vendredi 12 juin 2015

Il demansionamento, nuovo atto del fascismo aziendale - da "Sapere è un dovere"

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I lavoratori licenziati per ragioni economiche potranno conciliare con l’azienda se accettano di riprendere a lavorare a mansione inferiore. Questo è proprio il corollario che mancava al contratto senza articolo 18. Una misura che farà risparmiare alle imprese sull’indennità di licenziamento, rispondendo chiaramente ad un calcolo preciso degli uffici studi confindustriali. Come si sa gli incentivi di 8.000 euro all’anno che sono alla base delle assunzioni secondo il jobsact finiranno. A quel punto le imprese si troveranno lavoratori licenziabili sì, ma pagando una indennità. Se però quei lavoratori verranno licenziati e poi riassunti con il demansionamento, l’indennità la pagherà il lavoratore con la qualifica più bassa e per l’impresa sarà come se gli incentivi continuassero.
Infine se il padrone può degradare quando vuole, il lavoratore non può rivendicare la promozione. Con l’articolo 13 dello statuto, se si operava per 3 mesi in mansioni superiori, si aveva diritto alla qualifica corrispondente. Con il demansionamento bisognerà aspettare il doppio del tempo, salvo accordi peggiorativi nei contratti .
Insomma dopo il diritto alla tutela contro il licenziamento ingiusto salta anche quello alla qualifica ein ogni azienda le direzioni potranno fare di tutto ai propri sottoposti . E questo è il risultato piùimportante per i padroni: la licenza di mobbing. Le minacce di licenziamento o degradazione in molti caso saranno sufficienti per imporre di lavorare di più e peggio senza chiedere nulla. Il sadismo di certi capi e capetti avrà piena possibilità di dispiegarsi .
Quando si dice che quello di Renzi e del suo sponsor Marchionne è fascismo, per ora, aziendale, non si esagera, si descrive semplicemente quello che si sta giuridicamente realizzando misura dopo misura con il Jobsact.