendono.
Non basta cliccare vicinanza a qualcuno che si batte per la collettività con uno scatto del mouse. Troppo facile: un atteggiamento retorico e ipocrita. E' in atto il degrado della nostra qualità della vita etica e fisica, sempre più annichilita da forze disumane. E' in gioco il futuro dell'umanità. Ognuno deve fare la sua parte. Non esistono eroi o martiri, ma abbiamo il dovere morale di non lasciare sole quelle persone che si battono per la vita, per noi. Un giorno, infine, non vorrei ritrovarmi al funerale di Lannes, morto prematuramente nell'adempimento della sua missione informativa.
Grazie Lannes anche per questo diario pubblico - SU LA TESTA! - una miniera informativa, gratuita.