IL RAPPORTO DEL RESEARCH TEAM DELL'EXECUTIVE INTELLIGENCE REVIEW DI
WASHINGTON
Si ringrazia Movisol: fonte
Le nazioni occidentali, scrive il rapporto del Research Team dell’EIR (Executive Intelligence
Review, Washington) pubblicato il 2 febbraio, guidate dall’Unione Europea e
dall’amministrazione Obama, sostengono un tentativo di golpe apertamente neonazista in
Ucraina. Se riusciranno nell’intento, le conseguenze andranno ben oltre i confini dell’Ucraina
e degli stati limitrofi. Per la Russia, tale colpo di stato costituisce un casus belli, in quanto esso
avviene nel contesto dell’espansione della difesa antimissile della NATO in Europa centrale e
dell’evoluzione della dottrina USA e NATO del "Prompt Global Strike,'' secondo cui gli Stati Uniti
possono lanciare un primo attacco nucleare preventivo contro Russia e Cina e
sopravvivere ad una rappresaglia.
Gli avvenimenti in Ucraina costituiscono la potenziale miccia di una guerra globale che potrebbe
rapidamente degenerare in un olocausto termonucleare. Alla conferenza sulla Sicurezza Europea che
si è tenuta a Monaco di Baviera i primi di febbraio, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha avuto
un vivace scambio di battute con il Segretario Generale della NATO Generale Anders Fogh
Rasmussen, dopo che quest’ultimo aveva accusato la Russia di ''retorica bellicosa''. Lavrov ha risposto
citando il programma europeo di difesa antimissile come un tentativo di garantire un potenziale di
primo colpo nucleare contro la Russia.
Nel suo intervento a Monaco ed una settimana prima al World Economic Forum a Davos, in Svizzera,
Lavrov ha accusato i governi occidentali di sostenere organizzazioni terroristiche
neonaziste nel loro tentativo di porre l’Ucraina sotto il controllo dell’Unione Europea e della Troika
rafforzando così l’accerchiamento della NATO intorno alla Russia.
Ma lungi dall’esagerare, Lavrov ha forse sminuito il problema.
I nazisti prendono la guida delle manifestazioni -
Da quando il Presidente Janukovich ha annunciato che l’Ucraina non avrebbe accettato l’accordo
associativo con l’Unione Europea, il 21 novembre 2013, organizzazioni di reduci di
guerra e collaborazionisti nazisti dell’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini (OUN-B)
ed i loro successori, sostenute dall’occidente, hanno lanciato una campagna di provocazioni mirante
non solo a far cadere il governo del Primo Ministro Mykola Azarov, ma anche a rovesciare
il Presidente Janukovich, democraticamente eletto.
Il Partenariato Orientale dell'UE fu avviato nel dicembre 2008 da Carl Bildt e Radek Sikorski, ministri
degli Esteri di Svezia e Polonia, sull’onda dello scontro militare tra Georgia e Russia nel Sud
Ossezia. Il Partenariato prese di mira sei ex repubbliche sovietiche: tre nella regione del Caucaso
(Armenia, Azerbaijan, Georgia) e tre in Europa Centro Orientale (Bielorussia, Moldavia, Ucraina).
L’idea era non di invitarle ad entrare a far parte dell’UE, ma di sottoporle ugualmente alla
morsa di quest'ultima tramite cosiddetti accordi associativi, ciascuno incentrato su un
Deep and Comprehensive Free Trade Agreement (DCFTA, ampio accordo di libero scambio).
Il principale bersaglio era l’Ucraina. Con l’accordo associativo negoziato ma non firmato, l’economia
industriale dell'Ucraina sarebbe stata smantellata, riducendo drasticamente l'interscambio con la
Russia (che avrebbe messo fine al proprio accordo di libero scambio con l’Ucraina per impedire
l’invasione di articoli europei sui suoi mercati tramite), ed i mercati europei avrebbero preso il
controllo delle esportazioni ucraine di prodotti agricoli e materie prime. Lo stesso regime mortale
di austerità imposto dalla Troika alla Grecia ed altri paesi del Mediterraneo sarebbe stato
imposto anche all’Ucraina.
Inoltre l’accordo associativo imponeva anche una ''convergenza'' sulle questioni di
sicurezza e l’integrazione nel sistema di difesa europeo. Secondo tale accordo, l’Ucraina
avrebbe dovuto recedere dai trattati a lungo termine che concedono a Mosca l'uso dei porti del
Mar Nero, cruciale per la Marina Militare russa, dando alla NATO una base avanzata sul confine con la
Russia.
Anche se i media occidentali hanno raccontato che le manifestazioni in piazza dell’Indipendenza a
Kiev (Maidan Nezalezhnesti, o Euromaidan come viene chiamata adesso) fossero inizialmente
pacifiche, sta di fatto che fin dall’inizio le proteste includevano un nocciolo duro di estrema destra e
neonazisti, hooligans e reduci delle guerre in Afghanistan, Cecenia e Georgia. Stando al
parlamentare ucraino Oleh Tsaryov, trecentocinquanta ucraini sono tornati dalla Siria nel gennaio
2014, dopo aver combattuto insieme ai ribelli siriani, inclusi gruppi terroristici legati ad al-Qaeda
quali il Fronte al-Nusra e lo Stato Islamico di Iraq e Siria (ISIS).
Già nel weekend del 30 novembre-1 dicembre i rivoltosi gettavano cocktail Molotov ed hanno
occupato il Municipio di Kiev dichiarandolo ''quartier generale rivoluzionario''. I manifestanti del
partito di opposizione Svoboda, che prima si chiamava nazionalsocialista, hanno marciato dietro la
bandiera rossonera dell’ Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini di Stepan Bandera (OUN-B),
ovvero i collaboratori nazisti che durante la seconda guerra mondiale sterminarono ebrei e polacchi
per conto della macchina da guerra hitleriana, ispirati dall'ideologia della razza pura.
Lo slogan del partito Svoboda, ''l’Ucraina agli ucraini'', era il grido di battaglia di Bandera
durante la collaborazione tra l’OUN-B ed Hitler dopo l’invasione nazista dell’Unione Sovietica. Sotto
quello slogan i combattenti fascisti di Bandera commisero esecuzioni di massa e pulizie etniche.
Fonti ucraine riferiscono che già nell’estate del 2013, mesi prima che il Presidente Janukovich
decidesse di rifiutare l’accordo associativo con l’UE, il partito Svoboda teneva dei campi di
addestramento paramilitare.
Il carattere neonazista, razzista ed antisemita di Svoboda non ha impedito però ai diplomatici
occidentali, inclusa Victoria Nuland, la vice di Kerry per gli affari europei ed asiatici, di incontrare
pubblicamente il leader del partito Oleh Tyahnybok., che nel 2004 era stato buttato fuori dal
movimento La Nostra Ucraina per i suoi discorsi contro ''moscoviti ed ebrei'' in cui usava termini
offensivi e insulti per entrambi.
Il revival fascista di Bandera è evidente fin dalla Rivoluzione Arancione del 2004,
quando Viktor Yuschenko fu installato come Presidente dell’Ucraina con una campagna sostenuta
dall’estero e finanziata dall’International Renaissance Foundation di George Soros e da oltre 2.000
ONG da Europa ed America, dopo aver perso ufficialmente le elezioni presidenziali contro Viktor
Janukovich. Il 22 gennaio 2010, uno degli ultimi anni di Yushenko come Preisidente, dopo
la vittoria presidenziale di Janukovich con un ampio margine, fu quella di nominare Stepan Bandera
un Eroe dell’Ucraina, che è il massimo onore di stato. Stando a notizie di stampa, la seconda
moglie di Yuschenko, Kateryna Chumachenko, era anche lei membro del gruppo giovanile
banderista OUN-B nella sua città di nascita, Chicago. Negli anni Ottanta, la Chumachenko
presiedeva gli uffici di Washington dell’Ukrainian Congress Committee of America (su cui aveva
grande influsso l’OUN-B, stando al Canadian Institute of Ukrainian Studies dell'Università di
Alberta) e presiedeva anche il National Captive Nations Committee, prima di passare all’Ufficio del
Dipartimento di Stato per i Diritti Umani. Nel gennaio 2011, il Presidente Janukovich revocò
a Bandera l’onorificenza di Eroe dell’Ucraina.
L’OUN-B: un pò di storia -
Il retaggio dell’OUN-B è cruciale per comprendere la natura dell’insurrezione armata attualmente
in corso in Ucraina. L’Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini fu fondata nel 1929 e nel giro di
quattro anni Bandera ne divenne il capo. Nel 1934 Bandera ed altri leader dell’OUN furono
arrestati per l’assassinio di Bronislaw Pieracki, Ministro dell’Interno polacco. Bandera fu scarcerato
nel 1939 ed avviò subito i contatti con il Quartier Generale dell’Occupazione tedesca,
ricevendo fondi e organizzando l’addestramento nella Abwehr per 800 guastatori delle sue truppe.
Quando ci fu l’invasione nazista dell’Unione Sovietica nel 1941, le forze di Bandera consistevano
in almeno settemila combattenti organizzati in ''gruppi mobili'' coordinati con le forze tedesche.
Bandera ricevette 2,5 milioni di marchi per condurre operazioni sovversive all’interno
dell’Unione Sovietica. Dopo aver dichiarato lo stato indipendente ucraino sotto la sua direzione
nel 1941, Bandera fu arrestato e mandato a Berlino. Ma mantenne i contatti coi nazisti che
continuarono a finanziarlo, ed i suoi ''gruppi mobili'' ricevettero copertura aerea dai tedeschi per tutta
la durata della guerra.
Nel 1943, l’OUN-B di Bandera iniziò una campagna di sterminio di massa di polacchi ed ebrei,
uccidendo qualcosa come 70.000 civili solo durante l’estate di quell’anno. Anche se Bandera guidava
ancora le attività dell’OUN-B da Berlino, la pulizia etnica veniva guidata da Mykola Lebed, capo
del Sluzhba Bespeki, la polizia segreta dell’OUN-B. Nel maggio 1941, ad una sessione plenaria
dell’OUN a Cracovia, l’organizzazione pubblicò un documento, ''La lotta e l’azione dell’OUN durante
la guerra'' che dichiarava, tra l'altro, che ''moscoviti, polacchi e ebrei ci sono ostili e vanno sterminati
in questa lotta'' (usando per moscoviti il nomignolo derogatorio ''Moskal'').
Con la sconfitta dei nazisti, Bandera e molti leader dell’OUN-B furono mandati in vari campi di
prigionia in Germania ed Europa centrale. Stando a Stephen Dorrill ed alla sua autorevole storia
del servizio segreto inglese MI6, MI6: Inside the Covert World of Her Majesty's Secret Intelligence
Service, Bandera fu reclutato dall’MI6 nell’aprile 1948. Il collegamento coi britannici fu stabilito da
Gerhard von Mende, un gerarca nazista che aveva diretto la Divisione Caucasica del Ministero del
Reich per i Territori Orientali occupati (Ostministerium). Von Mende reclutò musulmani dal Caucaso
e dall’Asia Centrale per farli combattere insieme ai nazisti durante l’invasione dell’Unione Sovietica.
Alla
fine della seconda guerra mondiale, lavorò per i britannici tramite una società di copertura, la
Research Service on Eastern Europe, che era in realtà un ente di reclutamento per gli insorti
musulmani all’interno dell’Unione Sovietica. Von Mende fu strumentale nel creare covi della
Fratellanza Musulmana a Monaco di Baviera e Ginevra. Tramite von Mende, l’MI6 addestrò agenti
dell’OUN-B e li infiltrò in Unione Sovietica per condurre operazioni di sabotaggio ed assassinio tra il
1949 ed il 1950. Un rapporto dell’MI6 del 1956 loda Bandera come ''un agente clandestino
professionista con un background terroristico e spregiudicato nelle regole del gioco''.
Nel marzo 1956, Bandera andò a lavorare con l’equivalente tedesco della CIA, il BND, allora
diretto dal Gen. Reinhardt Gehlen, capo dei servizi segreti militari sul fronte orientale durante la
seconda guerra mondiale. Ancora una volta, von Mende fu uno dei suoi sponsor e protettori. Nel
1959, Bandera fu assassinato dal KGB in Germania occidentale.
Il principale sicario di Bandera, Mykola Lebed, comandante della polizia segreta dell’OUN-B, fece
una carriera più lunga. Alla fine della seconda guerra mondiale fu reclutato dai Corpi di
Counterintelligence dell’esercito americano e nel 1948 era sulla busta paga della CIA. Lebed reclutò
gli agenti dell’OUN-B che non erano andati con Bandera e l’MI6, e partecipò ad un programma di
sabotaggio dietro la Cortina di Ferro, che incluse la ''Operation Cartel'' e la ''Operation Aerodynamics.''
Lebed fu quindi trasferito a New York, dove diede vita ad una società di facciata della CIA,
la Prolog Research Corporation, ed operò sotto il controllo di Frank Wisner, che era a capo del
Direttorato per la Pianificazione della CIA negli anni Cinquanta. La Prolog continuò ad operare fino alla
fine degli Anni Novanta, quando fu promossa e sostenuta da Zbigniew Brzezinski, consigliere del
Presidente Jimmy Carter per la sicurezza nazionale.
Nel 1985, il Dipartimento di Giustizia USA lanciò un’inchiesta sul ruolo di Lebed nel
genocidio in Polonia ed Ucraina occidentale durante la guerra, ma la CIA la bloccò e
l’inchiesta fu abbandonata. Ciononostante, nel 2010, dopo la pubblicazione di migliaia di pagine di
documenti di guerra, gli Archivi Nazionali pubblicarono un rapporto, Hitler's Shadow: Nazi War
Criminals, U.S. Intelligence, and the Cold War (l’ombra di Hitler: criminali di guerra nazisti,
intelligence USA e guerra fredda), scritto da Richard Breitman e Norman Goda, che includeva un
resoconto dettagliato sulla collisione tra Bandera, Lebed ed i nazisti e sul loro
coinvolgimento nelle esecuzioni di massa di ebrei e polacchi.
Questo retaggio Bandera-Lebed e le reti intessute nel dopoguerra sono al centro degli avvenimenti
attuali in Ucraina.
La denuncia dei leader ucraini -
Il 25 gennaio ventinove partiti e organizzazioni politiche in Ucraina hanno lanciato un appello al
Segretario Generale dell'ONU, alla dirigenza dell'UE ed agli Stati Uniti affinché prendano misure per
"fermare i saccheggi da parte dei guerriglieri, l'incitamento alla guerra civile, un colpo di
stato e la disintegrazione del paese". L'appello fornisce dettagli cruciali sulla natura neo-coloniale ed
anti-russa dell'accordo di associazione con l'UE, che l'attuale governo ucraino ha congelato, ma
anche sulle organizzazioni neofasciste che prendono parte alle proteste.
Una dei firmatari è l'economista Natalia Vitrenko, leader del Partito Socialista Progressista
Ucraino, che più di un anno fa aveva messo in guardia da questi gruppi che, con l'incoraggiamento
ed i fondi delle cosiddette ONG "per la democrazia" provenienti dall'occidente, avrebbero posto una
minaccia al governo ucraino.
La dichiarazione esordisce: "La crisi politica ucraina peggiora di giorno in giorno, portando il paese
verso una guerra civile fratricida, la perdita della sovranità e la disintegrazione dello stato. Si tratta di un
progetto straniero per prendere il controllo dell'Ucraina. Viene attuato contro gli interessi e le
esigenze del nostro popolo. Viene portato avanti violando la Costituzione e le norme e principi
internazionali, basati sull'azione pacifica, sulle libere elezioni, la libertà di parola ed il rispetto dei
diritti umani. Giacché i media internazionali riportano informazioni deliberatamente distorte sull'Ucraina,
diffuse da politici e funzionari dell'UE e degli Stati Uniti, e queste vengono usate a sostegno di azioni
illegali di guerriglia, ci vediamo costretti a lanciare il seguente appello".
Quanto all'ideologia ed ai simboli neonazisti e neofascisti dell'Euromaidan, i firmatari si
rivolgono direttamente ai leader occidentali: "Dovreste capire che, sostenendo le azioni di guerriglia in
Ucraina, accordando loro lo status di 'attivisti Euromaidan' che prendono parte a presunte azioni
pacifiche, state di fatto proteggendo, incitando ed istigando i neonazisti e i neofascisti ucraini".
"Nessun leader dell’opposizione (Yatsenyuk, Klitschko e Tyahnybok) nasconde il fatto di continuare
l’ideologia e le pratiche dell’OUN-UPA.... Ovunque vadano i teppisti di Euromaidan disseminano gli
slogan citati prima e simboli nazisti (…) A conferma della natura neonazista di Euromaidan c’è l’uso
costante di ritratti dei carnefici del nostro popolo, Bandera e Shukhevych—agenti dell’Abwehr.''
Solo alla fine di gennaio, quando le scene delle violenze di massa e dei manifestanti armati hanno
finalmente spezzato la cortina fumogena dei media, i media occidentali hanno parlato del carattere
neonazista della destabilizzazione in corso. La rivista Time, il 28 gennaio, ha titolato su Kiev ''banditi
di estrema destra prendono il controllo delle rivolte liberali in Ucraina'', pubblicando il profilo di un
gruppo di nazisti detto Spilna Sprava (''Causa comune'' ma la sigla è ''SS''), al centro delle proteste.
Il giorno dopo il Guardian ha titolato: ''In Ucraina, fascisti, oligarchi e l’espansione
occidentale sono al centro della crisi'' col sottotitolo: ''La storia che ci viene raccontata sulle
proteste a Kiev ha un rapporto molto lontano con la realtà''. L’inviato del Guardian Seumas
Milne scrive onestamente: ''Dagli articoli pubblicati finora non si sa che nazionalisti di estrema destra
e fascisti erano al centro delle proteste e degli attacchi contro gli edifici del governo. Uno dei tre
partiti di opposizione alla guida della campagna è il partito di estrema destra ed antisemitico
Svoboda, il cui leader Oleh Tyahnybok sostiene che una 'mafia moscovita ed ebraica' controlli l’Ucraina.
Il partito, che ora controlla la città di Leopoli, ha guidato una fiaccolata di 15.000 persone all’inizio del
mese in memoria del leader fascista ucraino Stepan Bandera, le cui milizie combatterono coi
nazisti nella seconda guerra mondiale, e che prese parte alle stragi di ebrei.''
Anche Counterpunch ha pubblicato il 29 gennaio un articolo di Eric Draitser, ''L’Ucraina e la
rinascita del Fascismo'', che inizia con il monito: ''La violenza nelle strade dell’Ucraina è più di
un’espressione di rabbia popolare contro il governo. Anzi, è solo l’ultimo esempio dell’ascesa della
forma più insidiosa di fascismo che l’Europa abbia mai visto dalla caduta del Terzo Reich… nel
tentativo di strappare l’Ucraina dalla sfera di influenza russa, Stati Uniti, UE e NATO si sono
alleati, per la prima volta, con dei fascisti.''
http://www.lantidiplomatico.it/