FONTE: http://corrieredellacollera.com/2014/03/13/cronache-levantine-tra-pace-e-guerra-che-ai-media-non-interessano-piu-di-antonio-de-martini/
La crisi ucraina ha posto in stallo tutti i negoziati in corso – e non sono pochi – in attesa di vedere chi la spunterà. Se gli USA dovessero cedere a Putin ci sarebbero conseguenze politiche a catena e viceversa. La posta è così alta che il confrontorischia di durare a lungo e raggiungere livelli di ipocrisia mai toccati in precedenza, per evitare il confronto militare.
Vediamo i principali in ordine sparso tenendo conto che si intersecano tutti:
a) negoziato israelo-palestinese: il bombardamento di ieri fa seguito al lancio di razzi dalla striscia di Gaza. Il lancio è stato fatto per mostrare che il problema palestinese è ancora li con tuto il suo potenziale. La situazione si è arroventata, non per il lancio di razzi artigianali, ma perché Benjamin Netanyhau, pressato da Obama, ha finalmente abbattuto le sue carte. e questa uscita implica il crollo della base negoziale isrealiana che postulava la creazione di due stati interdipendenti con egemonia israeliana.
Infatti, ormai convinto che il futuro del territorio verrà deciso dalla bomba demografica della crescita numerica dei palestinesi ( e dalla diaspora pendolareisraeliana) che porterà inevitabilmente ad un solo paese con due popoli, Netanyahu ha chiesto ufficialmente di riconoscere la Giudeità dello Stato di Israele. Un riconoscimento di questo status implicherebbe per il futuro un accordo alla libanesein cui gli esponenti della minoranza avrebbero diritto a governare il paese per sempre.
Questa posizione ha provocato il rifiuto palestinese, perché Abu Abbas farebbe la fine di Sadat entro un mese dall’accettazione. Questa richiesta implica la decadenza di tutte le proposte basate sull’assioma : “due popoli due stati” e lascia il premier israeliano incastrato tra le pressioni di Obama da una parte e il rifiuto palestinese dall’altra. I razzi lanciati portavano il messaggio che l’alternativa è la guerra ad oltranza e la risposta israeliana non si è fatta attendere.
b) negoziato sulla Siria: Situazione identica due partiti entrambi decisi a non cedere ed entrambi in attesa di sostegno dai rispettivi padrini in altre faccende affaccendati. Il livello della propaganda è sceso a una media di venti morti quotidiani poiché l’attenzione dei media è rivolta altrove.
c) negoziato con l’Iran : qui c’è più sofisticazione. Mentre proseguono i negoziati ( con un occhio all’Ucraina) dalla TV Al Jazeera viene lanciato un siluro contro il nuovo rapporto irano-americano, rispolverando un vecchio segreto: Il famoso aereo di Lockerbie la cui caduta fu attribuita a Gheddafi ( che non ne avrebbe avuto motivo particolare) è in realtà stato architettato dall’Iran in risposta al Jumbo civile iraniano abbattuto ” per errore” da una nave USA ( il cui comandante fu rilevato dal comando). La TV , avvalendosi dell’investigatore inglese ingaggiato dalla difesa al processo, ha sparato il servizio mostrando che gli USA sapevano e accusarono falsamente il povero colonnello libico dalle spalle larghe e che l’Iran aveva un movente che la Libia non aveva.. Il tutto per far rompere il negoziato.
d) negoziato con L’Arabia Saudita: Barak Obama il 22 marzo va in visita a Riad per rassicurare l’alleato , controllare l’andamento della successione al regno ormai avviata e chiedere di non fornire razzi antiarei a spalla ai ribelli siriani perché potrebbero essere usati nel contenzioso con Israele. Siamo adesso alla tripla scissione L’arabia saudita ha un contenzioso geopolitico con l’Iran, uno teologico con gli sciiti ed uno politico tra Wahabiti e fratelli mussulmani che sono due sette sunnite ormai in aperta rivalità.
e) negoziato su Cipro e Leviathan: la Turchia deve appianare il suo contrasto ultraventennale coi curdi-iracheni ( incrementato da quello più recente coi curdi-siriani) e questo è il minore dei problemi. Deve decidere se guardare all’ovest ( La UE) o all’Est ( La Russia e il gruppo di Shangai) oppure al mondo arabo dove però si scontrerebbe con l’Egitto che sta premendo ( per ora) sull’Arabia saudita per eliminare l’appoggio ai fratelli mussulmani , ma che medita una rentrée nella Lega Araba per riprendere il suo ruolo di leader ed emarginare il Katar – messo alle corde dal ritiro di tutti gli ambasciatori arabi da Doha – e successivamente bloccare le ambizioni turche di riprendere influenza negli ex possedimenti. Ultimo, ripresa della “protezione ” sui palestinesi.
f) negoziato tra Turchi e Curdi: questo è il secondo negoziato più lungo dopo quello israelo-palestinese che iniziò nel 1948.Qui Obama ospita negli USA da venti anni il capo del movimento Gulen, chiede di rinunziare a pretese sul giacimento Leviathan, impone la pace coi Curdi e pretende più democrazia mentre le piazze sono in subbuglio e le elezioni alle porte. In pratica, chiede a Erdoghan di suicidarsi.
In ciacuno di questi contenziosi ( che poi è la vecchia “questione di Oriente” che studiammo a scuola, riattualizzata) uno dei due contendenti butterebbe volentieri tutto all’aria dando la parola alle armi, ma per farlo deve prima sapere chi vincerà la guerra fredda di Crimea.