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jeudi 13 mars 2014
Arsenico e metalli pesanti nella frutta e negli ortaggi - La fonte primaria di questo articolo è del quotidiano italiano 'ilmanifesto.it' (rimosso dal portale).
11 marzo 2014
Un articolo non recente, ma purtroppo sempre attuale, ci sprona a
domandarci: di che cosa ci nutriamo, anche quando scegliamo per la nostra
dieta frutta fresca e secca, verdure ed altri alimenti il più possibile
naturali? Meglio non pensarci… In particolare i kiwi, frutti originari della
Nuova Zelanda, ricchi soprattutto della salutare vitamina C (acido
ascorbico), risultano spesso contaminati, perché le falde freatiche sono
inquinate. È il caso soprattutto dei kiwi, di altra frutta ed ortaggi
coltivati nel Lazio: sono prodotti pieni di metalli… Che strano! Sono gli
stessi veleni contenuti nelle “scie chimiche”! L’aspetto ignominioso è il
seguente: né la regione Lazio né altri enti hanno avvisato gli agricoltori e
la popolazione. Organi preposti, tecnici dell’A.R.P.A., ministro
dell’ambiente… è proprio il caso di chiedersi: Kiwi li ha visti?
“L’ignoranza è una brutta bestia”, e quando si parla di “ignoranza” mi
riferisco a colui che ignora, che non conosce in modo adeguato un fatto, un
dato, qualcosa e, a fronte di questo, non si rende conto delle possibili
conseguenze dovute ad un atto specifico della persona stessa.
Succede nelle province di Roma e Latina, nella cosiddetta Valle d’oro di
Borgo Montello: piantagioni di insalata, pomodori, uva da tavola, ma
sopratutto di kiwi. Tutta roba venduta in Italia. Tutta roba tossica. E noi,
come sempre, ignari di tutto. E chi di competenza, come sempre, se ne resta
nel suo silenzio.
Nelle falde a pochi metri dalle coltivazioni sono stati trovati “veleni” che
hanno contaminato le varie piantagioni, in particolar modo quella dei kiwi.
Al confine est della Valle d’oro c’è dagli anni ’80 una macchia grigia:
inizialmente era piccola, appena visibile, ma, col passare del tempo, si è
estesa fino a divenire un mostro da 50 ettari, un tumore che si allarga
sulla terra, lambendo i confini del fiume Astura. E ovviamente questa
“macchia grigia” contiene le sue tossine, metalli pesanti come piombo,
arsenico, ferro, manganese. Tutte sostanze cancerogene, capaci di
concentrarsi nei prodotti agricoli e, di conseguenza, nel nostro corpo. In
particolar modo l’arsenico. Per non parlare della monnezza, che i camion del
comune di Latina gettavano in un terreno adiacente.
Dal 2010 l’ente ambientale che dipende dalla Regione Lazio ha iniziato a
prelevare i campioni delle falde acquifere sui bordi dei campi, oltre il
fiume. Il risultato è stato davvero impressionante. L’arsenico, ad esempio:
prendendo come limite di legge i 10 microgrammi per litro, l’Arpa ha trovato
valori di arsenico fino a 30 volte superiori.
Per intenderci, e per farvi capire meglio la gravità della situazione, nel
Giugno del 2010, ad esempio, un campione conteneva 260 microgrammi di
arsenico per litro, mentre nel Gennaio del 2011 (quindi sette mesi dopo) in
un altro prelievo il campione conteneva ben 382 microgrammi per litro!
Per non parlare del piombo, il cui valore risulta essere al di sopra dei
valori consentiti, del ferro e del manganese (additivo per carburanti
aeronautici - n.d.r.), entrambi con tassi di concentrazione al di sopra
della media consentita in quella zona. Questi dati, partiti dagli uffici
dell’A.R.P.A. Lazio il 20 marzo del 2012, sono contenuti in un rapporto mai
divulgato alla popolazione.
Un secondo rapporto, consegnato invece lo scorso maggio, risulta essere
introvabile, mantenuto sotto riserbo dagli uffici ambientali della Regione
Lazio. Perché è stato tenuto segreto? Perché i dati sono adesso rassicuranti
e quindi era inutile fomentare eventuali allarmismi oppure questo secondo
rapporto si è rivelato “catastrofico” e, come sempre, si preferisce il
silenzio per non doversi assumere le proprie responsabilità? Non ci è dato
saperlo.
Corrado Carruba, commissario dell’A.R.P.A. Lazio, ha spiegato che quei dati
non sono stati forniti perché manca una valutazione finale da parte
dell’I.S.P.R.A., mentre la Regione Lazio ha dichiarato che il rapporto non è
ancora disponibile perché incompleto.
Di avviso diverso l’I.S.P.R.A., chiamata in causa dall'agenzia regionale
diretta dal Dottor Carruba, che con le sue dichiarazioni ha voluto in un
certo senso smentire quanto dichiarato dalla regione e dall’Arpa Lazio:
“Si ritiene che i dati siano pubblici e che siano accessibili presso gli
enti preposti. L’approfondimento tecnico del modello concettuale del sito
insistente nell’area delle discariche di Borgo Montello, è del tutto
indipendente dal procedimento amministrativo di bonifica e/o messa in
sicurezza che resta in capo agli enti preposti”.
Intendiamo ancora continuare a far finta di niente? Vogliamo ancora causare
inutili morti dovute a "disattenzioni" e negligenze di questo tipo?
Davvero non ci sono parole.
La fonte primaria di questo articolo è del quotidiano italiano
'ilmanifesto.it' a questo indirizzo:
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/10113/ (rimosso dal
portale).
Articolo originale commentato dai lettori dove si può proporre un proprio
commento.
http://www.tankerenemy.com/2014/02/frutta-e-verdura-contaminate-da-metalli.h
tml#.Ux8yqYVJnDc
Autore: Straker
Fonti: tankerenemy.com - Scie Chimiche (Chemtrails) - TANKER ENEMY TV -
tankerenemymeteo.blogspot.co.uk