Lo scrittore Leonardo Facco, autore tra gli altri di "Umberto Magno", la biografia non autorizzata di Umberto Bossi, nonché direttore della testata online lindipendenza.com, aderisce alla protesta del 9 Dicembre, organizzata da Dignità Sociale, Comitati Agricoli (C.R.A.) e Forconi, alla quale hanno aderito altri movimenti.
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Staff nocensura.com
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Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre prossimo. Non è più il momento di stare a sottilizzare. L’Italia è una trappola infernale, un paese incivile. Siamo oltre la soglia di sopportabilità, hanno trasformato le tasse in armi di distruzione di massa, ci hanno messo gli uni contro gli altri, ci hanno ridotto a livelli di sopravvivenza. Non è accettabile doversi dissanguare per mantenere una mandria di parassiti, non siamo schiavi. Non è giustificabile essere intralciati nel nostro lavoro ed essere messi alla berlina se si conduce un’azienda con profitto.
Questo stivale era malato trent’anni fa. Le diagnosi erano chiare, ma durante gli ultimi vent’anni, la combriccola di ciarlatani (leggasi politici di ogni fede e le loro voraci clientele) hanno solo promesso che tutto sarebbe cambiato, che tutto sarebbe stato riformato. Bugie, solo bugie. Si sono solo alleati col nemico, confermando che Giolitti aveva ragione: “Il miglior sedativo per le smanie rivoluzionarie consiste in una poltrona ministeriale, che trasforma un insorto in un burocrate”. Per un buon ventennio, i produttori di ricchezza, gli imprenditori (quelli che con le loro tasse mantengono il baraccone) sono stati maltrattati, derubati, derisi, costretti alla fuga. Oggi, quei 3 che lavorano, vengono persino additati come criminali ed evasori da quei 7 che campano sulle loro spalle.
Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre prossimo. L’ho detto alla prima riga: non è il caso di stare a spaccare il capello in quattro. Certo – come moltissimi dei lettori che mi hanno scritto – non condivido in toto quel volantino che gli organizzatori hanno fatto stampare. Ma non è questo il momento delle discussioni e dei dibattiti da sofisti, non è questo il tempo per continuare a dividerci fra di noi, minoranza fin troppo silenziosa (e accondiscendente). Da quel volantino, comunque sia, traspare un concetto: basta con questo Stato! Ed è un buon punto d’inizio, una ragione valida per provare a stare insieme, senza rincorrere poltrone. Chi mi conosce, chi ha letto i miei articoli su questo quotidiano, o i miei libri, sa bene come la penso. Io sono un libertario, un antistatalista e un antipolitico feroce. Chi mi conosce sa anche bene quali battaglie ho condotto, e conduco, in seno al Movimento Libertario. Tutte rivolte ad affamare la bestia, il Leviatano italico. Battaglie condotte autodenunciandomi, mettendoci sempre la faccia, non rispettando la legge (anzi le stupide leggi promulgate da un parlamento di ladri, arroganti, corrotti, assassini, zecche e incapaci). Un parlamento la cui moralità è un gradino sotto quella di un pedofilo, per dirla con Woody Allen.
Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre perché è dimostrato che questo paese è irriformabile. Lo Stato tricolorito va abbattuto non rimodellato, qualcos’altro dovrà rinascere dalle sue ceneri. Questo governo deve andare a casa. I gruppi, le associazioni che compongono il coordinamento dei “rivoltosi” è eterogeneo. Ognuno la pensa a suo modo su molti argomenti. Tutti, però, hanno chiara in testa una cosa: adesso basta, deve iniziare la fine di quel “manicomio statale” in cui ci tengono rinchiusi. E senza bandiere di partito tra le palle!
Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre, perché tanto mi basta per sostenerli, ma soprattutto perché spero che possa servire ad innescare quella scintilla che a sua volta servirà a scatenare mille altri sussulti di piazza e, solo allora, nella gran confusione, ognuno alzerà la sua bandiera. E se ci sarà qualche indipendentista serio e capace di farlo, io starò – da libertario – con quegli indipendentisti.
Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre, perché tra i suoi promotori ci sono persone perbene come Lucio Chiavegato, uno dei pochi uomini seri e di parola, con cui ho avuto a che fare, che stimo, a differenza dei molti chiacchieroni e criticoni in cui mi sono imbattuto (e che non di rado commentano su queste pagine). Chiavegato (con L.I.F.E.) non appartiene alla schiera di quelli che hanno sempre inneggiato alle rivoluzioni indossando le babucce, la berretta di lana e il plaid, abusando con gli pseudonimi mentre stanno “coperti” dietro ad una tastiera.
Io appoggerò la rivolta del 9 dicembre, perché – come spiega il mio amico Romano Bracalini – “le rivoluzioni non si fanno. Avvengono”! E se dovesse avvenire, voglio esserci. Nel mentre, domani sarò al palazzetto dello sport di Bovolone. Sprofondi Napolitano con tutti i suoi filistei.
http://www.lindipendenza.com/io-appoggero-la-rivolta-del-9-dicembre-e-domani-a-bovolone/