Su La Testa!: SCIE CHIMICHE E ULIVI DISSECCATI:
ITALIA: SCIE CHIMICHE (2013) |
di Alessandro Chizzini
I georgofili: “Disseccamento ulivi? Non è colpa della Xylella fastidiosa”
Nella giornata di ieri avevamo dato notizia del piano di emergenza varato dalla Regione Puglia per contrastare il disseccamento di ulivi, che nel Salento ha già coinvolto 8mila ettari, e il cui responsabile è stato individuato nel batterio Xylella fastidiosa (il nostro articolo con i dettagli del piano è consultabile su questo link).
La Regione ha quindi tracciato la via, ma c’è qualcuno che chiede di rallentare il percorso appena intrapreso. Si tratta dei georgofili, categoria che racchiude amanti e appassionati dell’agricoltura, che sono intervenuti sull’argomento con un articolo pubblicato proprio ieri su uno dei loro siti di riferimento, www.georgofili.info; al suo interno, si prende in questione il fenomeno che sta interessando gli uliveti salentini, già vittime in passato di questa malattia (la fitopatia), ma propongono cautela nell’identificarne la causa nello Xylella fastidiosa, pur riconoscendolo come un agente pericoloso per la natura e l’ambiente.
Questo è uno dei passi principali dell’articolo scritto da Giovanni P. Martelli: “Si dà il caso che le indicazioni molecolari acquisite a Bari forniscano buoni motivi per ritenere che il ceppo salentino di ‘X. fastidiosa’ appartenga ad una sottospecie (o genotipo) che non infetta né la vite né gli agrumi, e che esperienze statunitensi (California) indicano come dotato di scarsa patogenicità per l’olivo. Di ciò è stata data notizia al Servizio Fitosanitario Regionale ed al Ministero per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali, e se ne è parlato, sembrerebbe invano, nei numerosi incontri con tecnici ed agricoltori che si sono tenuti nelle zone colpite”.
La Xylella fastidiosa non sarebbe quindi il batterio che sta uccidendo gli ulivi del Salento, pur avendo probabilmente un ruolo in questo processo: “In conclusione, non vi sono al momento elementi che facciano ritenere ‘X. fastidiosa’ come l’agente primario del disseccamento rapido dell’olivo. Essa è verosimilmente coinvolta nel quadro eziologico come compartecipe. E’ quanto si vuole accertare attraverso l’isolamento (in corso) in coltura pura del batterio, che ne consenta la definitiva ed incontrovertibile identificazione e permetta la conduzione di prove di patogenicità che possano una volta per tutte accertarne il comportamento su olivo. A ciò si aggiunga la ricerca dei possibili vettori, anch’essa in effettuazione”.
Al momento si stanno quindi svolgendo dei nuovi studi, le cui risultanze potrebbero rivelarsi utili per formulare un adeguato piano di contenimento e lotta. Nel frattempo, si legge nell’articolo, i georgofili hanno suggerito al Servizio Fitosanitario Regionale di adottare adeguati provvedimenti per completare tre fasi preparatorie: delimitare l’area contaminata, identificare successivamente una zona tampone e bloccare l’eventuale movimento di piante e di materiali che potrebbero facilitare la propagazione della malattia nelle e dalle zone considerate.
La fitopatia che sta colpendo i nostri ulivi rischia quindi di rimanere ancora nel mistero, ma non si può più aspettare molto: a rischio non è solo la sopravvivenza di uno dei simboli del nostro territorio, ma soprattutto l’economia del Salento e di alcune sue numerose famiglie e imprese
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